Preferisco definire "considerazioni" quel che il libro dell'autrice mi ha trasmesso. Lascio il termine "Recensioni" a chi è del mestiere.
Ventun racconti che fanno rabbrividire. No, non
si tratta di tema horror, purtroppo quanto narra Luisa Bolleri accade nella vita reale.
Ciò che colpisce è il sentimento che ha guidato la scrittura dell’autrice. Si è immedesimata nella storia a tal
punto, da trasmettere al lettore le stesse dolorose emozioni, unite al senso di giustizia innato in lei.
La raccolta tratta diverse forme di violenza,
molto più frequenti di quanto non si creda. Abusi sull’infanzia, sulla donna
con la quale l’uomo vive, un falso senso dell’amore che diviene possesso,
autoritario e disumano.
Dal quel che ho letto su testi di psicologia,
pare che chi ha subito violenza fisica o morale da piccolo - soprattutto in
famiglia – si rivalga da adulto aggredendo la donna che ha scelto come compagna
di vita. Vorrei precisare: da adulto fisicamente, poiché nel suo subconscio
resta infantile e privo di etica, quel che vuole dimostrare è solo il potere che
ora pensa di detenere, rispetto alla sudditanza succube in famiglia o dentro un certo tipo di società, come la
scuola o il luogo di lavoro. Così scarica l’aggressività repressa sulla sua povera
vittima.
Questo non giustifica la crudeltà umana. Nelle
fiabe che mi raccontavano un tempo, c’erano gli orchi e i lupi mannari, ma si
trattava di personaggi mai esistiti, oggi invece tornano sotto mentite spoglie,
si vestono da umani, ma non vedo differenze comportamentali tra fiaba e realtà.
La seguente citazione calza a
pennello in questo mio pensiero.
[VASILY GROSSMAN]
"Come si spegne, il male? Forse con le gocce di
rugiada della bontà umana? Ma è una fiamma che nemmeno l'acqua di tutti i mari
e di tutte le nuvole potrebbe spegnere, tanto meno una manciata di gocce di
rugiada raccolte dai tempi del vangelo al piombo di oggigiorno...
Luisa ci prova, con i suoi racconti,
a tracciare le situazioni che rappresentano un certo tipo di male nel mondo,
sperando che apra la mente a chi fa orecchi da mercante. Penso, infatti, che
l’indifferenza umana affianchi coloro che del male ne fanno mestiere, ed è
altrettanto nociva.
La narrazione di Luisa scorre precisa, non tralascia
nulla di quel che accade, e lo fa con una scrittura nella quale cultura e
intelligenza vanno a braccetto.
PRECIPITARE è il titolo dell’ultimo racconto,
che a mio parere conchiude tutti gli altri, poiché per chi subisce aggressioni,
se non addirittura la morte da parte di certi energumeni, a volte se ne rifugge
solo perdendo la propria vita, quasi fosse l’unica via d’uscita per mettere
fine a tanta sofferenza. Questo, in particolare, si evince nel racconto
SCUSATECI, che a me è particolarmente piaciuto. Infatti, si subiscono ingiustizie anche nei
luoghi di lavoro, e chi disgraziatamente lo perde, si trova in gravi difficoltà,
causate da una società indifferente, nella quale non esiste alcun effettivo
aiuto.
Ho provato una profonda amarezza, durante la
lettura di storie che in parte sono riprese dalla cronaca nera di tutti i
giorni, e in parte frutto della fantasia dell’autrice Colpiscono, i racconti, per
gli argomenti trattati, per il dolore che ci procurano certe aberranti notizie,
una sofferenza che lacera il cuore.
E credo che sia proprio questo il fine voluto
da Luisa Bolleri: aprire gli occhi a chi si sforza di tenerli chiusi, a chi mette la testa
sotto la sabbia come fanno gli struzzi, a chi con noncuranza scuote il capo
sostenendo che oramai i media non fanno altro che diffondere queste macabre
notizie, e cambiano canale per distrarsi con talk show o altre sciocchezze.
Desiderano ignorare, ottenebrando il cervello per non pensare al degrado morale
in cui vivono certe famiglie. Occhio non vede, orecchio non sente, cuore non
duole.
E’ un libro che fa riflettere. Se vogliamo che
il mondo cambi, dobbiamo partire dall’educazione e dal rispetto in famiglia,
nelle scuole, nei posti di lavoro e nell’intera società. In caso contrario, i
fatti narrati nello splendido libro dell’autrice, si faranno sempre più
frequenti e di certo non è quanto vorremmo.
Un ultimo appunto: leggo molto e, per essermi occupata
di editing e di supervisione dei testi d’altri autori, il mio occhio osserva i
minimi particolari, come per esempio nel cercare refusi o errori di stampa. Ne
ho trovati anche in libri editi da case editrici famose. In questo ho
riscontrato assoluta precisione. Mi complimento con l’autrice e con la casa
editrice che si è occupata dell’edizione di Precipitare.
Danila Oppio
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