POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

mercoledì, settembre 20

Klimt a modo mio di DanilaOppio

Ritratto di Adele Bloch-Bauer 


 Sopra la versione originale
sotto le varianti eseguite al Mac








Dopo  miei pastrocchi, ecco il vero dipinto di Klimt dove ha ritratto, nel 1907 la sua amata Adele. Ho visto di recente il film WOMAN IN GOLD, che racconta la storia di questo quadro. Un film prezioso, i cui attori sono di una straordinaria bravura grazie anche all'interpretazione di Ellen Mirren, che impersona Maria Altmann. Da qui l'idea di giocare sul mio disegnino, per raccontare la vera storia di questo dipinto di Gustav Klimt, che ha del meraviglioso. Lui ha impiegato 3 anni per realizzarlo, io poco più di mezz'ora per scopiazzarlo a modo mio. Pensando alla sua drammatica storia.




Ritratto di Adele Bloch-Bauer I - 1907
Olio e oro su tela, 138 x 138 cm


Collezione privata
Osterreichische Galerie Belvedere, Vienna (destinato alla Neue Galerie, New York)
Una storia avventurosa 

Il Ritratto di Adele Bloch-Bauer I di Gustav Klimt ha trovato la sua sistemazione definitiva. È di questi mesi (giugno), infatti, la notizia che il capolavoro è stato acquistato dal magnate dei cosmetici Ronald S. Lauder per la stratosferica cifra di 135 milioni di dollari. 
L’operazione si è svolta a trattativa privata e l’ammontare della cifra non è stato ancora confermato a livello ufficiale. Lauder ha però già dichiarato che destinerà il quadro alla Neue Galerie, un piccolo museo di arte austriaca e tedesca a New York. 
L’opera è stata venduta da Maria Altmann, ultima erede della famiglia Bloch-Bauer. Il dipinto fu portato in America dai discendenti della famiglia di nascosto alle autorità viennesi che ne rivendicavano la proprietà in base a dei decreti legislativi di tutela del patrimonio artistico nazionale, emessi per difendere le opere del Paese dai trafugamenti perpetuati dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Dopo il processo che vide come controparti il Governo Austriaco e i discendenti di Adele, il verdetto dei giudici attribuì definitivamente l’opera a Maria Altamann, che in questi giorni ha deciso di lasciare il dipinto in eredità (dietro dovuto compenso!!!) alla Neue Galerie di New York. 
In molti ritengono che la donna dipinta, Adele Bloch-Bauer fosse stata l’amante segreta del pittore per almeno dodici anni, tanto è vero che l’artista la disegnò in altri due quadri: le due versioni della “Giuditta I”, entrambi del 1901, dove la protagonista del passo biblico (Adele) tiene in mano la testa del decapitato Oloferne, diventando l’eroina che libera gli ebrei.

L'opera è uno dei più famosi capolavori di Klimt del cosiddetto periodo “d’oro”(1905-09). Raffigura Adele Bloch-Bauer, moglie di un industriale dello zucchero di origini ebraiche. 

La figura della donna si staglia su una sorta di prato dorato e finemente cesellato di tasselli colorati. Una fitta decorazione a foglia d’oro avvolge e ricopre tutto il suo corpo. In mezzo a tanta preziosità spicca il volto, che riassume l'ambiguo contrasto tra erotismo e caducità della vita, comune ai migliori ritratti di Klimt. 
Per realizzare l’opera, Klimt impiegò quasi 3 anni.

Il secolo lungo del capolavoro di Klimt rubato dai nazisti, conteso in tribunale

Il quadro dipinto a Vienna nel 1907, requisito nel '38, recuperato nel 2006, oggi è a New York. Gli acquisti sospetti e le denunce degli eredi. Le razzie del Reich sono ancora al centro di battaglie legali. 



Dalla Mitteleuropa a Manhattan, dalla Belle Epoque al terzo millennio: inseguito per anni da una donna attraverso due guerre e gli abissi del nazismo. È il viaggio di un quadro. Olio su tela, argento e oro, 1 metro e 40 per 1 metro e 40, «Adele Bloch-Bauer I», capolavoro di Gustav Klimt, oggi è custodito nel cuore degli Stati Uniti: «Neue Galerie», 1048 della Quinta Strada, museo dell'arte tedesca e austriaca di New York. La targhetta vicina al ritratto accenna a una storia fuori dell'ordinario. Alla voce «Provenienza», nell'ordine, elenca: «Adele e Ferdinand Bloch-Bauer, Vienna (acquistato dall'artista)». Furono i primi e legittimi proprietari. Ebrei. Per questo il quadro venne loro «sequestrato dalla magistratura viennese» (in seguito all'Anschluss nazista, marzo 1938). Hitler voleva distruggere le radici ebraiche, prime fra tutte quelle culturali, nelle società dei Paesi occupati; stabilì che gli ebrei dovessero cedere i loro beni agli «ariani» a prezzi «politici». È a questo punto che nella genealogia del dipinto compare il nome di Erich Führer, avvocato, definito «amministratore designato dallo Stato per Ferdinand Bloch-Bauer». Molti pezzi della collezione di quella famiglia passarono dalle sue mani tra gli anni Trenta e Quaranta. Alcuni finirono all'«Österreichische Galerie Belvedere» di Vienna. Resta un'ultima frase: «Restituito agli eredi di Adele e Ferdinand Bloch-Bauer dalla Repubblica d'Austria». Ciò che la targhetta non dice è come sia successo.
Maria Altmann accanto al ritratto della zia Adele Bloch-Bauer dipinto da Gustav Klimt
Maria Altmann accanto al ritratto della zia Adele Bloch-Bauer dipinto da Gustav Klimt

Intorno a questo quadro scorrono la storia del Novecento e quella di una persona non comune. Si chiamava Maria Altmann. Adele Bloch-Bauer era sua zia. La signora Altmann, «donna elegante e meravigliosa» nel ricordo dell'avvocato che l'assistette, è morta il 7 febbraio scorso, all'età di 94 anni. Ne aveva 82 quando citò in giudizio lo Stato austriaco davanti a una corte della California: finalmente, nel 2006, al termine di una lunga battaglia, ottenne la restituzione di cinque Klimt, compreso quel famoso e bellissimo ritratto (che poi ha venduto per 135 milioni di dollari).

Sembra un epilogo e invece è il punto di partenza per un viaggio all'indietro nel tempo, a ricomporre memorie di vite oltraggiate, fino all'inizio del XX secolo. È in corso la Secessione viennese: nella raffinata capitale austriaca si sviluppano nuovi stili artistici e i Bloch-Bauer, nella casa di Elisabethstrasse, organizzano serate musicali e ricevimenti famosi in tutta la città. Adele Bloch-Bauer è l'anima di un salotto nel quale fra gli ospiti capita di incontrare Gustav Mahler e Richard Strauss. Nel palazzo risuonano le note dello Stradivari che i Rothschild donarono a Gustav, padre di Adele, grande avvocato e loro amico. La vita può essere dolce: cultura, musica e arte nella Vienna irripetibile dove convivono Freud, Wittgenstein, Musil. E Gustav Klimt, ovviamente. È a lui che il marito di Adele, Ferdinand Bloch-Bauer, magnate dello zucchero, commissiona un ritratto della consorte. L'artista lo termina nel 1907, nel pieno di quel «periodo aureo» che ne segna l'opera ai primi del secolo scorso, influenzato anche da due viaggi compiuti a Ravenna nel 1903. Sì, la vita è dolce. Ma quell'epoca si va esaurendo. All'orizzonte c'è la Grande guerra, poi verrà Hitler. Ferdinand Bloch-Bauer, reo di aver appoggiato la resistenza all'Anschluss, sarà costretto a riparare in Svizzera nel 1938: la sua società «arianizzata», la casa e le collezioni di opere d'arte e porcellane requisite. Anche sua nipote Maria Altmann lascia l'Austria nel 1938. Ha 22 anni, fugge a Liverpool e poi, nel '42, si trasferisce in California. Diventa cittadina americana tre anni più tardi, poco prima che un nuovo mondo cominci a porsi il problema di sanare le ferite che l'hanno sfregiato. Dei casi di opere d'arte sottratte agli ebrei si occupano soprattutto le autorità statunitensi, che stipulano accordi bilaterali con i Paesi liberati e creano una speciale unità dell'esercito incaricata di censire i tesori trafugati: l'idea è rispedirli nei Paesi di provenienza perché siano restituiti ai proprietari o ai loro eredi. Risulterà più complicato del previsto.
Molti Paesi, dal 1946 in avanti, rinnovano i loro ordinamenti.Fra questi c'è l'Austria, che al termine della Seconda guerra dichiara prive di valore le transazioni basate sulle leggi naziste. Ma non basta. La galleria Belvedere sostiene che i Klimt sono un dono di Adele Bloch-Bauer. Non è esattamente così: il proprietario dei dipinti è Ferdinand, che per iscritto li lascia ai nipoti. Ma per dimostrarlo occorrono anni: la lettera con le sue volontà rimane chiusa in un cassetto del ministero della Cultura austriaco fino al 1998, quando il giornalista investigativo Hubertus Czernin la rende pubblica. Vengono alla luce altre carte. Una, piuttosto imbarazzante per il museo viennese, reca il testo che nel 1941 accompagnava il primo ritratto di Adele: scritto dall'avvocato Führer, si chiudeva con «Heil Hitler».
Non è un caso isolato. Varie opere trafugate da gerarchi e ufficiali del Reich sono state acquisite - magari chiudendo un occhio sulla provenienza - da musei nazionali. Il diritto internazionale prevede che uno Stato sovrano non possa essere giudicato da un suo pari. In cause intentate negli Usa da cittadini certi di poter dimostrare i propri diritti su alcuni pezzi, i governi di Spagna o Austria faranno valere quel principio per dichiararsi esentati rispetto all'attività dei magistrati di un Paese straniero. Così, a oltre 60 anni dai fatti, ci sono vertenze ancora non risolte.
Alla fine del gennaio scorso l'ordine degli avvocati dello Stato di New York ha riunito legali ed esperti d'arte per discutere la materia. Domani si replica a Milano, con un convegno mondiale (il primo del genere in Italia) organizzato dall'Unione internazionale degli avvocati. Parteciperà fra gli altri Salvatore Filippini La Rosa, avvocato della Flb&Partners, unico italiano invitato anche all'appuntamento di New York: «Sono stati illustrati casi interessanti sia dal punto di vista del diritto sia da quello della storia e persino dei rapporti tra Stati. La causa legata al ritratto di Adele Bloch-Bauer, per esempio, si è risolta quando, di fronte alla Us District Court per il Central District della California, Maria Altmann sostenne la violazione di norme austriache e californiane e, soprattutto, sostenne la giurisdizione della District Court ai sensi del Foreign Sovereign Immunities Act del 1976, una legge che le corti ritennero dovesse applicarsi retroattivamente e che stabilisce la competenza delle corti federali distrettuali rispetto alle cause civili contro Stati stranieri, fissando eccezioni all'immunità di questi ultimi per i casi relativi a proprietà acquistate violando le norme del diritto internazionale».
Adele Bloch-Bauer, la donna del quadro, è morta di meningite nel 1925. Aveva 43 anni. Il suo volto ritratto da Klimt, e la storia di quel dipinto, resteranno per sempre.

3 commenti:

  1. Mi sorprendo a scrivere sotto un monumento di storia e di storia dell'arte.
    Anch'io, ieri, ho svolto un 'operazione a trattativa privata e l’ammontare della cifra non è stato ancora confermato a livello ufficiale'. Parlo di una povera e piccola cosa: pubblico il mio libro nuovo. ARTICOLI x TUTTE le MISURE.
    Angela Fabbri

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  2. Grazie per il commento e congratulazioni per la nuova pubblicazione del tua recentissima opera.
    Danila Oppio

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  3. Della tua recentissima opera. Una raccolta di articoli davvero interessanti.
    Danila

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