Come
ulteriore tributo di personale gratitudine all’autrice, mi è gradito accludere la
seguente lirica tratta dalla mia silloge “IN
SOLILOQUIO DIALOGANDO”. Nel testo originale la si trovava simbolicamente affiancata,
non a caso, da una delle varie raffigurazioni artistiche dell’Angelo Shekinah.
Shekinah è l'ortografia inglese di una parola ebraica grammaticalmente femminile, che significa dimora o assestamento, ed è usata per indicare la dimora o la sedimentazione della presenza divina di Dio. Soprattutto nel Tempio di Gerusalmme, la Shekinah è considerata da molti colei che rappresenta gli attributi femminili della presenza di Dio. E la shakti, che corrisponde all'energia femminile della divinità indù. Il concetto cristiano più vicino alla Shekinah è quello dello Spirito Santo. La Shekinah è indicata come manifestazione nel Tabernacolo e del Tempio di Gerusalemme, in tutta la letteratura rabbinica.
(Ndr)
“…sì come rota che
igualmente è mossa,
l’amor che move il sole
e l’altre stelle.”
B E A T I T U D I N E
Ah se oltre il fine
ch’è di là dagli astri
giunto al cospetto
della Teofania
più nessuno
rapito si sentisse
a gioirne in egoica
libertà!
Se di un’unica
aurora
rivestiti!
Se in un quieto
corale girotondo
cullarci
sopra il cuore
in trasparenza
l’Una
assoluta eterna
Verità!
Oh quando! ognuno fosse
la nivea luce altrui
e l’altrui canto
d’estrema solidale
beatitudine
non tua, non sua,
né più soltanto mia:
nel fulgore
indistinta
da ogni altra
e come l’altra ormai
irriconoscibile
nel concertato
unanime peana
all’Una
inseparabile
Armonia.
Roberto Vittorio Di Pietro
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