POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

mercoledì, agosto 23

MAURIZIO PICARIELLO - alcuni suoi ricordi

 








Seguendo il suo profilo FB, ho scelto alcuni suoi ricordi, e anche bellissime immagini stilizzate di lui, il menestrello che gira in Italia e del quale si parla molto. Ci sono in questo Blog già altre sue storie, che potrete rintracciare cliccando su :

Vi consiglio di seguirlo, è anche disposto a viaggiare venendo nei vostri oratori, chiese, piazze o location varie, ovviamente previo rimborso spese di viaggio e altro. Vi intratterrà con canti accompagnato dalla sua inseparabile chitarra, e da poesie di sua composizione. 
Un eclettico difficile da inquadrare, Maurizio Picariello quando meno te lo aspetti, ti sorprende. Ingegnere e letterato, ambientalista ma il rispetto della Natura non deve fermare il progresso e il progresso di deve anche misurare in un aumento della felicità del genere umano. Olista nella concezione di vita e professionale, occupandosi anche di medicina, Picariello è un artista completo, cantautore e compositore. Un uomo del Sud che guarda  al mondo, irpino di Montagna che ama anche i variegati paesaggi lucani. Con lui discutiamo di musica, arte e anche filosofia.
el 2021, ricorrono 40 anni dalla morte di Leonardo Sinisgalli, ingegnere, poeta e scrittore. Capace di coniugare campi distanti secondo una prospettiva contemporanea – ma alla fine non troppo, in una prospettiva, più umanistica e cito anche Luciano De Crescenzo . Lei è ingegnere ma anche scrittore, musicista cantante. Insomma un olistico.

“Già Leonardo Sinisgalli, un potentino, un lucano, di Montemurro, della Basilicata, una terra alla quale sono molto legato  e citi,  tra l’altro Luciano De Crescenzo, due ingegneri poeti. Sinisgalli parla di umanesimo.  Ecco quello che cerco di fare io nei miei monologhi, che sto anche adattandoli per gli interventi televisivi, “Pillo e supposte”, sul canale digitale 857, in fondo è quello: l’umanesimo. Umanesimo deriva dal latino humus e, ahimè, ha a che fare sempre con l’uomo, dà sempre l’idea del maschio, e non dell’essere… ma  insomma vorrei mettere anche al centro la donna: uomo e donna insieme come essere unico. Purtroppo,  oltre a umanesimo non c’è una parola migliore. Quindi questa forma di umanesimo è centrale anche in questa mia politica perché poi la mia è una politica:  la polis e la teckhè, la tecnica in greco e l’arte di fare la città-stato, il bene comune. Io penso che oggi i poeti gli artisti sono quelli che facciano veramente  politica.  Però, non mi sento legato a Sinisgalli, sostanzialmente perché innanzitutto è un poeta e io non mi definisco un poeta, è una parola troppo forte mi darebbe molta responsabilità.  Di Sinisgalli mi attrae che lui è un lucano Io amo la tua terra che sento anche un po’ mia, ed il fatto che è ingegnere, e quindi ha dovuto creare questa sincronizzazione tra emisfero cerebrale destro che la sede della poesia e dell’arte con l’emisfero cerebrale sinistro che la sede della logica della fisica della matematica: lui è un ingegnere, mettere insieme i due emisferi che poi credo che sia il problema di oggi cioè oggi l’essere umano è schiavo l’appunto di questa di questa disfunzione, abitando solo nella logica dell’emisfero sinistro. Sinisgalli è stato capace di coniugare campi distanti, ha quindi ha una visione poliedrica ed è bellissima questa cosa. Luciano De Crescenzo lo sento molto mio, soprattutto quando diceva: “Sostituiamo il PIL con il FIL”, Felicità Interna Lorda, una della massime più belle di un artista che ha avuto i riconoscimenti che meritava, come quelli dati a Camilleri, con il suo Montalbano, che però nella vita aveva frequentato i salotti giusti, quelli non praticati da De Crescenzo. Dici olistico, hai ragione, io sono un globalista e non sono un determinista. Sono un operatore olistico, non separo mai le diverse parti del corpo”.

Ambientalista ma non massimalista, sembra che ci sia un ritorno alla natura – molto ha inciso il Covid- oppure è solo una moda, un periodo passeggero. Ritorneremo a convivere e rispettare l’ecosistema oppure a saccheggiare le risorse che infinite non sono. In Brasile, Bolsero ha detto, che l’Amazzonia non è il polmone del pianeta e in pratica ci ha detto di farci gli affari nostri…

“Ambientalista ma non massimalista. Secondo me l’ambientalista oggi è un ideologo, ho conosciuto molti ambientalisti che poi a casa picchiano le mogli, ambientalisti che non sanno cosa fare se la domenica pomeriggio piove e stanno “scofanati” in un divano. Ecco io preferisco essere Maurizio Picariello solo uno che è attento alla vita, un osservatore: l’osservatore influenza la cosa osservata, diceva Capra. Certamente non sono un determinista e neanche un massimalista, in senso stretto, anche se alcune cose che dico sembrano estremiste, ma in realtà sono frutto solo di un ascolto. Le persone spesso non le sentono semplicemente perché non si ascoltano: l’artista non è qualcuno che ha qualcosa più degli altri. L’artista solo è uno che si ascolta più degli altri è un fatto di ascolto interiore. Inclina aurem cordis tui, diceva Benedetto, poni l’orecchio sinistro sul cuore per ascoltarti. Ecco, l’artista non ha niente di più, solo  questo coraggio di ascoltarsi Amazzonia polmone del pianeta.., secondo me Bolsonaro in parte ha ragione. Noi viviamo di etichette, etichettiamo e siamo etichettati. L’Amazzonia non è il polmone del pianeta, è vero che è una superficie enorme ed importante, ma ce ne sono tante che hanno dei funzionamenti ambientali importanti. Non è un fatto di temperatura alta, giacché anche il termine cambiamento climatico è un termine improprio, visto che il clima cambia sempre, il clima è incostante. Ti faccio un esempio: quando i Visigoti entrarono nel 476 dopo Cristo e conquistarono Roma, passarono dalle Alpi in una zona dove oggi non si passa, perché ci sono degli ghiacciai. Quindi significa che nel 476 la temperatura era più alta di oggi. Ancora,  sono state trovare nel basso medioevo molte Tombe dei vichinghi si trovano in Germania anche nella zona confine tra Austria Svizzera e  Italia perché questo perché probabilmente  che avevano lasciato la loro terra la Scandinavia quindi Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia l’attuale Estonia e  Lituania perché le temperature troppo basse.  Evidentemente, avevano cercato di scampare alla morte andando a cercare climi più favorevoli. Poi, la  temperatura è sempre in variazione. Che la gente ascolti Michael Shellenberger, un ambientalista, uno scienziato non  massimalista”.

 Picariello, lei è di Avellino, un Irpino, dunque un osco come lo erano i Lucani. Qual’è il suo rapporto con la Basilicata.

“Anche da un punto di vista linguistico, osci se vogliamo racchiude una grossa fetta dell’Italia meridionale dal Molise –  altra regione che amo – alla Campania, alla Basilicata, una bella percentuale della Puglia e della Calabria. Si, il mio rapporto con la Basilicata è molto forte. Mi sento un cittadino del mondo, ma gli altopiani Lucani mi fanno impazzire. Tutte le volte che mi tocca venire a fare lo spettacolo della Basilicata, vuol dire ritrovare e riconoscere la bellezza di un territorio che è la tua Lucania, la mia. È una cosa che forse a parole non riesco a dire, come tutte le sensazioni che se ci pensi non si riescono mai a ben spiegare”.

Fa un bel programma visibile anche su Youtube, Pillole, Lei è anche un cosmopolita, ho ascoltato un suo brano in inglese “Diamond e rush”, cantato assieme a una artista dalla vocalità straordinaria, Clara Moroni.

“Fondamentalmente, io parlo solo inglese. Il brano a cui alludi è cantato assieme a questa artista che oltre a una voce  straordinaria e anche unaa artista conosciuta, perché  Clara Moroni è l’unica  corista di Vasco Rossi. Un video girato a Parma nel 2014, “Diamond and Rust” il titolo, una mia poesia contenuta in “Diamante e ruggine”. Fa parte dell’album “Wandering Minstrel”, del 2014, masterizzato presso gli Abbey Road Studios di Londra”.

Picariello ma la “Bellezza salverà il mondo” oppure no, diventeremo avatar, controllati da un Grande Fratello digitale?

“C’è un passaggio di Siracide, Antico Testamento: “ Non lodare un uomo per la sua bellezza non detestarlo  per il suo aspetto. L’ape, è il più piccolo degli esseri alati ma il suo prodotto ha il primato fra i dolci sapori. Un testo di almeno 1.000 anni prima di Gesù, già qualcuno si poneva lo stesso problema sulla bellezza. Probabilmente, diventeremo Avatar. Guarda, io credo che il termine Avatar sia bello: deriva da quella parola Indù, ‘avatara’, che significa ‘essere angelico’ è in questo senso è bellissimo diventare Avatar. Oggi però noi diamo il significato degli internauti, tu praticamente ti puoi fare quattro cinque dieci identità diverse su ogni canale social su TikTok su Instagram su Facebook su WhatsApp. Puoi farti la tua identità ed essere così come hai desiderato essere e non sei, e questo è un grosso svantaggio perché io credo che ogni persona debba essere quello che è, perché se non sei quello che sei veramente, poi la malattia compare. Ce l’ha dimostrato la pandemia in atto, e ci ha fatto scoprire anche questa parte nostra questo fatto di non aver mai avuto a che fare con noi stessi e ci siamo trovati molto a disagio: rapporti sgretolati in famiglia; separazioni e divorzi in aumento; litigi e femminicidi;… Questa epidemia è stata anche una pandemia psicologica. Dobbiamo tornare un po’ a noi stessi, come diceva Benedetto: Inclina aurem cordis tui, ascoltare  il nostro cuore, tornare un po’ più bambini. Questo è il mio messaggio: amarci di più, sentire di più l’anima. Forse, per questo trovo spesso le porte chiuse in molte feste, in molte occasioni pubbliche o eventi, laddove gli organizzatori, gli amministratori, i parroci, i presidenti di associazioni preferiscono mettere uno stand gastronomico con vino salsicce e fagioli, cotechino e patate, più che portare un menestrello che fa cultura. Preferiscono curare più lo stomaco che il cuore”.




Intervista tratta da 


Nel prossimo post pubblico la sua canzone di cui parla nell'intervista.

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