LE PALUDI
DELLA TRISTEZZA
Oggi
mi sembra di essere BASTIANO della “ STORIA
INFINITA “ ( * ) e da un pezzo sento che tutti stiamo attraversando ‘Le
paludi della tristezza’ dove il ragazzo ATREIU perderà il suo amato cavallo
ARTAX che dalla tristezza viene inghiottito come da sabbie mobili e va giù va
giù.
Va
giù e scompare sotto gli occhi disperati di ATREIU che deve assistere a tutto
quel lento affondare e lasciare le briglia che ha tenuto spasmodicamente per
tirar su e via da lì il suo cavallo. Deve lasciarle per non affondare anche
lui.
ATREIU
sopravvive perché ha un compito da assolvere che, pur nel pianto della perdita,
lo investe completamente. Da ragazzi si sa votarsi senza risparmio.
Questo
è solo un episodio del libro e del film che ne ha messo in immagini la storia.
E’
solo un episodio dentro al pericolo inesorabile del NULLA che sta assorbendo il
Mondo di Fantàsia arrotolandone i confini, come i margini di una carta
scaldata, accesa, annerita e consumata dal fuoco, e cancellandoli.
Il
NULLA è il male finale.
Nel
film viene espresso con la NEBBIA.
Il
Bastiano all’inizio è il ragazzo che legge del Paese di Fantàsia, s’immedesima,
ma non è del tutto convinto della gravità di ciò che vi accade.
Solo
quando deciderà di entrare nella storia, cioè di mettersi in gioco di persona,
il Mondo di Fantàsia, che a dir la verità è ormai ridotto solo a un puntino di
luce, rinascerà. Con la stessa velocità con cui era stato assorbito e
distrutto.
Dunque,
forse, da qualche parte, qualcuno sta desiderando di spazzar via la tristezza
dal mondo.
Magari
potrei essere anch’io, che sto scrivendo di questo sul tavolo di un’oscura
cucina un pomeriggio di novembre coperto di nebbia, come si addice a noi, qui,
della Val Padana.
La
Nebbia fa sparire le cose che esistono sicure, sposta gli oggetti sulle strade
conosciute, cancella i punti di riferimento, ti si alza tutto attorno come un
muro d’isolamento.
Come
la Nebbia, il Nulla è molto subdolo: non ci si accorge di lui finchè non ti si
è già infiltrato in casa. A sbiadire adagio le cose che ci abbiamo messo con
cura e con gioia.
Per
cui, poi, alla lunga, non ne riconosciamo più la fisionomia. E perdono di
valore per noi. E, poi, alla lunga, di valori non ne abbiamo più. Ce ne siamo
spogliati. Ce ne siamo allontanati.
Li
abbiamo dimenticati. Sono diventati così irraggiungibili che non sappiamo più
nemmeno di averli dimenticati. E avuti.
Angela
Fabbri (Ferrara CNN, 20 novembre e 29 dicembre 2016)
(
* )
- “ LA
STORIA INFINITA ”, romanzo di MICHAEL
ENDE
(“Die
unendliche Geschichte”, Stuttgart 1979)
- Film omonimo di Wolfgang Petersen, 1984, su
soggetto di Ende e sceneggiatura di Petersen
Ecco come liberarsi dalla Paulde della Tristezza: www.missdreamer.altervista.org/il-rumore-della-mia-anima
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