POETANDO

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mercoledì, dicembre 20

PERCHE' IL MITO DI ERNESTO CHE GUEVARA E' IMMORTALE

Perché il mito di Ernesto Che Guevara è immortale?


Mini storia di Ernesto Guevara (1928-1967), il medico di origine argentina che, divenuto amico di Fidel Castro, partecipò alla rivoluzione cubana contro il dittatore Batista e che morì esattamente 50 anni fa. Ernesto Guevara, detto “il Che”, nacque in Argentina nel 1928 e morì in Bolivia il 9 ottobre del 1967. Le sue spoglie furono traslate a Cuba nel 1997.

«Tutti noi che conosciamo il Che sappiamo che non c’è modo di catturarlo vivo, a meno che non sia incosciente, a meno che non sia messo completamente fuori combattimento da qualche ferita, a meno che non gli si rompa l’arma, infine a meno che non abbia nessuna possibilità di evitare di finire prigioniero togliendosi la vita [...]. Arrivati a questo punto la discussione o i dubbi che possono sussistere non si riferiscono più al fatto della morte in sé [...] quanto al modo in cui la morte è avvenuta».



Così l’allora primo ministro cubano Fidel Castro dava, il 15 ottobre 1967, la conferma della morte del rivoluzionario (e compagno di lotta) Ernesto “Che” Guevara. Fu con queste parole che il líder máximo raccontò la fine dell’eroe della rivoluzione cubana. Le stesse che, insieme a numerosi altri documenti, sono riportate nel libro firmato dallo stesso Castro, Io e il Che (Mondadori).
Il discorso che pronunciò alla televisione di Stato poneva fine al rincorrersi di voci. Da poco meno di una settimana, infatti, dalla Bolivia, il Paese dove il Che si trovava da circa un anno per addestrare i guerriglieri locali, giungevano notizie preoccupanti sulla sua cattura e ferimento in un’imboscata delle truppe governative. Col passare dei giorni, nuove informazioni e alcune foto giunte a Cuba non lasciarono dubbi: il Che era morto, Castro ne diede notizia al Paese e proclamò tre giorni di lutto.





IL PRIMO INCONTRO. Ma chi era Guevara Guevara detto "il Che"? Lo spiega Fidel nel suo libro, il racconto di «un’amicizia che ha cambiato il mondo». Dopo la laurea in medicina, nel 1953 l’argentino Ernesto Guevara aveva intrapreso un viaggio attraverso diversi Paesi dell’America Latina. «Anche se non militava in alcun partito, in quell’epoca aveva già idee marxiste» scrive Castro. Mentre si trovava in Guatemala ci fu «l’invasione di quel Paese diretta dalla Cia [...]. I cubani, insieme ad altri latinoamericani che si trovavano lì, furono costretti a lasciare il Paese e si trasferirono in Messico. Alcune settimane dopo arrivammo noi [...] e in calle Emparán (a Città del Messico, ndr) incontrammo il Che. Ci conoscemmo lì».
Guevara aderì al movimento rivoluzionario per abbattere il dittatore cubano Fulgencio Batista. Dopo la fuga del despota, all’inizio del 1959, Castro prese il potere a Cuba. E il Che? «Negli anni in cui servì la patria non conobbe un giorno di riposo. Furono molte le responsabilità che gli vennero affidate: presidente della Banca nazionale, direttore della Giunta di pianificazione, ministro dell’Industria, comandante di distretti militari ».



Del governo di Fidel Castro, Guevara divenne ministro dell’economia nel 1961. Ma al Che premeva soprattutto diffondere negli altri Paesi gli ideali della rivoluzione, tra i quali la riforma agraria, con la quale distribuire la terra a tutta la popolazione togliendola dalle mani di pochi latifondisti, e la nazionalizzazione di tutte le industrie.

Guevara lasciò quindi Cuba e partecipò alle rivolte del Congo e della Bolivia. Qui venne catturato dalle forze governative e ucciso. Soltanto dopo molti anni il governo boliviano ha indicato il luogo nel quale il corpo del Che fu sepolto.


IL NOME: UN SIMBOLO. Sull’origine di quel soprannome Fidel scrive: «All’inizio era Ernesto. Da argentino aveva l’abitudine di rivolgersi agli altri con la locuzione che, e così iniziammo a chiamarlo noi cubani.


da Focus...ho ripreso questo breve articolo, per ricordare il Che a 50 anni dalla sua morte. Le foto sono riprese dal web.

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