Dal Comune di Canazei (autore ignoto per il
momento, ma sto chiedendo in giro chi abbia scritto questa storia meravigliosa
e soprattutto vera.
Brutto,
spelacchiato, uno scherzo di dubbio gusto. Sono qui solamente da qualche giorno
e già ho sentito tanti commenti. Mi sono chiesto anche io perché abbiano scelto
me per questo luogo, in questo momento… Vi racconto una storia, la faccio
breve, prometto. Sono nato in un bosco qui vicino tanti anni fa, sono cresciuto
con l’alternarsi delle stagioni, del sole, della pioggia della neve e del
vento. Ne ho viste tante passare accanto a me e ogni anno un anello in più sul
mio tronco m’indicava che, nonostante tutto, la mia vita proseguiva. Ho visto
cervi, caprioli, scoiattoli e tantissimi altri esseri che mi hanno tenuto
compagnia in questi anni, insieme ai miei simili in quel bosco. Ho visto tante
persone passeggiare vicino a me, qualcuno si è anche riparato sotto i miei
rami; sono stato il sogno di un bambino che sulle mie braccia si è arrampicato
e che su esse progettava la sua casetta; mi sono addormentato assistendo a
tramonti e con la musica che solo questa terra è capace di regalare. I miei
anelli diventavano sempre più ma poi… una notte di quest’anno, a fine ottobre,
tanta pioggia, tanto vento: ho avuto paura. Il mio orizzonte ha cambiato asse
tutto in un colpo, non ho ben capito come ma mi sono ritrovato a terra: il
vento non faceva più danzare i miei rigogliosi rami e tutto, in attimo, è
cambiato. Ricordo istanti concitati: ho vivissima la percezione di quella notte
e dei giorni seguenti. La tristezza di chi si è ritrovato con la casa devastata
ma la luce negli occhi dovuta alla consapevolezza di poterlo raccontare e il
formicolio alle mani per la voglia di ricostruire, sistemare, andare avanti; le
sirene, le luci e il ruggire dei mezzi al lavoro; le numerose divise militari e
non, volontari, sportivi, gente comune, tutti con un disinteressato spirito di
comunità e solidarietà a pulire, spostare, sistemare. Ricordo le notti buie,
senza luci come non mai avevo visto: tutto sembrava essersi fermato ma non era
così. Tutto si muoveva, tutto andava il più veloce e il più ordinato possibile:
comandanti e comandati, senza ranghi e gerarchie, con l’unico scopo di andare
avanti. E io sdraiato non potevo fare nulla in attesa di un destino
sconosciuto. Adesso sono qui, porto su di me i segni di quella notte: ho i rami
spezzati e malconci, non sono al meglio della mia rigogliosità ma mi è stata
regalata una grande occasione, la hanno regalata a me anziché scegliere un mio
fratello sano, a lui toccherà probabilmente l’anno prossimo, quando avrà un
anello in più. Sono qui per raccontarvi una storia che io rappresento insieme a
tutti i miei fratelli che sono ancora schiantati a terra: sono fortunato! A
pensarci bene rappresento molto bene questa gente, la mia storia la racconta:
ero in piedi, rigoglioso e felice, sono caduto ma mi sono rialzato con l’aiuto
di altri e adesso mi stanno regalando un vestito per queste Feste, luci e
addobbi perché io possa raccontarvi quanto siamo fortunati e uniti anche in una
disgrazia. Guardami bene adesso che hai idea: non sono un vero SCHIANTO?
Sei bellissimo! Come la tua storia che ci hai raccontato. Immaginavo fossi tu fin dal primo momento che ti ho visto, un rappresentante degli ABETI schiantati. Bonne Chance!
RispondiEliminaAF
Una splendida storia reale. Grazie del commento Angie!
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