Doppelgaenger
L’ho
letto d’un fiato, senza respiro. Storia di’ “archeologia telematica”.
Non
l’ho vissuta, perché ho preso confidenza con internet solo da alcuni anni,
Prima, quando il Virtual Places
VPchat era un software elitario, io ne ero out. Non ne conoscevo neppure
l’esistenza. Usavo il pc solo per la scrittura, poco più di una comoda macchina
da scrivere.
Leggendo
il libro di Anna Montella, si è spalancata una finestra su un mondo a me
sconosciuto. Appassionante, divertente, accattivante e forse…un tantino
bugiardo e trasgressivo! Certo, è comodo nascondersi dietro un nickname,
immaginando di essere “altro” e farlo credere ai frequentatori del salotto
virtuale. Così ci può trasformare in principesse, in donne fatali, in timide
colombe o neri corvi, finendo col crederci noi stessi e facendolo sembrare
all’interlocutore, virtuale anch’esso.
Oggi,
con le piattaforme sociali come Facebook, Twitter o Linkedin non si può mentire
più di tanto, si usa il proprio nome, ci si scambiano opinioni, spesso
intellettuali, altre volte solo battute scherzose, per rialzare il morale:’è
tanto bisogno anche di questo, in un mondo che raramente dipinge un sorriso sul
volto degli umani.
Ma
lascio scoprire ai lettori l’affascinante mondo di Doppelgaenger, descritto in
modo accattivante, tecnico e romanzato, dalla bravissima autrice.
La
sorpresa maggiore l’ho ricevuta nel leggere le fiabe di Anna. Straordinari
mondi fantastici, fuori dagli schemi usuali. La narrazione fa uso di cesellature letterarie di gran
pregio. Perciò quel che mi ha colpito in modo particolare, è la perfetta padronanza della
scrittura, confermando l’essenza di autrice letteraria a tutto tondo.
“Ma esiste un posto, ai confini
dell’arcobaleno, e in quel luogo, dove i desideri dimenticati dagli uomini
continuano a vivere nei petali di un fiore dall’anima di cristallo, fantasmi evanescenti
di un altro luogo e di un altro tempo, riempiranno il silenzio dell’eco di ciò
che è stato…”
Forse
Anna Montella lo conosce quel posto, ed è probabilmente lì il luogo nel quale
va ad attingere le sue storie meravigliose…da mille e una notte…e altrettanti
giorni!
Danila
Oppio
Non conosco il libro ma se Danila ne parla in questi termini bisogna crederle.
RispondiEliminaD'altronde le fiabe sono invenzione pura per raccontare della vita, compresa quella degli elfi e loro parenti che hanno tanto da insegnarci.
Un brindisi per Anna Montella e un plauso a Danila.
Gavino