Ciao
Angie! Carlo ed io le abbiamo appena “assaggiate” insieme, Le frittelle del
Papa, e mi ha detto di dirti che è una parabola molto bella! Pensa, ha usato
proprio questo termine, pur non avendogli mai accennato che l'avevi a suo tempo
tu stessa definita così!
Si
complimenta con te, e a me spiace solo che non sia stata pubblicata su Youtube,
per poterla inserire, recitata, nei vari blog!
Dani
Diamo tempo al tempo, Dani. Dentro di me ho sempre
saputo che in qualche modo le Frittelle sarebbero arrivate al Papa. Ci avevo
provato personalmente, scrivendo a non so quale vescovo che sembrava persona
molto aperta e anche portando il bel segnalibro alle Edizioni Paoline e poi
avevo chiesto anche a te di aiutarmi, ricordi?, con le tue conoscenze
carmelitane. Ma non è successo nulla. Forse perché non c'era il Papa giusto e i
suoi si uniformavano come pecore grigie al Pontefice in carica.
Qualcuno scrisse "C'è una stagione per ogni cosa
e un tempo per tutto, sotto i cieli". E adesso è il tempo che Carlo è
tornato a casa. Guarda che 'tornare a casa' è un'espressione meravigliosa
perché significa sapere che esiste un posto per noi dove saremo accolti e
non saremo stranieri ma di famiglia. Questo è forse il grande compito che
abbiamo tutti in questo inizio secolo.
E a questo proposito ti allego il pezzo che ho
pubblicato sul blog di Renata (SENZAFINE) in settembre-ottobre.
Leggilo con Carlo, per favore, vorrei sapere cosa ne
pensate.
Theodore Gericault : la zattera delle Meduse |
Ciao, a più tardi se vuoi.
Angie
Zattera
Ormai, siamo tutti su una
zattera.
La stessa zattera, anche se
talvolta sembra grande come un continente e talvolta piccola come è la nostra
casa.
Tutta la Terra è un’unica
terra, come se la deriva dei continenti li avesse di nuovo riuniti tutti
insieme.
C’è il mare tutto attorno a
noi e da lui arrivano le grida dei migranti sulle loro zattere microscopiche
ansiose di sbarcare su un’altra terra che non c’è.
Intendo migranti poveri e
migranti ricchi. I primi cercano solo la salvezza, i secondi cercano la
salvezza nella ricchezza.
Due diversi modi di fotografare
il fenomeno mettono in evidenza il destino in piccolo e il destino in grande.
Ma la zattera è una.
E’ venuto il tempo di
sentirlo.
Che la Terra è una, una
sola. Unica. Per tutti.
Non ci sono più zattere che
navigano lontano, ognuna proteggendo la propria cultura e il proprio aspetto.
Ognuna è sbarcata
dall’altra.
Il viaggio è arrivato al suo
termine.
Cioè, finalmente, al suo
principio.
(Angela Fabbri, 22 settembre
2014)
Zattera 2 (La
Vendetta?)
Se alla fine tutto andrà
storto, ci si rifiuterà di capire, non verrà ridata dignità agli umili senza i
quali la comunità non tiene, resteranno 3-4 persone sulla zattera e tutti gli
altri a mollo intorno…
Immagine che, oltre ai film
coi buoni e i cattivi nel finale di giustizia è fatta, evoca un bel po’ dell’
Inferno di Dante illustrato da Gustave Doré.
Personalmente preferisco
cancellare l’immagine sciacquandola via e pensare che sia solo un brutto sogno.
Per
mera curiosità. Angie, sono andata a vedere il nuovo blog di Renata. Ma non
sapendo sotto quale etichetta ha pubblicato la tua zattera, ho pensato che
fosse naufragata...ma per colpa mia, perché non la trovo.
Ho
letto, ma il tuo pensiero è simile ad Armageddon, perché pare proprio che andrà
a finire così, con una catastrofe mondiale! E Carlo in questi giorni è già
catastrofico di suo, tanto è depresso e cerchiamo di distrarlo con discorsi
leggeri, musica piacevole e nessun argomento che dia da pensare seriamente. Nella
sua mente, il mondo, per quanto lo riguarda, è già finito. Si vede finito.
Allora mi perdonerai se non farò leggere, almeno per il momento, questo tuo
pezzo.
Pare
colmo di speranza, almeno nella seconda parte, credere che si tratti di un
sogno, ma in fondo, volendo essere realisti, siamo davvero su una fragile
zattera che rischia di essere spezzata e affondata dai marosi.
Ma
quel discorso di "a casa" lo comprendo benissimo! E se hai ripreso in
mano Il Paese di Fantasia, c'è quella tua poesia che ho riportato:
Altri
cieli altri mondi
che
finisce con :
Così
ho perduto
le
nuove strade.
E i
mondi si sono invecchiati
e ho
provato
L'irresistibile
voglia di tornare a casa.
(a
pag, 70 e a pag, 71 Proseguo con la favola)
Perfetto,
anche a Smilla è venuta l'irresistibile voglia di tornare a casa.Tornare nel
Paese di Fantasia...
E
si, hai ragione, Angie, avere una casa, e non intendo solo le mura domestiche,
ma proprio le persone che ti fanno sentire "a casa" è un dono
prezioso, e spesso neppure ci si fa caso. L'abitudine cancella la capacità di
apprezzare chi si ha intorno, e non necessariamente devono essere consanguinei.
"A casa" si sta bene, quando ci si trova con persone che
apprezzi, e che ami, e che vedi come una barriera difensiva contro
l'indifferenza del mondo, l'egoismo e la falsità.
Quando
scrivo una email a qualcuno, se quel qualcuno è persona che sento davvero
vicina, ecco, mi sento " a casa". In caso contrario, se sono
costretta a scrivere a chi mi è estraneo, mi sento in balia dei venti
gelidi, non riparata dalla sicurezza di un affetto che mi dà calore e senso di
protezione, per il fatto di sentirmi compresa nel più profondo.
Beh,
in periodo di alluvioni, forse ho esondato anch'io con questa lunga email.
Tornando
alla zattera, e rileggendola ancora una volta, credo che anche tu, come me,
abbia un senso utopistico del mondo...purtroppo da sempre è diviso, dai tempi
biblici della Genesi, quando Caino uccise il fratello Abele. Ed erano solo in
due! Pensa te! Il mondo non riuscirà mai a diventare UNO, perché ci saranno
sempre i contrari: ricchi e poveri, oppressori e oppressi, e i ricchi non
mollano potere e denaro, per elargirlo equamente ai popoli in miseria. Per cui
questi ultimi cercheranno scampo sul fragili zattere, e spesso naufragando
miseramente, mentre gli altri se la ridono, sui loro yacht di
lusso,indifferenti e persuasi che così ci saranno meno bocche da sfamare.
Cinica? No,amore, solo realista!
Ciao
Dani
Penso sia solo questione di cultura. Nessuno di noi ha
mai esperimentato la pace e così a ognuno di noi viene solo in mente di fare la
guerra. E, se non si è un governo o un mondo integralista di una qualche religione o gli affiliati di una setta (commerciale, mafiosa ...), si fa la guerra a chi
ci sta vicino.
E possono essere davvero i vicini di casa, ma ancor
più facilmente chi vive nella stessa casa con noi, o addirittura chi amiamo.
Senza guerra non c'è pace: che stupida frase! Ma
comincia proprio quando due innamorati litigano e poi ridicono l'altrettanto
stupida frase: è bello litigare perché poi si fa pace.
Ora, poiché su una zattera ci siamo già e ci siamo
tutti, poveri e ricchi (poveri e ricchi poi di cosa?), siamo noi che dobbiamo
allargare la zattera fino a farla diventare un bastimento dove tutti
potremo stare comodi e trasformare i focherelli accesi per scaldarci in
luce elettrica e calore continuo: non è andato via così il progresso
tecnologico?
C'è sempre del buono nelle invenzioni quando non
si vuole per forza farne un ricavo.
E' solo questione di cultura. Che si costruisce con
l'abitudine a un comportamento nuovo.
Poiché sono priva di questa cultura e sono sorretta
solo dal buon senso, non so che altro dire, per ora. Sono disorientata, confusa,
legata a quel pochino di benessere che ho conquistato con tanta fatica e
insieme cerco di abituarmi a pensare che forse, di questo benessere di cui sono
affezionata custode, dovrei fare un uso migliore.
Di una cosa sola sono certa: se mantengo il problema
vivo in me giornalmente, mi entrerà dentro anche una nuova cultura un po'
alla volta.
Angela
Mi sento molto triste, sai Dani?, mentre
ti scrivo quello che ti ho scritto poco fa. Ma mi sento anche
molto unita. Unita a te.
Amore
mio! E non fraintendermi, Angie, Ti amo come una sorella, o forse di più, non
so valutare i sentimenti...non si possono misurare! Non c'è una cultura nei
sentimenti: sono selvaggi, e se non lo fossero, sarebbero finti, costruiti, e
non sono cose per noi, soprattutto non lo sono per te, che ami la sincerità, la
spontaneità e la verità.
Quello
che mi hai scritto è molto bello, è una verità che tocca il cuore. Parlo anche
della precedente, alla quale rispondo qui.
Emblematico il senso di proprietà! Nessuna condivisione neppure su un'isola deserta! |
Tolstoj
ha scritto Guerra e Pace ed è un classico della letteratura. Senza entrare nel
contenuto, il solo titolo è un dato di fatto. Ma come l'hai descritta tu,
quella pace che viene dopo un litigio o una guerra, la si apprezza solo in
questo modo. Dopo una guerra, che sia una guerra personale tra due persone, che
magari si amano intensamente, o tra popoli, solo dopo la tempesta, si gusta
appieno il sereno. La stupidità umana è non capire che si può vivere in
pace, ogni giorno e, al tramonto, è meraviglioso poter dire: "oggi ho vissuto
in pace, con me stessa e con gli altri".
Cultura?
Nessuno è mai colto abbastanza, nessuno ha la sapienza perfetta. Tutti abbiamo
ancora la facoltà di apprendere, di cercare, di scoprire cose nuove. Ma la
tranquillità economica, quella che tu chiami "benessere", te la sei
sudata con anni di lavoro, con viaggi da pendolare, e con la preoccupazione
costante per la tua mamma, che non è poco. Penso che sia ciò che tutti
dovrebbero ottenere, perché la pace viene anche dal non avere difficoltà di
mettere insieme il pranzo con la cena, o un tetto sopra la testa. Se
tutto il mondo avesse di che vivere agiatamente, forse non ci sarebbero liti in
famiglia, non ci sarebbero guerre per espropriare il territorio altrui. Non ci
sarebbero zattere che
portano disperati, quei pochi che arrivano vivi, in un altro Paese.
E adesso ti chiedo, tutto questo che ci siamo scritte,
vuoi che lo condividiamo con qualcun altro?
Ti abbraccio
Dani
Allora dirò di più: Che al tramonto, sia meraviglioso
poter dire: "oggi ho vissuto, con me
stessa e con gli altri". E questo accadrà quando la parola 'pace' sarà
insita nel discorso di ogni giorno.
Questo intendevo, anche e soprattutto, per cultura. L'educazione, messa assieme fin da
piccoli, a costruire.
E allora va bene, condividiamo.
Riguardo a Carlo, anzi, per riguardo a Carlo, lasciamo
i miei articoli al vento del web, dopotutto, una volta che li ho scritti, io
non ci penso più. E scrivo altro. Quando sarò pronta scriverò qualcosa che
commuoverà Carlo a tal punto da farlo tornare a guardare il mondo. Ma non so se potrò
farlo.
Angie
Sono
d'accordo anche sulla tua appendice (non l'appendicite! ahahh), ovvero che ad
ogni tramonto dobbiamo pensare di aver vissuto, di aver vissuto con e per noi
stesse e con e per gli altri. Ho fatto una piccola aggiunta, ma la cosa più
straordinaria è poter dire: oggi c'è stato qualcosa di migliore, per noi!
Vero?
Si
mandiamolo sul web, ma per non interrompere o lasciare spezzato il dialogo,
devo giocoforza inserire anche la Zattera e la Zattera 2 altrimenti i nostri
scambi di opinioni resterebbero un po' criptati.
Ti
sto scrivendo, ma ti vedo, vedo te che porgi un dono (lo scudo) al tuo amico
Marco (non dirmi che ho sbagliato nome!) e vedo un cielo meraviglioso, che hai
fotografato dal tuo ritorno dopo essere stata all'ospedale. Mi chiederai come?
Quando apro una email per te, mi si aprono anche queste due foto. piccole come
francobolli, ma ti vedo! Ed è come averti vicina e parlarti direttamente.
Buona
notte Angie!
Dani
AH!AH! Mi ha interrotto quello che è stato il mio
grande amore, Mauro da Ravenna, con una email titolata,
guarda caso, "La zattera". Era in tema con
stasera.
Va bene. Tu metti su e poi domani avrò il grande
piacere di leggere di nuovo una nostra collaborazione.
Ciao e buona mattinata (vista l'ora)
Angie
Se rispondo solo adesso è perché sono stato incollato con gli occhi e col cuore allo scambio epistolare tra Angela e te. Che dire? Al bello non ci sono aggettivi, al superbo non si può aggiungere nulla. In tutto questo, il gemellaggio tra te e Angela è la più sicura delle zattere che si possa attendere al porto del bene e della pace. Angela è persona squisita, piena di risorse e di vita ed ha un modo brillante di esprimere se stessa.
RispondiEliminaCercate di non interrompete o abbassare questo dialogo, forse non salverà il mondo, ma resterà pur sempre un lume acceso che non sarà mai solo a illuminare le spalle. “Faceste come quei che va di notte e porta il lume dietro a sé non giova e dietro a lui dietro fa le persone colte...” Cito a memoria e a caso (non vogliatemene) un passo di Dante che mi pare si adatti al caso.
Complimenti, con auguri e il mio affetto per entrambe.
Tommaso Mondelli
Io continuo
RispondiEliminaa inciampare perchè nella mia mente c'è davvero poca luce. Un bel grazie a Tommaso che me l'ha fatto capire!
Angela