Droni, leviatani e cucina italiana nel Sahel
Magari stavolta ci riusciamo davvero ad avere i ‘nostri’ droni! Come sempre ci voleva il giusto tempo, quello che la nostra sabbia detta e concede ai suoi fedeli seguaci. Per le carestie, i gruppi armati terroristi, i sospetti assai fondati di corruzioni in ambito militare, nel petrolio, l’uranio, le discusse elezioni presidenziali e le probabili installazioni di basi militari straniere non ci sono state difficoltà di sorta ad ottenerle. La notizia è stata confermata dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il suo omologo nigerino, Mohamed Bazoum. Il Niger si doterà in droni da combattimento turchi Bayraktar TB2, il modello privilegiato da Baykar, ditta del genero dello stesso Erdogan. Droni a carattere famigliare che saranno accompagnati da blindati e da un aereo Hurkus dell’impresa pubblica Turkish. Questi acquisti, altri già effettuati e quanti inevitabilmente verranno, non fanno che confermare che tra guerre ad alta o bassa intensità c’è il comune denominatore dell’arricchimento dei produttori d’armi su inermi cittadini e mal equipaggiati militari.
Il Leviatano, assunto dalla mitologia fenicia della Bibbia ebraica, è l’animale del caos primitivo e, nel salmo 74, diviene il simbolo della potenza dei faraoni d’Egitto, gli oppressori per antonomasia del popolo ebreo. Il Leviatano è una delle figure bibliche delle potenze nemiche di Dio. Nell’opera omonima di Thomas Hobbes, filosofo britannico, pubblicata nel 1651, evidenzia il ruolo positivo del “mostro” dai sudditi che, spaventati dal pensiero della morte scelgono di associarsi in comunità. Per ottenere la pace e tenere lontana la morte, i sudditi rinunciano a una parte del loro diritto naturale per scegliere di “sottomettersi” alla figura del Leviatano, il sovrano. Quest’ultimo, per Hobbes, è l’unico garante della pace universale facendo applicare la legge in modo ferreo, garantendo così la sopravvivenza dell’umanità. I Leviatani di oggi, i poteri statali e finanziari, si presentano anch’essi come garanti della pace sociale, la sopravvivenza della comunità e della buona salute dei cittadini a loro sottomessi. Le dittature o i totalitarismi di ieri e di oggi, con i mezzi tecnici e ideologici in loro possesso, arrivano a controllare il pensiero dei più per presentarsi, senza dirlo, come i Leviatani che Hobbes aveva anticipato nella sua opera.
Non casualmente, un recente rapporto dell’Istituto internazionale per la Democrazia e l’Assistenza Elettorale (IDEA), basato in Svezia, propone una lettura completa delle tendenze inquietanti all’erosione democratica. Una tendenza favorita dalla pandemia del Covid-19, malgrado le sue radici siano ancora più profonde. In particolare l’Istituto avverte che …’ Il mondo diviene più autoritario, i regimi non democratici sono ancora più arroganti nelle repressioni e numerosi governi democratici soffrono di un ritorno al passato, adottando tattiche di restrizioni della libertà di espressione e della debolezza dello stato di diritto’. Dalla ‘banalità del male’, di cui sottolineò il pericolo la filosofa ebrea Hannah Arendt, alla banalità del Leviatano il passo è breve ed è stato in buona parte e impunemente percorso.
L’Italia, oltre che per le scarpe e la nazionale di calcio, qui è nota, seppur in tono minore, anche per altri motivi, ad esempio, per un dono di generi alimentari operato dalla ‘Missione Bilaterale di sostegno al Niger’, il passato 11 novembre. Questo dono era composto di sacchi di miglio, riso, mais, olio, latte in polvere, zucchero, sale e, naturalmente, pomodori. Esso s’inserisce ed esprime a meraviglia il tipo di quadro delle relazioni civili e militari con la Repubblica del Niger. Tramite la MISIN, i confini tra l’umanitario, il civile, il politico e il militare, si diluiscono e non si sa bene deve cominci l’uno e termini l’altro. Il villaggio di Dara, scelto per il dono, non è casuale. Situato a una quarantina di chilometri dalla capitale, Dara ospita lo spazio per l’addestramento congiunto e di formazione di paracadutisti del Battaglione Para-commando nigerino. Questo dono non è il primo e non sarà neppure l’ultimo vista la catastrofica raccolta agricola nel Paese. Da questo punto di vista la settimana mondiale della gastronomia italiana, celebrata per la seconda volta nel Niger, nel contesto delle carestie del paese, appare come una proposta surreale. Suonano alquanto vere le parole del salmista che, nel salmo 104 afferma…’il mare, spazioso e vasto, che brulica di innumerevoli creature; lo percorrono le navi e il Leviatano che tu hai formato per scherzare in esso’.
Mauro Armanino, Niamey, 28 novembre 2021
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