POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

mercoledì, aprile 14

IL LUPO BUONO di RENATA RUSCA ZARGAR

Il lupo buono

di Renata Rusca Zargar


Il lupo, un po’ triste e solo, avanza nella neve alta. Ormai è inverno e, sulle montagne, non c’è quasi nulla da mangiare.
Forse, vicino alle prime case, potrà trovare qualche avanzo di cibo. E, forse, nella campagna intirizzita, potrà trovare una compagna con la quale dividere le sue preoccupazioni.

Cammina, cammina, pieno di pensieri.

A un tratto, nel silenzio ovattato delle distese di neve, ode un lamento disperato.

Si ferma ad ascoltare: è un belato.

Forse, pensa senza entusiasmo, dietro a quegli alberi, c’è il cibo che lui desidera da tanto tempo!

Eccola là, infatti, la pecora, piccola, infreddolita, sperduta. Ha perso il gregge, la strada di casa, tutto.

Come si può uccidere una creatura così indifesa e sfortunata?

Il lupo non ne ha il coraggio.

Ma abbandonarla in quel luogo e andare via è come ucciderla: morirà di freddo e di paura. Che fare?

È difficile la vita di un lupo dei tempi moderni!

Lui sa dove si trova l’ovile, lo sente col suo fiuto esperto, il calore e l’umore della tenera carne arriva fino a lui.

Con infinita pazienza, spinge la pecora inerme passo passo verso la casa e la salvezza.

Sono quasi arrivati, e la pecora non ha mai smesso di belare.

Il pastore la sente, imbraccia il fucile, si precipita fuori.

Vede il lupo e spara.

Di corsa, si avvicina alla pecora, che non ha capito ancora niente, ed esclama: “Poverina, voleva mangiarti!” e, premuroso, la riconduce all’ovile.

Sul campo è rimasto solo il lupo: davanti ai suoi occhi scorrono le immagini dei giorni felici quando i suoi fratelli del branco non erano ancora stati uccisi dall’uomo. Quante corse sulle montagne, quanti ululati d’amore e di gioia!

Ora si avvia ai prati del cielo, un po’ stanco, mentre la neve, tutto intorno, si fa rossa.




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