MISERERE
Era ieri o forse un anno fa (non so)
cuoceva il rancio per tutti nel paiolo
un tiro di mortaio aggiunse qualcosa
un brandello strappato dalla carne
di un nostro compagno lì vicino
che ormai giaceva morto dilaniato
Più tardi mangiammo tutti a occhi chiusi
in un silenzio feroce animalesco
e ci spartimmo anche la sua razione
Nella liturgia della sopravvivenza
non rinunciammo al pasto quotidiano
spezzammo la nostra eucarestia
vicino al corpo di quel povero cristo
senza recitare neanche un miserere
Siamo morti quel giorno tutti quanti
divorando il cibo come bestie
ingoiando a morsi la coscienza
Si può tornare a casa dalla guerra
senza essere mai sopravvissuti
Luisa Bolleri
Una mia riflessione su questa drammatica lirica: l'autrice si riferisce a un fatto di guerra, ma questo tipo di indifferenza succede ogni giorno. Si chiudono gli occhi e non si ascolta, per non essere avvolti nella mestizia di un mondo che sta rotolando verso il male. E se c'è chi muore, chi se ne importa. (Danila Oppio)
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