Ringrazio l'amica poetessa Laura Vargiu per aver fotografato l'antologia e le pagine dove appare la mia poesia POETESSE ARRABBIATE che non è ancora in mio possesso. Lei l'ha ricevuta durante la premiazione a Biella, dove si è classificata seconda con la sua poesia Niqab. Ecco la locandina dell'invito alla premiazione avvenuta il 9 marzo scorso.
Per quanto mi riguarda, mi sono classificata tra i 20 finalisti, con diritto di pubblicazione. Questa è la lettera che me lo comunica.
Gentile Danila Oppio
Con la presente abbiamo il piacere di comunicarLe che la sua poesia “ Poetesse
arrabbiate”
risulta fra le prime 20 classificate nella graduatoria del Concorso
letterario “Donne, parole che lasciano il segno” sez. poesie. Pertanto, verrà
inserita nella pubblicazione, come previsto dal bando.
Il 9 Marzo
si terrà a Biella l’evento conclusivo del concorso in cui avverrà la
premiazione e verrà presentata la pubblicazione che conterrà i primi dieci
racconti e le prime venti poesie selezionate dalla giuria. Auspichiamo quindi
che Lei possa essere presente alla manifestazione. Qualora, avesse difficoltà a
partecipare all'evento, Le comunichiamo fin d'ora la nostra disponibilità ad
intervenire, nel limite delle nostre possibilità, per rimuovere gli eventuali
ostacoli (spese viaggio, ospitalità, etc).
Stiamo predisponendo il materiale divulgativo che illustrerà nel
dettaglio l’evento e che sarà nostra cura trasmetterLe quanto prima.
In attesa di un suo riscontro, Le porgiamo i nostri più cordiali saluti.
Sono spiacente di non essere in possesso della poesia di Laura Vargiu, che volentieri avrei pubblicato in questa sede, ma non mancherà l'occasione, non appena riceverò l'antologia.
Ecco intanto in modo più leggibile, la mia poesia
Poetesse
arrabbiate
Fulgide essenze le donne
A lievi e decisi passi sortite
Da un’assemblea di fate
In combattenti trasformate
Mascherate da miti sorrisi
Quelle sofferenze appese
Su nodosi rami contorti
Da gravi impietose offese
Cantano di donne violate
Uccise da amori falsati
Bruciate da quei fidanzati
Calpestate, poi annientate.
Cantano, come usignoli
Rinchiusi in dorata gabbia
Invocando libertà e giustizia
Con grida furiose di rabbia.
Cancellato ormai il tempo
Sdolcinato, tra rose e viole
Gli amari versi gridati
Squarciano le loro gole.
Vergognati, lurido verme
Deciso a strappare alla vita
Distrutta, lasciata inerme
Lei, ch’hai lasciato ferita.
Armate di penna e di versi
Agguerrite da energico piglio
A lottare per difendere la vita
Donne non più allo sbaraglio.
Basta con violenze e soprusi
Siate uomini e non animali
Non più soggettate ad abusi
Onoratele come fossero altari.
Danila Oppio
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