POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

sabato, aprile 30

UN PRIMO MAGGIO DI SABBIA di P. MAURO ARMANINO




         Un primo maggio di sabbia 

L’afferma l’improbabile articolo primo della Costituzione della Repubblica italiana. Una Repubblica democratica fondata sul lavoro e dove la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della costituzione. Il primo maggio, fossero davvero così le cose, dovrebbe coincidere con la festa della Repubblica. Basare l’identità di una Repubblica sul lavoro è stata un’intuizione troppo sovversiva per essere presa sul serio. Il lavoro come fattore costitutivo della realtà pubblica e cioè dello stato, indica un orientamento, un cammino, una scelta e un impegno. Il primo maggio, che cade quest’anno di domenica, è una fragile festa che rivela come non mai, la profezia disattesa di un articolo di legge assai scomodo.

A Niamey, a causa della concomitanza con la conclusione del mese santo del Ramadan, sono state sospese le manifestazioni del primo maggio. Come segno di lutto per gli uccisi dal terrorismo prima, a causa delle misure legate alla pandemia dopo e stavolta per motivi religiosi, questa data scompare dal calendario sociale del Paese. Eppure, la fraternità, il lavoro e il progresso sono il blasone della Repubblica del Niger. Anche in questo caso il lavoro è posto come ponte, legame o condizione tra la fraternità e il progresso. Senza il lavoro non sarà possibile la pratica della fraternità e del progresso sociale chiamato giustizia. Non c’è lavoro senza lavoratori ma ci sono cittadini senza lavoro ed è così che si mutila una Costituzione.

Buona parte dei lavoratori della nostra Repubblica sono contadini o allevatori di bestiame da transumanza attraverso il Sahel. Ci sono poi gli ‘amministrativi’ che sono considerati i privilegiati nei ministeri e i servizi dello Stato, educazione, sanità e forze armate. Seguono coloro che lavorano nelle imprese multinazionali di estrazione dell’uranio, del carbone e del petrolio. Arrivano poi gli operai e gli impiegati delle non numerose aziende del posto, di trasformazione e dei beni di prima necessità. Una menzione speciale va fatta per i fortunati che hanno trovato lavoro nelle ONG umanitarie che si moltiplicano in modo esponenziale. Dalle Internazionali alle locali c’è posto per molti. Le carestie, gli sfollati e i migranti danno lavoro a molti!

C’è poi il settore informale, quello che più conta e annovera un gran numero di lavoratori e lavoratrici. I ristoranti occasionali, le ‘boutiques’ che nascono e scompaiono a seconda delle stagioni e dell’umore degli amministratori comunali. Ci sono i venditori ambulanti di ogni possibile mercanzia, dalla sabbia alle scarpe passando dai barbieri e dai sarti che vanno in giro in cerca di clienti. Da non dimenticare i cercatori d’oro che, a migliaia, scavano rischiose gallerie e usano di nascosto la dinamite per qualche pepita in più. Si trovano i contrabbandieri di droga, armi, persone e politica. Un certo numero vive della guerriglia che si confonde con una ideologia religiosa che confina col banditismo e si perpetua con la complicità del potere.

Una Repubblica fondata sul lavoro e l’Altra che porta come divisa la fraternità, il progresso e il lavoro che rende fattibile i due che lo precedono. Una Repubblica che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione di conflitti, e però partecipa a tutte le guerre possibili. L’Altra che ne paga le conseguenze con migliaia di sfollati, centinaia di morti e intere regioni abbandonate dai contadini e allevatori residenti. Una Repubblica fondata sul lavoro tradito e l’Altra che aggiorna le manifestazioni del primo maggio. Sabbie di tutto il mondo unitevi perché la costruzione della fraternità e del progresso sociale sono l’unico lavoro da festeggiare per cambiarlo.

   Mauro Armanino, Niamey, 1° maggio 2022

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