Je ne reconnais plus
ni les murs ni les rues
qui ont vu ma jeunesse…
(“La bohème” – Charles Aznavour)
Mi ‘v parlo ‘d coj ani
che ij giovo’d vint’ani
a ricorderan nen…
(“Porta Pila” – Gipo Farassino)
Torino, città di nettari sepolti…
(Renzo Guerci)
SENZA TRADIRTI
Non sei più tu. No, non ti riconosco:
ti sei tinta di rosa! e verde! e cremisi!
le chiome che fluivano discrete
sulle tue spalle erette di Signora
vestita con regale austerità.
Segui la moda?... E ahimè, ti sei imbruttita
ogni lembo di pelle con tatuaggi!
e anelli! e spilli!… e sfregi così turpi
che, forse, solo gli Unni sanguinari
(o i Maya più ispirati?...) li direbbero
fulgidi guizzi di ‘creatività’.
Non sei più mia, ma non ti disconosco.
Chino su un vecchio diario, ad occhi chiusi,
intatta ti ripenso… -- e fatalmente
risorta, ti possiedo: a te mi stringo,
Madre benigna, come quando in fuga
dal Nilo egizio che mi vide infante
giunsi alle rive di quel Grande Fiume
che il grembo ti feconda numinoso:
misterico altrettanto, e a me propizio
nel suo pulsare che confonde il Tempo,
stempera gli anni, ne addolcisce il solco.
Memoria estrema dei miei primi affetti,
passioni e affanni e gioie inesprimibili,
tale mi resti: pur se ormai m’appari
spogliata d’ogni grazia primitiva,
senza decoro, urbana gentilezza,
senza più traccia dei tuoi umori antichi,
nient’altro che un’odierna donnicciola
scurrile, greve, oscena in corpo e spirito,
per nulla al mondo io ti rinnegherei:
fra le tue braccia -- oh, quelle… d’altri… tempi…--
so che mi spegnerò
senza tradirti.
Roberto V. Di Pietro
(2020)
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