Tributo a Ignác Semmelweis, il Salvatore delle Madri
(Buda, 1º luglio 1818 – Döbling, 13 agosto 1865)
Ignác Semmelweis nacque a Tabán, antico quartiere
commerciale di Buda, allora non ancora unita a Pest. A 19 anni s’iscrisse alla
facoltà di legge dell'Università di Vienna, ma dopo aver frequentato su invito
di un amico le dissezioni anatomiche eseguite dall'anatomopatologo von Rokitansky,
si appassionò tanto intensamente agli studi medici da dedicar loro tutta la sua
vita. Divenne un componente della Scuola Medica Viennese, allora rinomata in tutta
Europa ed ebbe per amici il barone Karl von Rokitansky, il grandissimo
semeiotico Josef Škoda e il celebre dermatologo Ferdinand von Hebra. Purtroppo,
non riuscì ad accedere ad alcun istituto di questi tre celebri clinici per cui deviò
i suoi interessi alla clinica ostetrica universitaria. Non di meno Rokitansky
gli concesse la facoltà di eseguire le autopsie sulle madri decedute per parto.
Joann Boër,
ostetrico dotato di un grande senso di affetto per le partorienti, da quando
era diventato il responsabile dell’Ostetricia aveva fortemente limitato la
possibilità di eseguire dissezioni sui cadaveri delle puerpere a meno che non
vi fossero stati stringenti interessi scientifici a favore. Con lui la
percentuale delle donne che morirono nelle vicinanze del parto (= puerpere) si
attestò intorno all'1% dei ricoveri.
Successivamente
la direzione fu assunta da Joann Klein che impose ai suoi assistenti di
eseguire sempre le autopsie e le visite. Invece nella divisione diretta da
Bartch i parti venivano presi solo dalle ostetriche. Semmelweis notò che in
questo secondo reparto la mortalità delle madri era bassa, mentre in quello di
Klein aveva raggiunto picchi elevati e si chiese la ragione di tale differenza.
Le morti
puerperali, secondo le teorie fantasiose ed erronee dell’epoca, erano
addebitate a ristagno di liquidi uterini che andavano incontro a putrefazione
oppure a compressione dell’intestino ad opera dell’utero gravidico che causava
ristagni e putrefazioni intestinali oppure a gas velenosi presenti nell’aria
che avrebbero causato tali putrefazioni.
Poi, un
giorno, morì l’amico medico Jacob Kolletschka, al quale fu praticata
l’autopsia. Semmelweis notò che la morfologia delle lesioni del suo corpo era
molto simile a quella delle donne morte per febbre puerperale e seppe anche che,
qualche giorno prima della morte, l’amico si era ferito nel corso di una
dissezione. Questo lo indusse ad ipotizzare una relazione di causa ed effetto
tra le dissezioni anatomiche, le visite ostetriche alle puerpere e la loro
morte. Poiché i medici che eseguivano le autopsie effettuavano anche le visite
mediche alle puerpere egli prescrisse loro una pratica clinica che per noi oggi
è elementare: il lavaggio delle mani con una soluzione di cloruro di calcio, dopo
le dissezioni e prima di ogni visita medica intima alle donne. Bastò questo
semplice accorgimento per far diminuire fortemente la mortalità tra le madri
ricoverate. Un altro accorgimento fu quello di cambiare le lenzuola,
specialmente se sporche di sangue. I farmaci moderni quali gli antibiotici e i disinfettanti
non erano neppure all’orizzonte!
Oggi sappiamo
che i cadaveri pullulano di germi di ogni specie e comprendiamo facilmente la
causa della febbre puerperale. I batteri patogeni dei cadaveri venivano introdotti
involontariamente nel canale del parto dai medici che poco prima avevano eseguito
le autopsie e perciò le madri, visitate subito dopo, si infettavano e poi
morivano. Lavare accuratamente le mani riduce la loro carica batterica per cui
il contagio è più difficile.
Eppure Semmelweis,
invece di essere apprezzato ed onorato, fu oggetto di una campagna persecutoria
fatta di invidia, di gelosia e di risentimento. I medici si rifiutavano di
essere considerati «untori» e per aver lui dato disposizioni, a cui non era
stato autorizzato, fu licenziato dalla Clinica Universitaria. Tra i suoi nemici
si schierò, mi spiace dirlo, perfino Rudolf Virchow, il padre dell’anatomia patologica
moderna. von Rokitansky, Škoda e von Hebra lo difesero e contribuirono a
diffondere le sue teorie che lui ripropose anche all’Ospedale San Rocco di Pest,
dove ottenne gli stessi risultati positivi.
Ma la
comunità scientifica dell’epoca gli si scagliò contro rabbiosamente e questo
non fu che il principio della sua tragedia, morirà in manicomio, forse per le
percosse dei suoi custodi.
Al culmine
delle astiose polemiche, l'amico Ferdinand von Hebra scrisse in sua difesa: «Quando si
scriverà la storia degli errori umani, se ne troveranno pochi più gravi di
questo commesso dalla scienza nei confronti di Semmelweis».
Riconoscimenti
ed onori postumi
I lavori del
1879 di Louis Pasteur e del 1883 di Joseph Lister confermarono la grandezza e
l’esattezza delle sue intuizioni che oggi sono patrimonio della Scienza
moderna.
1894: la
città di Budapest gli eresse un monumento funebre;
1906: gli si
eresse una statua davanti all'ospedale di San Rocco e gli s’intitolò la Clinica
Ostetrica dell'Università;
1969:
l'università di Budapest venne rinominata in suo onore "Università
Semmelweis";
2013:
l'UNESCO inserì alcuni documenti suoi nel registro della Memoria del mondo.
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