POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

domenica, dicembre 11

LA BANALITA DEL BENE di Padre MAURO ARMANINO

               La banalità del bene

E’ quella che si manifesta nelle migliori occasioni e circostanze. Si fanno tante (troppe?) cose a fin di bene. C’è chi giustifica l’accaparramento del potere a tempo indeterminato, chi cerca di intruppare il mondo per salvarlo da una gestibile pandemia, chi fabbrica medicine, malattie, armi, munizioni e guerre per il bene di una causa e chi, a fin di bene, ricorda che c’è un Dio da obbedire e un inferno, da qualche parte, da evitare. Esattamente come il male, le vie dei fautori di bene sono infinite. Le scuole proprio per questo sono state inventate: a fin di bene. Le ideologie e talvolta le religioni, hanno mandato al macello le migliori gioventù della storia e, sempre a fin di bene, si consiglia a migranti e avventurieri di rimanere a casa loro. Morire nel mare, nel deserto o nei campi di detenzione e tortura non è il massimo che la vita possa offrire. Quanto la natura produce abbisogna di correzioni, miglioramenti e aggiustamenti strutturali, come per l’economia. 

Sempre a fin di bene, una delle sue creazioni più riuscite è la categoria, ormai universalmente accettata e promossa, delle vittime. A fin di bene, infatti, si creano, organizzano e sostengono le divisioni dei bisognosi in ‘categorie’ umane e sociali. Tutto a fin di bene per rispondere nel modo migliore ai bisogni delle ‘vittime’. Oggi, il 10 dicembre, si fa memoria della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, avvenuta a Parigi nel 1948. Com’è noto, il documento, nato in seguito alla conclusione della guerra mondiale, era stato concepito per evitare il riprodursi ancora del dramma accaduto. Il ‘nunca mas’ in Argentina, dopo il dramma dei ‘desaparecidos’, pubblicato nel settembre del 1984 era risuonato alla tribuna delle Nazioni Unite ancora prima per la voce del papa Paolo Sesto, col suo ‘Mai più la guerra’! Era il 4 di ottobre del 1965, si festeggiava San Francesco e i vent’anni della creazione delle Nazioni Unite, naturalmente a fin di bene.

Ci sono le vittime degne e quelle che non meritano alcuna considerazione da parte delle istituzioni appositamente create per riconoscerle. Gli abusi sui diritti umani sono a geometrie variabili a seconda dei rapporti di forza e delle geopolitiche del momento. Perfino le guerre possono essere, a fin di bene, umanitarie se servono a creare democrazia e soprattutto altri mercati per il capitalismo globale. Si riconoscono i diritti di quasi tutte le categorie e nel caso se ne inventano di nuove e coloro che sono del tutto indifesi, inizio e fine vita, per il loro bene, sono soppressi e resi in seguito invisibili. Ci sono poi gli Stati buoni e accettabili e quelli infrequentabili e, quanto al commercio e gli interessi, invece, tutto va bene per il bene di tutti. Magari aveva visto giusto il pensatore- profeta Ivan Illic...’Al diavolo le buone intenzioni. Un detto irlandese dice che di buone intenzioni è lastricato l’inferno, tanto per metterla sul teologico’. Siamo il 20 aprile del 1968 e da allora si è continuato a fare delle ‘buone intenzioni’ la nuova religione.

     Mauro Armanino, Niamey, 10 dicembre 2022

Il titolo dell'articolo è di un libro di Enrico Deaglio, penso scelto apposta in contrapposizione al tema della filosofa Hannah Arendt, che scrisse la banalità del male. 

Ndr: allego il documento completo della Dichiarazione Universale di cui al testo di P. Armanino perché ritengo che sia bene conoscerla non solo a grandi linee, ma che solo raramente viene messa in pratica. 











 


1 commento:

  1. Belle parole, però solo per individui eccezionali che le comprendono (e per fortuna ce ne sono ancora, ma troppo pochi) e che non sono schiavi di potere e denaro, a differenza dei più...

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