Quanto tempo ho?-
-Ancora dieci minuti e sette secondi-
-Dieci minuti?-
-Nove e 59 secondi-
-Cazzo, come siete fiscali!-
-Ti conviene darti da fare, se ci tieni così
tanto. Dopo scorderai tutto-
-Ma che senso ha, porcatroia?-
-E' la regola!-
Mi rendo conto di non avere alternative.
Decido velocemente di pensare solo
all'essenziale..
E allora vado a rivedermi, dal mio quinto piano
, il sole che disegna ombre fresche sui muri delle case che circondano il
grande cortile, nel mattino di una delle mie prime cinque o sei
primavere. Le rondini che volteggiano vicinissime a me facendo un gran
rumore, per poi andare ad infilarsi in quei buchi ricavati apposta per
loro nel muro di fianco al mio pianerottolo , dove mamma mi ha detto che
i loro piccoli le aspettano
Il suo vestito di cotone turchese, coi
piccoli fiori bianchi.
Mamma, bella donna dal grande seno,
solo leggermente appesantita dal tempo e dal quarto figlio avuto così avanti
negli anni e del tutto inaspettatamente.
Mamma, sempre stanca perché con quattro figli
c'è sempre da fare
Dal pianerottolo la sento cantare, mentre lava a
terra. E sento il profumo di pulito.
Vado a rivedere anche papà. I pantaloni tirati
su, molto oltre la vita. La camicia sempre immacolata. E vedo i suoi colori ed
il suo cavalletto, in camera da letto. I suoi dipinti.
La sua bocca bellissima dal sorriso largo e
sincero ed i suoi occhi sorridenti, verdiazzurrigialli, le sue
sopraciglia folte. Le sue mani forti
Sento cantare anche lui, un'aria d'opera.
Oggi è domenica.
Ci stiamo preparando, io e papà, per andare
in Duomo, a cantare nel coro. Papà è felice. Mamma è felice.
Io pure, sono felice.
E sono felice quando vedo Adele, Tina e Sergio,
ridere intorno al tavolo con noi, stretti per forza dalla piccola cucina che
fa anche da soggiorno
.Li vedo benissimo.
Benissimo
Non ho tantissimo tempo, devo darmi da fare.
Vedo Pierangelo infilarsi le mani
nella tasca dei pantaloni della festa per estrarne alcune banconote da contare,
sperando siano sufficienti per pagare il cinema, oltre che a me, anche a
Giuliana e Marisa, una domenica sera d'autunno, sotto il tabellone dei
risultati di calcio, davanti alla pasticceria Montalbetti
Ecco Anna, arrivata da pochi anni da giù,
avanguardia, insieme al papà ed al fratello maggiore, di una famiglia numerosa.
E' molto bella e mi sorride da sotto il velo
dell'abito bianco da sposa, mentre mi si avvicina, sottobraccio a suo padre,
rigido come un pinocchio.
Sara e Serena hanno più o meno undici ed otto
anni.
Siamo al mare, a Deiva.
Sara, seduta di fianco a Serena,le sta mostrando
qualcosa . Non so che sia, perché mi danno le spalle, ma certo si rendono conto
che le sto osservando e si girano a guardarmi quasi all'unisono. Mi sorridono.
Mi chiedono qualcosa. Sento, ovattato, il rumore delle onde e dei
giochi dei bambini
Le ragazze sono donne. Stiamo ridendo come
pazzi, bagnati fradici di pioggia, sotto un portone dalle parti di Via Brera.
Abbiamo tutti in mano un pezzo di focaccia
La donna che amo si stringe forte a me.
Stiamo assistendo ad uno spettacolo di musiche,
suoni, colori e straordinari giochi da circo. Gli spettatori applaudono un
eccezionale mimo. Ci raggiungono grossi, leggeri coriandoli sollevati e sparsi
per tutto il teatro tenda da un enorme ventola, al ritmo lento di una musica
dolcissima.
Giuseppe ha sei anni. Lo tengo per mano
camminando per Lecco. Guardo la sua testolina, i suoi capelli castano biondi
molto mossi.
E' bello che Serena lo abbia chiamato Giuseppe.
Come papà, E come il bisnonno.
Per fortuna non assomiglia a Tommaso
Ora è Sara ad essere in attesa.
Guardo la sua espressione ostinata ed i
suoi occhi dolci.
Mi sento bene
Proprio bene
- Tempo scaduto, Bruno-
- Dio, ma quanto siete rompicoglioni, cazzo!-
- E' la regola!-
- La regola...- gli faccio il verso - Vabbè, Che
si fa, ora?-
- Partenza-
Si parte
Non avrei mai immaginato così presto
Mi sento leggero, tranquillo.
Libero.
Mi sollevo lentamente e letteralmente da lì.
Ridacchio tra me.
Non credevo potesse essere così.
"Sollevato" mi pare perfino la parola
più adatta
E' bellissimo..
bellissimo
Bruno Oscar Munari
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