Dipinto ad olio di Aurora Giuffria |
IL PUNTO OMEGA
Dopo, s’addormentava come un
sasso;
durante, era un vulcano: a
flusso libero,
da estrosa moglietèra
post-ellenica
(insegnante di lettere in
carriera,
grecista/latinista in pianta
stabile),
passava come niente a
intrattenermi
su Archiloco, Catullo…e il
Punto G.
Quel giorno (anche il
perverso viene a noia,
specie s’è inverno e uggioso
è il pomeriggio)
volli tenerle almeno un
occhio sveglio.
“Post…cheee?”: un’erinni
scossa dal letargo,
tuonava “Iiiiiio?! Son tutta
un’ode classica!”
Le avevo dato della
post-poetica…
O tecnico-prosastica, a
metà.”
Credo non afferrasse il
senso esatto:
mi accusa di parlare per
enigmi
o, peggio, d’esser figlio
di una sfinge
e di un papiro spurio,
pseudoegizio.
(Pare che ci sia un perché,
ma vuol spiegarmelo
quando so farne a meno: come
il resto,
darmene illustrazione in quel frangente.)
Non era in ogni caso solo
questo
ad indignarla: il fatto è
che – sorpresa! –
poc’anzi, cioè nel mentre,
in corso d’opera,
non so se per rivalsa o per
ripicca,
l’avevo annichilita con la satira-
la quinta dell’Ariosto, sst!
capirete…
Sul talamo sconvolto, mi
puntava
contro la fronte un’unghia
color sangue.
“La liricaaa...sbaitava –
(M’ero alzato,
ero già in bagno onde
evitare il dardo…) –
“La liricaaa… e ascolta, non scappare!
La vera grande lirica è scomparsa…
e tutto il rimanente, devi ammetterlo,
è squallido ciarpame! E’
porcheria.
Quando manca l’amore…quando manca…
(Tornavo indietro, per
vederla in faccia:
il tono mi pareva
innaturale?)
l’ideale connubio amore-cuore…
quell’implicita rima…sottintesa
come dato di fondo,
imprescindibile…
niente da fare…(E qui le tremolava
la glotta, appena) la poesia
è pros…tàtica.”
“E’ il Punto… Omega, cara…”
– farfugliavo,
calzandomi una scarpa – “Il
punto cheee?”
“O-me-ga. In quel…finale
dannunziano…”
(Mi masticavo un chicle: lei
fumava)
“…sta nel contrasto netto àntea-pòstea…
nel capovolgimento
illuse-illude
che chiude il sacro viaggio
nel pineto.”
“Giocolerie verbali! Sai che
io…”
“E’ un excipit nodale…” – “Senti,
senti!...
Decadentismo sterile…e nel
lessico
già gratuità moderne, per
dis…lettici.
Muoviti! – m’intimava,
mentre lei
già s’infilava una T-shirt,
sbuffando
recuperava i jeans sul
pavimento –
“Spicciati! Non star lì come
un babbeo!”
“…Che a voi, baccanti
snaturate, sfugge.
Omeeega, riprendevo. “Vuoi
piantarla?
Creeepa! Son già le
quattro,” scalpitava,
“tua figlia avrà finito il
doposcuola…
(“E andiam di fratta in fratta…“: canticchiavo)
Daaai, che ti aspetta! La
fai tu la spesa?
Fa’ un salto in tintoria, a
saldare il conto.
Porta anche ste lenzuola…sei
capace?...
Devo schizzare! Ciao, vado
in palestra.
Poi ho il consiglio di
classe…farò tardi.
Prepàrati un boccone. O
mangia fuori…”
(…or congiunti, or disciolti,” ; proseguivo)
…ma non lasciarmi in casa, come al solito,
il micio senza cena! Da nazista”.
“E’ un bivio…”- concludevo,
mentre lei
sbatteva l’uscio senza più
voltarsi –
“Sicut in vita, item in poetica:
il cuore cambia strada se
l’amore
ormai è un PSA, solo una
prova
di funzionalità
post-post-pros…aica”.
Roberto Vittorio Di Pietro
Torino,
21 dicembre 2014
Caro Di
Pietro,
Le sono
vivamente grato dell’invio della Sua opera forte e inventiva, avventurosa e
bizzarra, grottesca e severa e appassionatamente morale.
E’ una
luce profonda nel buio del nostro tempo.
Con i
più affettuosi saluti.
Giorgio
Bàrberi Squarotti
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