Desidero presentare il Dizionario Critico della Nuova Letteratura Italiana, nel quale è celebrato l'Autore, poeta e critico letterario (e non solo) Roberto Vittorio Di Pietro, con una completa bio-bibliografia. Edito da Edizioni Helicon sarà presto consultabile presso le biblioteche civiche centrali dei maggiori capoluoghi regionali italiani.
Per una più scorrevole lettura, riporto il testo contenuto nelle due pagine, qui sotto.
Di Pietro Roberto Vittorio
Poeta, saggista, narratore,
nato in Egitto da genitori italiani, assorbe gli effetti del
cosmopolitismo respirabile,
negli anni ’50, al Cairo e ad
Alessandria. Giunto in Italia,
oltre a ricoprire un incarico in
diplomazia, a conseguire una
laurea ‘con lode e dignità di
stampa’ in lingue e letterature straniere all’università Bocconi di Milano, a collaborare
saltuariamente ai programmi
culturali della RAI, e ad ottenere contemporaneamente
titoli di studio anche di carattere economico-finanziario
presso atenei angloamericani,
si è da sempre dedicato con
passione alla letteratura sia
sul versante teorico (da sottolineare, fra l’altro, lo studio
Fonosimbolismo e vocalità
poetica, Helicon, ’06), sia su
quello dell’angolatura critica
(Campo & controcampo, uscito nel ’08 con le Edizioni Helicon – premio Casentino per
la saggistica – raccoglie studi
condotti in cifra densamente ricca e persuasiva). Presente nel vivo dell’autentico
impegno culturale, Di Pietro
– poeta affermato e di vasta
produzione, tra i più incisivi e
particolari per contenuti e impronta stilistica – esordiva, nel
’99, con una prima raccolta di
liriche già pulsante di un’inattesa novità, In Soliloquio Dialogando (in appendice, alcune
trasposizioni in versi di celebri
poesie di autori anglo-americani e versioni in inglese da
D’Annunzio; il libro era accompagnato da una corposa
e significativa postfazione di
Claudio Gorlier). La motivata
originalità del volume si rinnovava nei suoi effetti, concentrando ulteriormente l’attenzione critica sul poeta, con
le uscite della silloge A Testa
in Giù (comprensiva del poema narrativo-teatrale Phan-
taasia non Imaginaatio Vera) e
di Collected Poems, in lingua
inglese. Seguivano Come
conchiglie, liriche (nel ’05) e
Come versi, murici (Helicon,
’06), in cui molte e diverse
esperienze circa il concetto
di poesia in rapporto all’idea
di comunicazione (comprese
quella costante, programmatica ‘scrittura della voce’, e la
– sempre sofferta, talvolta accorata – rifondazione della formula satirica) si condensano
in una naturale efficacia timbrica davvero inimitabile, con
implicazioni ancora maggiormente impresse nella silloge
intitolata, Il vero, il bello... l’anello che non tiene (Helicon,
’09), autentico compendio di
un’intera poetica dell’umano,
che, nello stesso anno, vale
all’autore il ‘Premio Casentino d’onore per l’Attività Letteraria’: “...per aver dato alla
poesia italiana una svolta di
intense e inedite plurivalenze, e alla visione saggistica
una prospettiva di originali e
convincenti profondità esegetiche”.
Alla pubblicazione (Helicon,’10) del “romanzo non solo giallo” dal titolo ISTA!
PISTA! SISTA! (firmato con lo
pseudonimo non casuale di
Momo Sabazio, e provocatoriamente concepito come un
assoluto exploit di scrittura
postmoderna sia nei contenuti, sia nella straordinaria creatività delle soluzioni formali),
faceva seguito (Helicon, ‘14)
la finora ultima silloge poetica intitolata Rock bottom
remainders - Come l’augello
in selva a la verdura: opera,
questa, di taglio non meno
provocatorio, secondo le dichiarate intenzioni dell’autore
“per molti aspetti idealmente
riconducibile al precedente
‘romanzaccio’ (sic), del quale
vorrebbe essere una propaggine pressoché speculare.”
Non senza ragione, Roberto
Vittorio Di Pietro è stato recentemente segnalato fra i
“traghettatori” e i cosiddetti
“lampadieri” della poesia italiana contemporanea. (C. V.)
Nessun commento:
Posta un commento