Le due poesie degli amici poeti Laura Vargiu e Tommaso Mondelli si trovano nell'articolo precedente. Il mio racconto, contenuto nella stessa antologia, essendo più lungo, lo pubblico in questo nuovo spazio.
ANIMA E
SOUL
Anima vagava indisturbata da una stella all’altra, lungo la
nebulosa della Via Lattea, a una velocità molto maggiore degli anni-luce.
Di tanto in tanto, si avvicinava alla Terra,
svolazzava sul mondo, tra la gente. Ancora non era arrivato il momento. Doveva
aspettare. Non era pronta a rivestirsi di un corpo. Sarebbe stata costretta a
portarselo addosso. Imprigionata. Per quale ragione? Doveva attendere che un
vero scopo la invogliasse a diventare un essere umano.
Un gemello. Era necessario trovare il suo alter ego.
I gemelli terrestri, quelli che sul pianeta Terra vedono la luce in
contemporanea, non sono il genere che Anima
cercava.
Ogni volta però che lei si affacciava sul mondo,
assisteva a guerre fratricide, eccidi di massa, una situazione mostruosa…e
restava così ad aspettare che la Pace tornasse sulla Terra.
Da quel che poteva ricordare, nei millenni del suo
girovagare, le lotte tra gli esseri umani non avevano mai avuto fine, e da quel
che intravvedeva nel futuro, sapeva che sarebbero continuate.
Doveva prendere una decisione.
In uno dei suoi vagabondaggi nell’etere, si avvicinò
così velocemente al suolo di quel pianeta, che quasi andò a sbattere contro Soul.
Si trattava di un ragazzo di circa trent’anni, troppo
grande per lei che, se doveva nascere, sarebbe stata una poppante.
In ogni caso, Anima
lesse velocemente nella mente di Soul,
e si avvide che era lui il gemello che attendeva da secoli immemorabili, forse,
da millenni.
Era giunta l’ora di smettere di bighellonare tra le
stelle e decise che, comunque fosse, lei avrebbe incontrato di nuovo Soul, non importa quando.
In quel caso, come essere umano, lei sarebbe stata
visibile e lui, forse, l’avrebbe notata.
Anima s’inserì nel corpo di una bambina che stava per
nascere. Era consapevole che avrebbe gioito, sofferto, si sarebbe ammalata,
avrebbe riso e pianto. Soprattutto, non era certa che la vita del suo gemello,
si sarebbe in qualche modo intrecciata con la sua. In ogni caso doveva tentare,
perché l’esistenza non ha senso, se non incontra l’anima gemella, fosse anche
per un solo anno, mese o giorno.
Trascorse molto tempo, e alcune volte ad Anima parve di aver trovato la giusta
corrispondenza tra altri esseri umani, ma non provava quell’intensa felicità
che avvertì nel momento in cui si scontrò con Soul.
Avrebbe dovuto arrendersi all’evidente. Nella sua
precedente esistenza spirituale, tutto era perfetto. Nessun dolore, e
soprattutto non esisteva la concezione di tempo e spazio. Non vi erano limiti o
barriere a innalzare ostacoli al suo peregrinare. Era piacevole vagare tra le
stelle, avvicinarsi al Sole e non farsi ustionare dai suoi cocenti raggi, Lo
accarezzava e gli sussurrava: “Amore”.
Qui sulla terra, il freddo la faceva rabbrividire, il
calore afoso la soffocava, la mancanza di vero amore tra la gente l’avvolgeva
nella tristezza. Colpita da una malattia, soffriva. E tutto questo era nulla,
rapportato al fatto che, ormai non più giovane, non aveva ancora incontrato Soul.
Ma dove si era cacciato? Sarebbe davvero assurdo
dover morire, e aver vissuto senza mai incontrare l’anima gemella. Per questo
era nata, per questo aveva accettato la sorte ingrata di un’esistenza umana.
Meglio sarebbe stato restare ancora nell’etere. Quella sì che era vita!
Ma, perché affliggersi? Il Creatore le aveva detto
che sarebbe tornata da Lui, e che il suo passaggio sulla Terra sarebbe stato
solo un breve periodo di transizione, una prova della sua resistenza alle
debolezze umane, della sua forza nella lotta contro il male. Forse si sarebbe
trattato di un ulteriore verifica del suo totale affidamento a Colui che l’ha
plasmata? Un Padre può davvero volere tanto? Lei, figlia di quella ruah, di
quel soffio divino, doveva dimostrare al suo Genitore di meritare il nome di Anima?
Nel frattempo, immersa in queste sue considerazioni, Anima scoprì una passione che le diede
nuovi impulsi: le piaceva comporre poesie, e scrivere brevi racconti. Si
accorse che quello era il giusto modo per mettere a nudo il proprio sentire,
ovvero sé stessa. Il corpo non rappresentava più una costrizione, un limite. I
pensieri e i sentimenti prendevano forma, spuntavano ali, e volavano oltre, in
un altrove che somigliava tanto al tempo precedente la sua nascita.
Ringraziò il Padre di questo immenso dono e, forse,
Lui si aspettava solo la sua riconoscenza, per concederle di incontrare Soul.
Tutto quanto avvenne poi…fa parte della vita di Anima e Soul.
Danila Oppio
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