1997
PIETRA NERA
Quando soffia il vento del ricordo,
il sonno va via dalla testa
e il cuore balza alla gola.
Così si aprono gli occhi dell’anima
che prendono forma di uccelli
e volano lontano
dalla convulsa vita di città.
Ecco, laggiù, un piccolo paese
dalle dolci case:
campi sterili,
pance vuote dei bambini,
polvere e fango
che pongono domande fisse
alla tua mente.
Desiderio di una vita migliore,
cercata di porta in porta
in una terra estranea.
Tagliata dentro il petto della montagna,
a centinaia di piedi di profondità,
la miniera di carbone
ti ha aperto le sue braccia,
quando raccogli la pala
e il corpo debole arranca
lungo ruvidi e neri cunicoli
mentre la polvere ti entra nei polmoni
e ti fa tossire,
fai sempre più fatica a vedere
e pensi a tanti altri, come te,
che hanno perso la vita.
Dolore, tristezza, angoscia
dietro cui si ravvisa la speranza:
carbone nero
facce nere,
tutte uguali,
nei giorni che nascondevano la felicità.
Adesso dicono che tutto è cambiato
e il mondo è migliore.
Ma sento ancora voci strane:
immigrati
in cerca di nuove miniere.
ZAHOOR AHMED ZARGAR
Nessun commento:
Posta un commento