POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

lunedì, dicembre 10

MAGNA E DESMENTEGA - di DANILA OPPIO




Nel Veneto, quando spesso ci si scordano le cose, c’è il detto: magna e desmentega. 
Qualcuno mi chiede perché a volte sono distratta, e scrivo seminando refusi, o dimentico di aggiungere o togliere qualcosa da quanto scrivo o pubblico. Oppure che scordo quel che ho letto e poi confondo.
Allora per chi non ne è a conoscenza, racconto una mia giornata tipo.
Mattina sveglia intorno alle 6,30, una rapida visita al bagno per i consueti lavacri e poi di corsa giù dalle scale per raggiungere la cucina, dove preparo la colazione per tutti, e risalgo in camera di mamma portandole il suo caffè e la medicina mattutina. Ed ecco la mia prima salita e discesa dalle scale. Tengo a precisare che abito in una villetta su quattro livelli: lavanderia e garage nel seminterrato, salone, cucina e bagno piccolo al piano rialzato, tre camere e un bagno più grande al primo piano, e una spaziosa camera - mansarda, più relativo bagno al secondo piano. Non bastasse, ci sono due balconi e un terrazzino quadrato. Inoltre c’è il giardino, per fortuna non troppo grande, che circonda su tre lati la casa, che solo in inverno non richiede manutenzione.

Tutto questo comporta salire e scendere le scale, che in totale sono una cinquantina di gradini dal piano basso fino in mansarda. Tenetene conto.
Dopo essermi occupata di mamma quasi centenaria, provvedendo alla sua pulizia e alla vestizione, la accompagno poi giù in cucina per la colazione. Dopo di che, una volta fatta sedere sul suo divano di fronte alla TV, risalgo per sistemare i letti.
Quindi ridiscendo per pulire il piano di sotto. Poi devo scendere in lavanderia a portare gli indumenti sporchi e magari far partire la lavatrice.
Quindi risalgo e se c’è da fare la spesa esco, una volta la settimana, altrimenti mi dedico alle pulizie di casa, al riordino, e poi rimango in cucina, per organizzare pranzo e cena.
Qualcuno potrebbe obiettare che ho una signora che viene a darmi una mano. Certo, ma mentre lei si occupa di un piano, io pulisco l'altro. E in ogni caso, la signora viene per poche ore tre volte la settimana, mentre la stessa conta sette giorni. E gli altri sono tutti a carico mio. Feste comprese.
Appena mi è possibile, mi siedo al pc per i miei lavori, mi piace scrivere! O per rispondere alla posta in arrivo, o per pubblicare qualcosa che mi è stato chiesto di fare, o semplicemente per leggere qualche notizia.
Allora tutta concentrata al PC, comincio….
     - Dani? Sei lì?  - Si sono qui. -  Puoi venire un attimo? - Ok! Scendo.
E scendo per sentirmi chiedere di dare una mano in qualcosa, o di occuparmi di mamma che ne sta combinando una delle sue.
-       Dani, puoi scendere? - Che c’è? -  L’acqua bolle, vieni a buttare la pasta.
Che cavolo, a casa mia sono tutti privi di mani, incapaci di aprire la confezione della pasta già pronta sul tavolo, e buttarla nella pentola in ebollizione? Va bene, scendo e butto la pasta.
Dov’ero rimasta? Che stavo facendo al PC? Ah sì, ero qui, ma non ricordo più quel che stavo leggendo o scrivendo. Devo cominciare daccapo!
Al termine del giorno, calcolo che avrò percorso le scale di casa almeno una trentina di volte, se non di più. Andata e ritorno. Su e giù. 50 gradini per 30 volte, sono 1.500 gradini che, moltiplicati per due, salita e discesa, diventano 3.000.
Quando va bene!
Non bastasse, suona il citofono: corro a rispondere. E’ il corriere: - una consegna per lei. - Per me? Per mio figlio, per mio marito che hanno entrambi l’abitudine di ordinare online ogni genere di cose.
Risuona il citofono, questa volta è il postino.
Di nuovo il citofono: sono i nipoti che vengono in visita.
Ritorno al pc, e suona il telefono, devo rispondere e mi tengono a lungo a parlare, ed io odio trascorrere il tempo in chiacchiere.
Alle 20,30 immancabilmente devo accompagnare a nanna la mamma. Mi occorre mezz’ora prima che sia pronta. A quel punto non posso più usare il PC, devo spegnerlo poiché si trova nella stanza che un tempo era il mio studio, e che da anni è diventata la camera della nonnina.
Se potessi scrivere di notte, sono certa che non dovrei subire interruzioni, ma anche ora che sto per scrivere questa lagna, ha trillato il telefono e ho dovuto rispondere a una lunga conversazione.  Altra interruzione.
Poi mi si chiede come mai mi lamento per la stanchezza.
Come mai non ho eseguito bene un lavoro di scrittura.
Come mai non ho interiorizzato un’email che magari mi era stata inviata qualche mese fa.
 Come mai non ricordo in quale libro ho letto quel determinato capitolo.
 Come mai????? 
Io non vivo sola, non posso gestire le mie giornate pensando solo ai fatti miei e quando cerco di ritagliarmi del tempo per organizzarmi nelle cose che mi piacciono, sono interrotta in continuazione, come adesso che mi dicono che la lavatrice ha finito il bucato e quindi devo andare a stenderlo ad asciugare. Sempre per il motivo che vivo con gente monca, priva di mani, e quindi poverina, non può aiutarmi!
C’è chi mi chiede di pubblicare qualcosa su uno dei miei blog, e se molti si limitano a richieste contenute, altri m’inviano pezzi lunghissimi. Insomma, se vivessi da sola, se avessi  a disposizione le ore della sera per occuparmi della scrittura, penso che potrei concentrarmi meglio su quel che sto facendo.
Avessi vent'anni di meno sul groppone!
Che ore sono? Mannaggia è già ora di preparare la cena! E sono già stanca morta. Desidero soltanto che arrivi l’ora di infilarmi sotto le coperte, perché domattina la sveglia è ancora alle 6,30.
Danila Oppio

4 commenti:

  1. Strano, però, quando vuoi tirar l'acqua al mulino delle tue faccende, non sbagli un colpo!
    Giuro, da correttore di bozze, che in questo tuo articolo non c'è nessun refuso, anzi, che è
    scritto divinamente bene! E non hai dimenticato nessuna delle tue incombenze quotidiane, hai contato i gradini che fai tutti i giorni con precisione aritmetica, una domanda: non ti sei cronometrata? così vedi se ti surclassi il giorno dopo o quello dopo ancora?
    Brava comunque. Una lamentazione lucida come la casa dopo che ci sei passata su con ardore lasciando, invece che lo sporco, odore.
    Continua così. Penso sia questo che sperano tutti quelli che vivono con te.
    Buon lavoro!
    Angie

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  2. E azzeccata anche la scelta di ESCHER per illustrare il tutto.

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  3. La confusione delle scale che non si sa se salgono o scendano e dove portano! Così sono io, Angie, con tutto il daffare, come faccio a ricordare i particolari? Non ricordo neppure cosa ho pubblicato nei miei libri, siano essi in prosa che in poesia, se non vado a rileggere qualche pagina, o a guardare l'indice, e forse sarebbe meglio anche il pollice e l'anulare! Sai come sono distratta, ma ora sai anche il motivo per cui talvolta mi sfuggono dei refusi, o dimentico altro. In questa situazione, quando vieni interrotta di continuo, hai poco tempo per rileggere, poco tempo per scrivere e pochissimo per ricordare. Per esempio ad una certa ora devo preparare le medicine per mamma. Le metto sul comò di camera mia, poi quando è ora di somministrarle, sono scesa senza prenderle, per cui devo rifare le scale per tornare al comò e poi ridiscendere. Immagina un po'! Ciao sto ridendo di me,l'unico modo per vivere serenamente
    Dani

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  4. Anch'io ho riso assieme a te. Lo sfogo era bello e l'ho accettato. L'ho condiviso. Avendo già dato.
    Angie

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