FORTI BOATI avvertiti in
Lombardia e Piemonte, ecco cosa sono
Poco dopo le 11, una serie di forti esplosioni sono state udite in tutta
la Lombardia e parte del Piemonte.
Attimi di paura in Lombardia poco
dopo le 11 del 22 Marzo, quando una serie di esplosioni (secondo
alcuni testimoni 3) hanno scosso la popolazione. Numerosissime le
segnalazioni, dal Canton Ticino al varesotto passando per Bergamo e
provincia fino ad arrivare a Milano: si è trattato di una manovra di
"scramble" messa in atto da due aerei da guerra dell'aeronautica
militare italiana decollati dalla basa di Istrana (Treviso) per
intercettare un aereo che non rispondeva ai controllori di volo nei pressi
delle Alpi occidentali.
Finalmente
è stato chiarito il falso allarme per quei boati.
Incroci
di telefonate, gente impaurita, perché nelle vicinanze di Monza hanno tremato
anche i vetri delle case. Si era pensato ad un incendio o a qualche mezzo cui
era esploso il serbatoio nella vicina autostrada.
Niente
di tutto ciò.
Ecco
cosa ha riportato in seguito la stampa.
E' stata un'emergenza vera e non una manovra
incauta quella che ha messo in allarme mezza Lombardia questa mattina intorno
alle 11. I due caccia, che rompendo il muro del suono hanno provocato il
bang udito in un raggio di 50 chilometri, erano decollati dalla base di Istrana
(Treviso). Il loro comando era in allarme per un aereo Air France che non
rispondeva alla radio.
Il velivolo sembrava dirigersi verso Milano-Torino e, come prevedono le procedure militari, il responsabile delle operazioni ha ordinato ai piloti di superare la barriera del suono e affiancare l'Air France che, a quel punto, ha ripreso i contatti radio facendo immediatamente cessare la paura generale di un possibile dirottamento in corso.
Il velivolo sembrava dirigersi verso Milano-Torino e, come prevedono le procedure militari, il responsabile delle operazioni ha ordinato ai piloti di superare la barriera del suono e affiancare l'Air France che, a quel punto, ha ripreso i contatti radio facendo immediatamente cessare la paura generale di un possibile dirottamento in corso.
Il bang per quella manovra supersonica si era udito a Como e in Brianza. A Bergamo e Saronno. A Brugherio e Cantù, ma anche ad Agrate, Biassono, Verderio, nei comuni sul Seveso e sull’Adda. A Bergamo erano persino state evacuate alcune scuole e il tribunale. A Linate, invece, quei boati erano stati uditi dai passeggeri in attesa d’imbarco, e in Stazione Centrale. E un po’ ovunque a Milano. Due botti violentissimi, due esplosioni poco dopo le 11 nel cielo sopra Vimercate che avevano messo in allarme per qualche minuto mezza Lombardia. L'allarme si era diffuso in un'area di almeno cinquanta chilometri.
Li ho sentiti a Legnano alle 11,15 esatte, mentre a
Monza-Brianza li hanno uditi alle 11,30. Ho fatto un rapido conto: se si fosse
trattato di un’esplosione a terra, il boato sarebbe stato avvertito quasi in
contemporanea dappertutto, questione di pochi secondi, dovuti alla trasmissione
delle onde sonore. Ho quindi intuito che si trattava di caccia o jet militari
che avevano superato la barriera del suono. Non sarebbe neppure la prima volta
che mi capita di udirli. Sui social si è scatenata la paura, tanto che
l’allarme si è diffuso a macchia d’olio.
Di cosa si è trattato? La
risposta arriva da chi, alzati gli occhi al cielo, ha notato due caccia rompere
il muro del suono. Il boato - come conferma la prefettura italiana -, è
stato provocato da due jet militari ed è il classico boom sonico che viene
prodotto - come spiega Wikipedia - dal cono di Mach generato dalle
onde d'urto create da un oggetto (ad esempio un aereo) che si muove con
velocità superiore alla velocità del suono.
Secondo Malpensa Spotters
Group due Eurofighters delle forze
aeree italiane, partiti da Istrana, stiavano effettuando le procedure di
identificazione di un aeromobile in volo per Parigi Orly. Il muro del suono
sarebbe stato infranto in Piemonte.
L'aereo di linea, un
AF671A, aveva perso il segnale di aggancio alle torri di controllo e per questo
ha modificato la rotta compiendo un giro di 360° su Aosta. Il velivolo è
stato raggiunto, il collegamento è stato ripristinato e i due caccia sono
rientrati alla base.
Possiamo
allora tranquillizzarci, non solo per la provenienza dei botti non certo di
Capodanno, ma per aver preso atto che l’Aviazione Militare interviene
immediatamente sia in caso di pericolo di dirottamento, che per aiutare un pilota in difficoltà,
essendo andato, per cause da accertare, fuori rotta.
Non
precipitiamoci ad andare fuori rotta anche noi. Era abbastanza evidente che i boati
provenivano dal cielo e non era certo Giove a lanciare strali su di noi.
Danila
Oppio
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