CONTACTLESS: LA NUOVA
FRONTIERA DEL FURTO D’IDENTITÀ.
Giancarlo esce fischiettando dalla sua
stanza da letto e guarda giulivo la sua PostePay che stringe tra
l’indice ed il medio della mano destra.
«Finalmente! Ce n’è voluto di tempo! Ma
alla fine ogni cosa è andata a posto!»
La mamma, sentendolo, si affaccia sulla
porta della cucina e gli chiede il motivo di tanta gioia.
«Mamma – replica Giancarlo – devi sapere
che proprio adesso Poste Italiane mi ha accreditato sulla mia nuova PostePay, a titolo di rimborso, 127,00 euro!»
«Per quale ragione?»
«Mamma, è una storia che mi ha tenuto col
fiato sospeso per alcuni mesi…»
«Non menare il can per l’aia! Per favore,
puoi essere più chiaro?»
«Va bene. Tutto iniziò tre mesi fa,
quando mi recai all’agenzia convenzionata con l’Università per pagare una rata delle
tasse del terzo anno accademico. Compilai i moduli relativi e inserii nel POS
la mia PostePay per eseguire il
pagamento… Ma per ben tre volte, tre furono i miei tentativi, il pagamento
venne respinto da Poste Italiane, il gestore della mia carta di credito.
Sconfortato e confuso ritornai a casa senza dirvi nulla e ne controllai subito
sul computer i movimenti e il saldo. Vi figuravano una decina di addebiti di
una ventina di euro ognuno. Uno mi saltò subito agli occhi: un abbonamento
mensile ad iTunes di Apple. Ma io non ho mai posseduto
un iPhone od un iPod e perciò non avrei mai potuto
abbonarmi ad un programma simile. Contattai telefonicamente il call center di Apple
per cercare di risalire mediante il numero del contratto alla persona che lo
aveva stilato, allo scopo di recuperare qualche spicciolo dei miei piccoli risparmi.
Ma Apple mi rispose picche, senza mezzi termini! Per loro la Privacy del loro
cliente non andava infranta. Ma così facendo presero le parti di un
delinquente!»
La mamma trasecola percependo il livore
del figlio nel pronunciare quest’ultima frase. Ma non lo interrompe.
Giancarlo, infervorato, non se ne accorge
nemmeno e continua a narrare la sua Odissea. «Mi recai all’Ufficio postale qui
vicino per ottenere chiarimenti. L’impiegato, al quale avevo esposto la mia
disavventura, mi disse di recarmi dai Carabinieri per effettuare una denuncia
di disconoscimento dei movimenti di denaro che risultavano addebitati sulla mia
PostePay e di ritornare con essa. Così feci. La esibii nell’ufficio
e poi compilai rapidamente allo sportello alcuni moduli, quindi mi fu annullata
la carta dopo aver prelevato quei pochi spiccioli rimastivi sopra e ritornai a
casa titubante, perché mi fu detto di aspettare per un eventuale rimborso delle
somme addebitate. Mi consegnarono anche una PostePay nuova e distrussero fisicamente quella compromessa».
«Ecco perché correvi sempre al computer!
Ma fammi capire, mi sembra tutto assurdo e campato in aria!»
«Adesso vengo al dunque… La mia carta di
credito aveva questo simbolo che sembra un’onda… Lo vedi?» dice Giancarlo
mostrando la sua nuova PostePay alla mamma.
«Sì, ma ancora non capisco!»
«Adesso ti spiego l’arcano. Una carta
simile può essere inserita nell’apposito dispositivo per essere letta allo
scopo di fare un pagamento. Ma è pure contactless, cioè è a sfioramento e
possiede un chip chiamato RFID che genera piccoli campi magnetici che ne
permettono la lettura anche da una certa distanza e non necessariamente per
contatto. Basta sfiorare un lettore da una distanza ragionevole, senza toccarlo
e si può eseguire lo stesso un’operazione. È questo il significato dell’onda
che ti ho appena fatto vedere. Probabilmente, all’Università o in qualche altro
luogo, qualcuno con un dispositivo simile mi si avvicinò e mi lesse la carta.
Poi si recò a casa, scaricò sul computer tutte le credenziali che in questo
modo aveva appena rastrellato nella sua caccia e cominciò ad usarle per fare
acquisti spacciandosi per ogni singolo proprietario beffato.
Questa è una nuova forma di furto d’identità:
le credenziali di una carta devono assolutamente rimanere segrete e se qualcun
altro ne viene in possesso le può utilizzare al pari del legittimo
proprietario! Al quale ha rubato l’identità…»
La mamma sgrana gli occhi e si morde le
labbra: «Allora siamo in mano ai malfattori!»
«Non è del tutto vero! Esiste una carta,
chiamata RFID blocker, che posta sulla faccia esterna
della carta di credito ne impedisce quasi totalmente la lettura. Quella che ho
comprato io, dopo averne sofferto la mancanza, costa in media una decina di
euro, ma vi sono soluzioni similari di vario prezzo. Poi, come hai visto,
interviene pure la propria banca».
«Tu hai parlato della PostePay, ma le carte di credito delle banche convenzionali…»
«Questa è la mia esperienza e quello che
ti ho raccontato è tutto ciò che ho appreso a mio danno. Prova a chiedere alla
tua banca qual è il suo comportamento in materia. Mamma, finalmente adesso ti
posso restituire il prestito che mi hai fatto il mese scorso!»
Giancarlo, saltellando giulivo, esce di
casa per fare un acquisto con la sua carta di credito protetta dal RFID blocker.
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