Dal precedente racconto di Coucou Sèlavy, avevo creduto di ritrovare una versione postmoderna di una recensione o visione - del Don Chisciotte. L'artista mi dice di aver mal interpretato quanto intendesse dire, ma siamo rimasti d'accordo che ogni lettore può, anzi deve, trarne le conclusioni che crede. Ad ogni modo, avevo scelto un dipinto di Daumier, che rappresenta il personaggio di Cervantes. Il post è stato visto dal poeta Luca Casella, che mi ha girato questa sua poesia, ispirata proprio al quadro del grande artista francese.
Ripropongo il quadro, in altro diverso colore. Non so mai se le immagini che si trovano sul web rispecchino in vero colore dato dal pittore.
Danila Oppio
è tratta
dal mio primo libro Arte in poesia...Un abbraccio
Luca Casella
Don
Chisciotte*
Un epitaffio a ringraziar della ventura
di aver vissuto oltre i confini del reale.
Ora di quale impresa ti farai vanto nell’aldilà?
Per Alonso Chisciano, savio nella sciagura,
null’altro che la condanna del corpo per inutilità!
Nel giorno del cedimento dell’intelletto
del render omaggio all’eroica passione,
un semplice hidalgo passò la mano alla fantasia.
Don Chisciotte della Mancia fu, nel terrore
dell’umana ingiustizia e della velata ipocrisia.
Nel delirio ebbe di compagnia
un malconcio cavallo sottratto alla caducità,
nel vanto oggetto di un paragone ilare.
Ronzinante primo tra tutti i tuoi simili,
quale ricambio nell’andatura greve verso il mare!
Un contadino dalla limitata convinzione,
nella ricerca di un’uscita all’indigenza,
la sua natura mostrò alla trama ordita ad arte.
L’impegno assunse a esser scudiero,
con il governo di un’isola a bilanciar la parte.
Nella veste di cavaliere errante,
imprese risibili dedicò a una donna,
una contadina emersa agli onori per tradizione.
Cara Dulcinea, nessun dileggio nelle condotte altrui,
ma l’acuto dolore lenito dal vento dell’emozione.
Nella rappresentazione di Daumier,
l’indefinitezza del volto indica l’estremo rimedio.
Nella follia dispiegata per la povertà,
null’altro che la fuga da un’illusione,
dalla delusione per il confronto con la verità.
Ma non resta solo il concreto da sindacare.
Nei gesti e nelle parole del valoroso,
la conferma di un dono innato nell’avversità.
Nessun interesse nel darsi all’altrui sofferenza
ma l’unica terapia per mitigare il male della realtà.
Luca Casella
Daumier: Don Chisciotte*
Daumier: Don Chisciotte*
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