Nel Veneto, quando spesso ci si scordano le cose, c’è il detto: magna e desmentega.
Qualcuno mi chiede perché a volte
sono distratta, e scrivo seminando refusi, o dimentico di aggiungere o togliere
qualcosa da quanto scrivo o pubblico. Oppure che scordo quel che ho letto e poi
confondo.
Allora per chi non ne è a
conoscenza, racconto una mia giornata tipo.
Mattina sveglia intorno alle 6,30,
una rapida visita al bagno per i consueti lavacri e poi di corsa giù dalle
scale per raggiungere la cucina, dove preparo la colazione per tutti, e risalgo
in camera di mamma portandole il suo caffè e la medicina mattutina. Ed ecco la
mia prima salita e discesa dalle scale. Tengo a precisare che abito in una
villetta su quattro livelli: lavanderia e garage nel seminterrato, salone,
cucina e bagno piccolo al piano rialzato, tre camere e un bagno più grande al
primo piano, e una spaziosa camera - mansarda, più relativo bagno al secondo
piano. Non bastasse, ci sono due balconi e un terrazzino quadrato. Inoltre c’è
il giardino, per fortuna non troppo grande, che circonda su tre lati la casa,
che solo in inverno non richiede manutenzione.
Dopo essermi occupata di mamma quasi
centenaria, provvedendo alla sua pulizia e alla vestizione, la accompagno poi
giù in cucina per la colazione. Dopo di che, una volta fatta sedere sul suo
divano di fronte alla TV, risalgo per sistemare i letti.
Quindi ridiscendo per pulire il
piano di sotto. Poi devo scendere in lavanderia a portare gli indumenti sporchi
e magari far partire la lavatrice.
Quindi risalgo e se c’è da fare la
spesa esco, una volta la settimana, altrimenti mi dedico alle pulizie di casa,
al riordino, e poi rimango in cucina, per organizzare pranzo e cena.
Qualcuno potrebbe obiettare che ho una signora che viene a darmi una mano. Certo, ma mentre lei si occupa di un piano, io pulisco l'altro. E in ogni caso, la signora viene per poche ore tre volte la settimana, mentre la stessa conta sette giorni. E gli altri sono tutti a carico mio. Feste comprese.
Appena mi è possibile, mi siedo al
pc per i miei lavori, mi piace scrivere! O per rispondere alla posta in arrivo,
o per pubblicare qualcosa che mi è stato chiesto di fare, o semplicemente per
leggere qualche notizia.
Allora tutta concentrata al PC,
comincio….
- Dani? Sei lì? - Si sono qui. - Puoi venire un attimo? - Ok! Scendo.
E scendo per sentirmi chiedere di
dare una mano in qualcosa, o di occuparmi di mamma che ne sta combinando una
delle sue.
-
Dani,
puoi scendere? - Che c’è? - L’acqua
bolle, vieni a buttare la pasta.
Che cavolo, a casa mia sono tutti
privi di mani, incapaci di aprire la confezione della pasta già pronta sul
tavolo, e buttarla nella pentola in ebollizione? Va bene, scendo e butto la
pasta.
Dov’ero rimasta? Che stavo facendo
al PC? Ah sì, ero qui, ma non ricordo più quel che stavo leggendo o scrivendo.
Devo cominciare daccapo!
Al termine del giorno, calcolo che avrò percorso le scale di casa almeno una trentina di volte, se non di più. Andata e ritorno. Su e giù. 50 gradini per 30 volte, sono 1.500 gradini che, moltiplicati per due, salita e discesa, diventano 3.000.
Al termine del giorno, calcolo che avrò percorso le scale di casa almeno una trentina di volte, se non di più. Andata e ritorno. Su e giù. 50 gradini per 30 volte, sono 1.500 gradini che, moltiplicati per due, salita e discesa, diventano 3.000.
Quando va bene!
Non bastasse, suona il citofono: corro
a rispondere. E’ il corriere: - una consegna per lei. - Per me? Per mio figlio,
per mio marito che hanno entrambi l’abitudine di ordinare online ogni genere di
cose.
Risuona il citofono, questa volta è
il postino.
Di nuovo il citofono: sono i nipoti
che vengono in visita.
Ritorno al pc, e suona il telefono, devo rispondere e mi tengono a lungo a parlare, ed io odio trascorrere il tempo in chiacchiere.
Ritorno al pc, e suona il telefono, devo rispondere e mi tengono a lungo a parlare, ed io odio trascorrere il tempo in chiacchiere.
Alle 20,30 immancabilmente devo
accompagnare a nanna la mamma. Mi occorre mezz’ora prima che sia pronta. A quel
punto non posso più usare il PC, devo spegnerlo poiché si trova nella stanza che
un tempo era il mio studio, e che da anni è diventata la camera della nonnina.
Se potessi scrivere di notte, sono
certa che non dovrei subire interruzioni, ma anche ora che sto per scrivere
questa lagna, ha trillato il telefono e ho dovuto rispondere a una lunga
conversazione. Altra interruzione.
Poi mi si chiede come mai mi lamento
per la stanchezza.
Come mai non ho eseguito bene un
lavoro di scrittura.
Come mai non ho interiorizzato
un’email che magari mi era stata inviata qualche mese fa.
Come mai non ricordo in quale libro ho letto
quel determinato capitolo.
Come mai?????
Io non vivo sola, non posso gestire
le mie giornate pensando solo ai fatti miei e quando cerco di ritagliarmi del
tempo per organizzarmi nelle cose che mi piacciono, sono interrotta in
continuazione, come adesso che mi dicono che la lavatrice ha finito il bucato e
quindi devo andare a stenderlo ad asciugare. Sempre per il motivo che vivo con gente monca, priva di mani, e quindi poverina, non può aiutarmi!
C’è chi mi chiede di pubblicare
qualcosa su uno dei miei blog, e se molti si limitano a richieste contenute,
altri m’inviano pezzi lunghissimi. Insomma, se vivessi da sola, se avessi a disposizione le ore della sera per occuparmi
della scrittura, penso che potrei concentrarmi meglio su quel che sto facendo.
Avessi vent'anni di meno sul groppone!
Che ore sono? Mannaggia è già ora di
preparare la cena! E sono già stanca morta. Desidero soltanto che arrivi l’ora
di infilarmi sotto le coperte, perché domattina la sveglia è ancora alle 6,30.
Danila Oppio
Strano, però, quando vuoi tirar l'acqua al mulino delle tue faccende, non sbagli un colpo!
RispondiEliminaGiuro, da correttore di bozze, che in questo tuo articolo non c'è nessun refuso, anzi, che è
scritto divinamente bene! E non hai dimenticato nessuna delle tue incombenze quotidiane, hai contato i gradini che fai tutti i giorni con precisione aritmetica, una domanda: non ti sei cronometrata? così vedi se ti surclassi il giorno dopo o quello dopo ancora?
Brava comunque. Una lamentazione lucida come la casa dopo che ci sei passata su con ardore lasciando, invece che lo sporco, odore.
Continua così. Penso sia questo che sperano tutti quelli che vivono con te.
Buon lavoro!
Angie
E azzeccata anche la scelta di ESCHER per illustrare il tutto.
RispondiEliminaLa confusione delle scale che non si sa se salgono o scendano e dove portano! Così sono io, Angie, con tutto il daffare, come faccio a ricordare i particolari? Non ricordo neppure cosa ho pubblicato nei miei libri, siano essi in prosa che in poesia, se non vado a rileggere qualche pagina, o a guardare l'indice, e forse sarebbe meglio anche il pollice e l'anulare! Sai come sono distratta, ma ora sai anche il motivo per cui talvolta mi sfuggono dei refusi, o dimentico altro. In questa situazione, quando vieni interrotta di continuo, hai poco tempo per rileggere, poco tempo per scrivere e pochissimo per ricordare. Per esempio ad una certa ora devo preparare le medicine per mamma. Le metto sul comò di camera mia, poi quando è ora di somministrarle, sono scesa senza prenderle, per cui devo rifare le scale per tornare al comò e poi ridiscendere. Immagina un po'! Ciao sto ridendo di me,l'unico modo per vivere serenamente
RispondiEliminaDani
Anch'io ho riso assieme a te. Lo sfogo era bello e l'ho accettato. L'ho condiviso. Avendo già dato.
RispondiEliminaAngie