Quel profumo di bucce di mandarino. I numeri ch’uno per volta escono dal sacco. Ninetto, la vigilia e le gambe delle donne. L’ambo che ti passa e più non vale. Tombola e tu vai per uno ma c’è il tombolino che il Natale è come suor Teresina della chiesetta bianca appena fuori le mura vaticane. Anche se non vuoi ti consola per forza. I fioretti da colorare ogni volta che li mantieni, il turibolo con l’incenso e la madonnina con la corona di lampadine che s’accendono con 10 lire.
Nonna era quella che sbucciava i mandarini. Io di nonne ne ho avute tre che quella era una zia e mio zio era mio nonno. Di nonni invece solo due che uno dei tre per i debiti del gioco s’era sparato, cosi che da quel lato, tutto era tornato a posto. Altri segna numeri che i fagioli son tondi e rotolano via. Le bucce dei mandarini invece no.
No, le cartelle non si cambiano. La fortuna non può rincorrerti per farti vincere, è già tanto se a Natale ti trova con tutta la confusione che c’è. Non so se avete mai avuto modo di vedere una pianta di mandarini, ma ha le spine. Ha le spine come i rovi di more e le rose ma più lunghe e aguzze come fossero pugnali. Oggi ci sono le clementine e forse, forse non le avete mai viste e chissà, magari, non avete mai visto nemmeno una pianta di clementine che quella in verità non l’ho vista mai nemmeno io. Ma quelle spine le ricordo che appena le tocchi esce subito il sangue e ti fai male.
Sette e mezzo Reale e con la matta, il banco gira ed è tuo. Il profumo dei mandarini si appiccica alla memoria, ancor più delle immagini che a tratti varcano scomposte gli argentei cancelli dei sogni dove sono rinchiuse. L’odore della credenza dei dolci e del cordiale, nera come gli altri mobili del salone. La morbida fragranza del panettone e i regali di cui non serbo nemmeno il ricordo che non c’è nulla da fare,dei mandarini l’odore è il mio Natale.
Massimo Mariani Parmeggiani
Il profumo delle bucce di mandarino è una testimonianza indimenticabile del Natale anche per me.
RispondiEliminaAngela Fabbri
E pure per me, Massimo ed Angela! Ricordo che zio Nino, il fratello più piccolo di mamma, scomparso a soli 40 anni, andava nel nostro bosco a tagliare un abete così grande, che toccava il soffitto. Allora non avevamo che il puntale a forma di stella, e allora nonna appendeva a quell'albero mandarini, caramelle e cioccolatini, Piccoli torroncini, insomma, giusto per far rima con "ini" tutte quelle leccornie che piacevano ai bambini. E il profumo di mandarino (l'albero era vicino al camino) - altra rima - si diffondeva in tutto l'ambiente. Ma noi, Max, usavamo ancora i fagioli, che rotolavano e quindi si spostavano dal loro posto. Però il bello era ritrovarci tutti insieme!
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