POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

sabato, settembre 16

IL GOLPE MIGRANTE DI NIAMEY di P. MAURO ARMANINO


Il golpe migrante di Niamey

C’è stata una migrazione geografica che solo il Sahel, l’altra riva secondo l’etimologia del termine, ha saputo annotare sulla polvere dal 26 luglio scorso, data del golpe di Niamey. Il Mali, il Burkina Faso e, ultimo arrivato per ora, Il Niger che il colpo di stato attraversa a tutt’oggi senza darlo troppo a vedere. Variegate le manifestazioni di appoggio ai golpisti, il presidio permanente alla zona dove sono stazionati i militari francesi, il nuovo governo installato e le bandiere nazionali esibite da tassisti e incauti motociclisti. Ai lontani confini del Paese permangono le frontiere chiuse a persone e mercanzie. Detenuto da allora al suo domicilio il presidente riconosciuto dalla comunità internazionale. Dal golpe migrante ai migranti del golpe che si realizza nell’invisibile presenza e transito degli ‘esodanti o avventurieri’, come si dice qui.
In effetti ogni migrazione infligge, a suo modo, un colpo di stato fatale al sistema. Le frontiere, le culture e le identità si spostano grazie a persone, storie e progetti di vita che sfidano in permanenza l’ordine (o il disordine) stabilito. C’è da prender atto che, nell’apparente banalità del viaggio, il più efficace golpe dell’umana avventura, è costituito dalle migrazioni. Folli imprese dove si rischia l’esistente per l’incertezza di un futuro immaginato differente. Per raggiungerlo si soffre e si rimpiange quanto si ha lasciato. C’è chi si accampa in strada, alle porte dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni o non lontano dalle stazioni dei bus in città. Il golpe dei migranti dura da millenni e continuerà malgrado i sistemi di sorveglianza, le frontiere armate, gli accordi di cooperazione coi fondi fiduciari di sostegno ai progetti di sviluppo. Il tutto giustificato per arrivare alle ‘cause profonde delle migrazioni’.
Ogni golpe è, di fatto, il tentativo del progetto migratorio da un regime all’altro, da una repubblica all’altra e da una democrazia all’altra. Migrano i militari e transumano i partiti politici. Migrano con loro anche gli opportunisti che, come sempre, non perdono l’occasione per salvarsi. Migra soprattutto il lavoro perduto, i soldi che non bastano, il cibo fattosi raro, i salari occasionali e i prezzi in aumento dei generi alimentari. Migrano le ong limitate nell’azione umanitaria, gli imprenditori di violenza armata che operano dove si offrono prospettive di occupazione e migrano i sogni che passano la frontiera con la piroga. Migrano i sogni di un’altra società possibile e gli ideali di un mondo in procinto di nascere da quello antico. Migrano, infine, le parole di verità prese in prestito dalla speranza che, forse domani, ci sarà una giustizia per i poveri.

   Mauro Armanino, Niamey, 17 settembre 2023

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