La versione italiana della biografia di EmilY brontË a cura della professoressa maddalena de leo
HO letto questo libro davvero avvincente, ma non ho trovato parole migliori di quelle di laura vargio, per recensire al meglio quest'opera. Lascio a lei la parola.
FIGLIA DEL
VENTO E DELLA BRUGHIERA
Prima biografia in assoluto dedicata a Emily Brontë, l'opera pubblicata
da Agnes Mary Robinson nel lontano 1883 viene ora tradotta per la prima volta
in Italia, per la Casa Editrice L'ArgoLibro di Agropoli (2018), restituendo al
pubblico un ritratto intimo, appassionato e, sotto certi aspetti, inedito della
grande autrice inglese scomparsa appena trentenne nel 1848 e di cui ricorre
quest'anno il bicentenario della nascita.
Erano quindi trascorsi soltanto trentacinque anni dalla sua morte quando venne
dato alle stampe questo lavoro che, proprio in virtù della vicinanza temporale
all'epoca in cui vissero le tre celebri sorelle, risulta particolarmente
prezioso poiché la Robinson (1857-1944), nome di spicco all'interno degli
ambienti culturali europei, ebbe occasione di raccogliere la testimonianza di
alcune persone ancora viventi che avevano conosciuto direttamente la sfortunata
famiglia del reverendo Brontë. Come precisato nell'introduzione, lo scopo della
biografia fu quello di tributare il giusto e doveroso omaggio al talento allora
ancora misconosciuto di Emily, con la speranza di squarciare quel velo di
dimenticanza e disinteresse che a fine Ottocento sembrava ormai avvolgerne la
figura, facendo conoscere e finalmente apprezzare la sua opera che, finché la
scrittrice era in vita, non ottenne riconoscimenti significativi di critica e
di pubblico. Il successo a livello internazionale del libro della Robinson, che
tra i suoi lettori poté vantare addirittura la poetessa americana Emily
Dickinson, contribuì a riscattare l'autrice di “Cime Tempestose” e a consacrare
romanticamente le sorelle Brontë come “figlie del vento e della brughiera”.
Tra queste pagine, ricche di una prosa a tratti piuttosto aulica, ma nel
complesso appassionante e coinvolgente per il lettore, ecco dunque emergere una
Emily che dall'infanzia fino alla “triste età adulta” restò sempre
visceralmente legata ai familiari e alla propria terra (un angolo sperduto e
solitario dello Yorkshire) dalla quale, fatta eccezione per un periodo di
studio trascorso a Bruxelles, non si distaccò mai; una Emily molto riservata,
dedita ai lavori domestici, amante delle lunghe passeggiate nel silenzio della
natura, affezionatissima fino all'ultimo ai suoi cari animali.
“Mia sorella Emily […] non era una persona di carattere estroverso, né una nei
cui recessi della mente o dei sentimenti anche coloro che le erano più cari o
vicini potessero intromettersi senza permesso”, scriveva Charlotte che, poco
prima della fine così continuava a descriverla: “Più forte di un uomo, più
semplice di un bambino, la sua natura si ergeva solitaria. La cosa terribile
era che, pur piena di pietà verso gli altri, non aveva pietà di sé stessa; lo
spirito era inesorabile verso la carne, richiedeva alla mano tremante, alle
braccia indebolite, agli occhi annebbiati la stessa efficienza di quando era
stata in salute.”
Parlare di Emily significa però al tempo stesso dedicare imprescindibile spazio
anche alla numerosa famiglia al cui interno lei era nata, in particolar modo
alle sorelle Charlotte (1816-1855) e Anne (1820-1849), con le quali, nel 1846,
pubblicò una raccolta di poesie sotto pseudonimo, e al fratello Patrick
Branwell (1817-1848), a sua volta talento artistico notevole ma rovinato
purtroppo dall’abuso di alcool e oppio, stando all'impietoso ritratto
ricostruito dalla penna della biografa.
Ben due capitoli, di cui uno alquanto corposo, sono stati dedicati a quello che
viene unanimemente considerato il capolavoro di Emily Brontë, nonché unico
romanzo della sua produzione letteraria: “Cime Tempestose”. In esso, tutto il
piccolo tormentato mondo dell'autrice che le ispirò ambientazione e personaggi;
l'aver esposto la trama fin nei dettagli oggi potrebbe essere considerato un
sovrappiù, un inutile appesantimento del racconto biografico, ma all'epoca ciò
risultava in effetti funzionale al proposito della Robinson di diffondere il
più possibile la conoscenza della vita e dell'opera di Emily Brontë.
Attenta curatrice del libro è Maddalena De Leo, docente di inglese e socia di
lunga data della Brontë Society, di cui rappresenta la sezione italiana; a lei
si deve un prezioso lavoro di traduzione che contribuisce alla piacevolezza
della lettura. Non nuova a sfide editoriali di tal genere, la Professoressa De
Leo ha pubblicato, sempre per L'ArgoLibro, “Storie di geni e di fate” di
Charlotte Brontë in occasione del bicentenario della nascita e, per le Edizioni
Ripostes, altri testi bronteani ancora inediti nel nostro Paese. Nel 2012 ha
ideato il Premio Letterario Nazionale De Leo-Brontë, ulteriore lodevole
iniziativa volta a rendere omaggio alla memoria e al genio delle tre
legatissime sorelle.
Un grato plauso, dunque, a Maddalena De Leo e anche all'Editore per aver
proposto un libro consigliabile sia a chi già ama poesia e prosa di Emily sia a
coloro che volessero iniziare a farne la conoscenza.
INDICAZIONI
UTILI
Consigliato a chi ha letto...
..."Cime
tempestose", ma non necessariamente.
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