POETANDO

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martedì, luglio 27

LA RESISTENZA MAPUCHE di RENATA RUSCA ZARGAR



LA RESISTENZA MAPUCHE 
di
RENATA RUSCA ZARGAR
 
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SAVONA: Domenica 25 luglio, presso la Società Mutuo Soccorso “Fratellanza Leginese”, a Savona, l’USEI APS (Unione di Solidarietà degli Ecuadoriani in Italia-APS) ha organizzato un incontro in presenza per parlare del popolo Mapuche in collaborazione con l’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba (Circoli “Granma” di Celle Ligure e Savona), il Comitato di Solidarietà col Cile di Genova e con il contributo del CO.LI.DO.LAT (Coordinamento Ligure Donne Latinoamericane) e dell’associazione culturale “SOCONAS INCOMINDIOS”.
Il convegno è stato iniziato e concluso dal coro “Canto senza Frontiere”, una perfetta contaminazione di persone di differenti etnie, diretto dal soprano ecuadoriano Johanna Mosquera.
Antonio Garcia, rappresentante dell’Usei, ha, prima di tutto, invitato la numerosa platea (con il distanziamento e le mascherine previste dalle misure anti-Covid) a un minuto di silenzio in ricordo di Youns El Boussetaoui, l’uomo in difficoltà ucciso a Voghera da qualcuno che girava per le strade con in tasca un’arma pronta a sparare e uccidere.
Il primo a parlare, poi, è stato Gino Mirabelli Badenier, umanista, membro del Comitato di Solidarietà col Cile di Genova. In una appassionata relazione, l’ex esule cileno ha spiegato come le proteste del 2019 in Cile per l’aumento del biglietto della metro, fossero, in realtà, la risposta a 30 anni di soprusi. Infatti, dopo la fine della sanguinaria dittatura di Pinochet, molto è rimasto uguale, in Cile, persino la Costituzione! Inoltre, non esiste la sanità pubblica, la scuola pubblica, gli asili nido, la pensione può essere solo privata, tutto deve essere pagato. E quel che è peggio, è che le risorse del paese, persino l’acqua e l’energia, sono in mano a società spagnole, australiane, americane e italiane (ENEL).  In Cile rimane il 25% della ricchezza nazionale, mentre il resto va alle imprese straniere. E di quel 25%, il 10% finisce alle forze armate, una vera e propria élite che ha scuole e ospedali riservati ai militari e alle loro famiglie.
Nel 2020, si è svolto un referendum ed è stato chiesto ai cittadini se volessero adottare una nuova Costituzione o mantenere quella attuale: l’85% dei votanti si è espresso a favore di una nuova Costituzione (avevano partecipato al voto il 65% della popolazione). Nel maggio 2021, è stata eletta, dunque, l’Assemblea costituente, in cui sono presenti molte donne e 17 membri provengono dalla popolazione originaria del paese, tra cui alcuni Mapuche.
I popoli indigeni sono stati massacrati, disconosciuti, sterminati, molti estinti, da tutti i governi succedutisi dalla conquista coloniale, cioè, negli ultimi 500 anni.
Infatti, tutti i governi hanno sempre e solo salvaguardato gli interessi di chi gode già della ricchezza.
Per ultimo, Mirabelli ha citato l’attualissimo caso cubano: gli abitanti non possono essere vaccinati contro il Covid perché l’embargo non permette loro di avere le siringhe.
(Su Change.org è disponibile una petizione per chi volesse firmarla Petizione · Biden rompa l’embargo a Cuba sulle siringhe per somministrare il vaccino anti-Covid19 !! · Change.org. Qualche volta, l’opinione di molte persone è riuscita a smuovere, per interesse politico, anche i cuori più duri. Nda)


Maria Eugenia Esparragoza, docente dell’Università degli Studi di Genova, Laureata in Comunicazioni Sociali (UCAB di Venezuela), Dottore di ricerca in Antropologia Filmica (Università di Parigi) e socia fondatrice del CO.LI.DO.LAT (Coordinamento Ligure Donne Latinoamericane), ha presentato, quindi, all’uditorio la forza di alcune figure femminili che hanno fatto la storia della Resistenza Mapuche attraverso l’insegnamento, la filmografia e il recupero della saggezza ancestrale. Infatti, a fronte di vari Trattati che fissavano delle zone dove poter vivere in pace, si è sempre operato per rinnegare i diritti di questo popolo, persino si è preteso che i bambini ripudiassero la lingua e le tradizioni dei loro avi. Tali donne eroiche hanno mostrato la via dell’anticolonialismo, dell’ecologismo rispettoso dei popoli indigeni e l’importanza di considerare degne tutte le vite.
Naila Clerici, già Docente di Storia delle Popolazioni Indigene d’America presso l’Università di Genova, Presidente dell’associazione culturale “SOCONAS INCOMINDIOS”, direttrice della rivista “TEPEE”, interamente dedicata ai nativi delle Americhe, ha parlato della letteratura con la voce della Poesia.
“Non mi uccideranno con i decreti / Non con i proiettili / di calibro appena inventato. / […] Recupererò il sangue /dai miei ovuli in fiore / Continuerò a procreare bambini indomabili / per difendermi. / Perché sono padre-madre, forza della terra […]” scrive, tra l’altro, Maria Teresa Panchillo.
Infine, è intervenuta Flor Agustina Calfunao Paillalef, Ambasciatrice della Missione permanente del popolo Mapuche presso l’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite),
Ella ha raccontato con molti particolari ciò che noi sappiamo sia successo ovunque siano arrivati i popoli europei per impossessarsi di territori e risorse altrui: la conquista, la colonizzazione, il disprezzo e la distruzione di qualsiasi cultura e tradizione che non fosse quella europea guerrafondaia.
Trattati, lotte, indipendenza dai padroni di un tempo, presunte democrazie, non hanno restituito libertà ai popoli originari perché a comandare sono sempre i discendenti dei vecchi colonizzatori.
Bambini strappati alle loro famiglie e collocati in altre, case distrutte, campi di concentramento, spoliazione dei beni (tra cui i gioielli delle donne, indossati per vivere in armonia con la natura), pulizia etnica, imposizione di ruoli sociali che essi non conoscevano, sono alcuni dei trattamenti da sempre riservati ai nativi.
Alcuni gruppi di indigeni, considerati da noi europei solo dei selvaggi da addomesticare, erano stati addirittura portati in Europa per essere mostrati come se fossero animali allo zoo.
Ma non ci sono limiti per noi, che, spesso, ci definiamo “cristiani”.
Il pomeriggio si è concluso con una riflessione: quando gli stranieri vengono qui chiediamo loro di integrarsi, quando siamo andati là, noi non li abbiamo rispettati ma sterminati.



L’incontro è visibile sulla pagina Facebook dell’USEI 

Renata Rusca Zargar

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