Disquisizioni sull’arte (su Rouault per il quale non pubblicherò mai una galleria d'arte)
Nell’inviare al caro amico Tommaso Mondelli l’immagine di un mio quadretto, un dipinto ad olio del lontano 1971, lo definii un
quadro brutto e maleducato. Ecco la risposta:
Buon giorno a te e a “quel quadretto
brutto e maleducato” del paesaggio ... 22 anni! Ma perché brutto e perché
maleducato? Non è un disegno espresso o riportato ora in varie coloriture? Sarà
un diverso e il diverso non è brutto. In un certo senso per me esprime certi
aspetti del mare salernitano. La natura viva dice qualcosa da sé mentre la
natura morta o la fantasia, esprime l’anima e il desiderio dell’artista
che lo ha posto in essere.
E’ quel che sento in
me verso un’espressione artistica naturale o artificiale, il farmi
sentire qualcosa come una poesia tacente. Tu sei una bravissima artista
pittorica, nei tuoi quadri c’è talento, anima e senso dell’amore.
Tommaso Mondelli
Volevo precisare il brutto e
maleducato, riferito al mio dipinto di quando avevo 22 anni: l'ho scritto
apposta, in contrapposizione a chi si incensa.
A mio avviso, devono
essere gli altri a decidere se le opere siano belle o meno. E' uno dei difetti
principali di molti artisti o pseudo-tali, quello di una esagerata autostima
riguardo alle proprie creazioni.
Quindi, per contrapposizione, ho
detto che il mio quadro è brutto e maleducato e ne sono persuasa, perché
all'epoca non sapevo creare i giochi di luci e ombre, come invece avrai notato
nel quadro che ti ho inviato, dopo un'adeguata scuola. La prospettiva, la luminosità
che va a finire in una sfocatura finale, sono tecniche che da ragazza non
conoscevo.
Ora è chiaro perché ho detto quelle
cose, riguardo al mio quadretto? Lo noti come sia privo di profondità, ovvero decisamente piatto? Osserva la differenza in quest'altro quadro, che ha lo stesso soggetto, ovvero il mare, dopo adeguati studi perseguiti in un'età più matura.
Dani
Se facciamo qualcosa che ci piace, è
legittimo provare soddisfazione a titolo di premio. Quando partecipiamo a un
concorso per posto di impiego o letterario, portiamo qualcosa che è sapere e
creazione e ci auto-promoviamo. E l’eventuale sconfitta è uno schiaffo a viso
aperto da parte di altri che non vedono la stessa cosa, cioè la nostra anima
che è lì dentro. Dove è l’errore? C’è la visione di due persone che guardano la
stessa cosa e non sono dello stesso avviso. Ma nel concorso c’è il
primato del secondo sul primo ed è una regola che esiste anche nel campo
giudiziario senza limiti di tempo e i concorsi hanno una scadenza
fissa altrimenti non avrebbero senso.
Siamo esseri umani
invidiosi e malfatti. A pochi km da Pinerolo c’è un paese che si chiama Cavour
(il paese dei mangioni) i cui abitanti si esprimono così: se non mi vanti tu
mi vanto io. Simpatico, no? Ma è solo a Cavour. La pigrizia e l’insicurezza
delle persone in genere, forse un po’ tutte, chi più e chi meno, è la chiave
sbagliata di tutto questo.
Siamo diversi ed è
naturale che siamo portati a fare, pensare e dire cose diverse, come anche
amare oppure odiare.
A volte mi viene da
dire che siamo dei gusci vuoti e invece di riempirli vuotiamo quelli degli
altri. Le relazioni umane sono per migliorarci a vicenda.
Tommaso Mondelli
Sono persuasa che, prima di ogni
altro, dobbiamo essere noi stessi ad essere soddisfatti di qualcosa che abbiamo
fatto. Questo è indubbio! Vantarsene con altri, non lo ritengo elegante. Non è
giusta neppure l’eccessiva modestia, perché ritengo che spesso sia una forma di
snobismo. Una cosa certa è poter dire: ho fatto qualcosa che mi soddisfa, ma
saranno altri a dire se ha suscitato in loro una qualche emozione. Che sia un quadro,
un disegno, una poesia o un racconto in prosa, ma anche un oggetto artigianale,
poco importa. Chi l'ha prodotto, deve essere il primo a sentirsi appagato del
suo lavoro. E' bello fare qualcosa per se stessi, ma se poi quel qualcosa si
può condividere con altri, è ancor meglio. Prendi per esempio un musicista: se
scrivesse le proprie opere solo per sé, che giovamento potrebbe ottenerne? Io
ringrazio sempre coloro creano buona musica, che mi dona il piacere
dell'ascolto. Così lo stesso piacere nasce nel leggere gli scritti altrui. O
guardare dei bei dipinti. Oggi l'arte, in tutte le sue forme, è
decadente. Tutto si riduce a livello di esperimento, e si dimentica il
BELLO!
Qualche anno fa a Legnano, hanno
allestito la mostra dei dipinti di Rouault, denominata Miserere. Materialmente il Miserere si presenta come una serie di 58 incisioni realizzate da Rouault tra il 1917 e il 1927. La tiratura è stata conclusa nel 1927. Solo nel 1948 tuttavia l'opera è stata diffusa. Quadri in
bianco e nero, con tratti marcati, figure deformi, di una tristezza inaudita.
Dalla visita alla mostra me ne sono uscita con una sensazione deprimente...eppure
l’artista è osannato dalla critica.
Questo è un suo dipinto e tutti gli
altri hanno lo stesso impatto visivo.
Se questa è arte… ti prego, lasciami avere dei dubbi in proposito.
Non si trova più l'impegno di
Caravaggio, di Raffaello, e neppure quello di altri pittori più recenti, come i
macchiaioli o gli impressionisti. A mio parere, certi quadri si realizzano
in meno di un'ora, esattamente come gli scarabocchi dei bambini delle elementari.
Se dovessi esprimere il mio parere a un critico d'arte, scandalizzato mi
risponderebbe che non ne capisco un cavolo, per non dir di peggio. Nessuno però
mi toglie dalla mente che questo dipinto è una "cagata pazzesca", come direbbe Fantozzi, e
che trasmette solo un'infinita tristezza.
Danila Oppio
bisogna anche imparare ed esprimere il proprio parere, anche se contrario al giudizio della critica, perché talvolta i critici hanno tutto l'interesse a parlar bene di un artista, per poi poter allestire mostre che renderanno loro un certo guadagno. O pubblicarne degli articoli - ben pagati - sui giornali nazionali ed esteri. Ricordo quando si osannava a Pietro Manzoni, con i suoi escrementi chiusi in un vaso...permettete vero se dico senza timore di sbagliare, che si trattava di una cagata pazzesca? Tale era realmente! E
RispondiEliminamentre Manzoni (Pietro e non Alessandro) se la rideva di gusto, i vari critici e estimatori (di merde) si sdilinquivano in iperboliche lodi. Danila