Condivido con voi il gradito riconoscimento.
Danila Oppio
LA GRANDE GUERRA (secondo Vera Brittain)
Cent’anni fa, quella disumana guerra ebbe termine.
Fu un massacro avvenuto con cannoni, baionette
e mine.
Non solo perirono giovani soldati italiani
tedeschi francesi
ma anche ungheresi russi austriaci greci belgi e
inglesi.
Tutto il mondo costituì alleanze contro fazioni
avversarie.
Diciotto! E finisce la guerra ma a quali
condizioni?
Tra morti e feriti se ne contarono oltre
diciotto milioni,
o furon molti di più i
caduti, forse furono stime arbitrarie.
Però, quando si parla della Prima Guerra
Mondiale
è tendenza trattar solo della partecipazione
nazionale
come se a morire fossero stati solo giovani
italiani
e tutti gli altri? Erano forse soltanto degli
scalzacani?
Scrisse l’inglese Vera Brittain in Generazione perduta
la storia dei suoi amici e fratello, e come sia
avvenuta,
di ciò che accadde durante quei tremendi anni di
guerra:
partiron verso fronti lontani,
distanti dalla loro terra.
Nel vivo delle tragiche vicende che han fatto la storia
di Edward Brittain, la sorella le ricorda a memoria:
venne inviato di nuovo al fronte, questa volta
italiano
per combattere nei pressi di Asiago in
quell’Altipiano.
Al seguito di un contingente della Forza Britannica,
concesso in aiuto all’Italia dopo la disfatta di
Caporetto
per combattere durante la Grande Guerra tirannica,
a pesante offensiva dell’esercito nemico, non aveva
retto.
Gli austroungarici costrinsero gli inglesi ad
arretrare.
Edward condusse i suoi uomini in una controffensiva
che permise
così ai britannici il controllo riguadagnare
di alcune postazioni, e ai nemici non lasciò
alternativa.
Durante i combattimenti venne colpito a morte in
testa
da un cecchino, e fu per i Brittain comunicazione funesta.
Vera quella volta era da lui lontana, non lo poté
curare
come l’accudì a Camberwell, non restava che sperare.
Con altri quattro ufficiali il suo corpo venne
sepolto
nel cimitero britannico di Granezza, tra Lusiana e Asiago.
Vera pianse, depressa e affranta, il suo fratello
morto.
Decise poi di raccontar la storia, e non fu certo
vano.
Scrisse: Per quasi cinquant’anni il mio cuore per
intero
è rimasto a vagare in quel lontano italiano cimitero
Oh, Edward, sei così solo qui, che desidero restare
a te vicina e sulla tua tomba per sempre riposare.
Su questo altipiano dove vi è solo pace e dignità
lontano dal mondo e dagli inutili e aleatori
tentativi
di ricostruire la perduta civiltà, considero i
conflitti
veri inaccettabili crimini contro l’intera umanità.
Compresi
realmente cosa fosse la maledetta guerra
non quella
enfaticamente sostenuta dalla propaganda
ma quella
vera che a morire tanti giovani uomini manda
come fossero
bestie, oh, quanto dolore su questa terra!
La figlia di Vera la richiesta della madre onorò
E nel mese di settembre del 1970 la sua cenere
sulla tomba dell’amato fratello Edward disseminò.
Danila Oppio
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