A prescindere dal proprio credo, dalla propria religione o dall'ateismo, direi che questo discorso di Maurizio è di una chiarezza illuminante. Davvero abbiamo scordato di ringraziare, tutto ci sembra dovuto, un ricevere naturale, per il quale non serve essere grati a nessuno. Se qualcuno ci fa un favore, lo cancelliamo, come se quell'aiuto, quel favore ricevuto, ci fosse dovuto anzi, talvolta pensiamo che sia stato colui che ci ha dato una mano, o una parola buona, a doverci essere debitore. Purtroppo è così e mi sono imbattuta io stessa in tante situazioni di indifferenza, se non di intolleranza, di fronte a favori, aiuti e collaborazioni gratuite, i cui destinatari si sono comportati come se niente fosse, come se avessi fossi io a doverli ringraziare, per essersi rivolti a me. E spesso ho ottenuto parole dure, spalle voltate, ingratitudine e rifiuto.
Bene, so di aver fatto del mio meglio per venire incontro a molte persone, e l'ho fatto senza pretendere nulla in cambio...ma almeno un GRAZIE, che non costa nulla, avrebbero anche potuto farlo uscire dalle loro labbra.
Ecco, dico GRAZIE a Maurizio, perché ha centrato il problema, e mi ha prestato le parole che io non avrei saputo pronunciare con tanto fervore. Oggi, neppure i figli ringraziano i genitori per quanto hanno fatto per loro. C'è forse da aspettarselo da un conoscente, un amico? Domanda che ha una sola risposta: SI, ce lo saremmo aspettati. Ma uno su dieci, se va bene, come i lebbrosi guariti da Gesù, sarà il solo a dimostrare gratitudine.
Danila Oppio
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