Natale affonda in un'aria nera.
Le sue luci, una festa non decollata.
Il rosso non brilla, il bianco
non dà l'ebbra quiete delle nevi
e delle larghe barbe dei vecchi ,
il verde degli abeti e degli agrifogli
non rasserena gli occhi.
I passanti per strada scorrono veloci;
non tollerano contatti, evitano l'allegria
festosa.
I bambini sorridono irrequieti, tirano le mani.
C'è chi, nel suo vestito precario, chiede aiuto.
Qualche cane lancia i suoi occhi lucidi.
Il buio scende, anticipato dal buio della mente.
Troppa tragedia attraversa il mondo.
Sembra realizzarsi la profezia del Grande
Inquisitore,
creatura del poeta del bene e del male.
La volontà di potenza dei grandi imbonitori,
malati
padroni del mondo e delle sorti del nostro cammino.
Un bambino arriverà presto a disturbarci,
crescerà,
diventerà adulto e con la sua parola di libertà,
fratellanza, giustizia, continuerà a
disturbarci.
Morirà per noi, ma noi lo ricacceremo.
Non c'è posto sulla terra per lui.
E Giuseppe, padre e figlio del bambino, piange.
Sa che per le vie ci sono troppi Erode
e questa volta non avrà il conforto dell'asino.
Finiranno a Lampedusa dopo una tempesta di mare,
portando con loro il terrore di Maria.
Ma arriveranno a noi! A quelli di noi che stanno
sulla soglia.
Che sono attenti per non cadere nella trappola
mortale,
preparata dalla bestia immonda, per la fine
dell'umanità.
E sarà ancora Natale. Come sempre, se sapremo
stare vicini e amare.
Accogliere il sorriso dei bambini del mondo,
l'innocenza.
Dare calore a chi non l'ha. Dividere il pane e
il vino.
E il panettone con l'uvetta e i canditi. Per un
dolce futuro.
Perché Natale deve essere Buono.
Angelo Guarnieri
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