Dai PRIMI POEMETTI (1897 – 1904) di GIOVANNI PASCOLI
A Maria Pascoli
Descrivendo il tempo della sua prima infanzia, e nel parlare degli uccellini che la rallegravano, dice:
Sì, c’è stato quel tempo che noi non si viveva così da presso. E se sapessi che dolore allora, che pianto era il nostro, che solitudine rumorosa, che angoscia segreta e continua! Ma via, uomo, non ci pensare: mi dite. Ma no, pensiamoci anzi . Sappiate che la dolcezza lunga delle vostre voci nasce da non so quale risonanza che esse hanno nell’intima cavità del dolore passato.
Sappiate che non vedrei ora così bello, se già non avessi veduto così nero.
Sappiate che non godrei tanto di così tenue (per altri!) materia di gioia, se il martòro non fosse stato così duro e così durevole e non fosse venuto da tutte le possibili fonti di dolore, dalla natura e dalla società, e non ne avesse ferito tutte le possibili sedi, l’anima e il corpo, l’intelligenza e il sentimento. Non è vero, Maria? E benedetto dunque il dolore! Perché in ciò riconoscere un atroce sgarbo della matrigna Natura, che il poco bene che ci dà, ci dia solo a patto di male? Io dico parola più giusta. Io dico: O madre Natura, siano grazie a te che anche dal male ricavi per noi il bene. Noi, mansueta Maria, abbiamo a lungo camminato per l’erta viottola del dolore, e ci siamo anche mancati, Maia, molto; ma la passeggiata ci ha dato un giovanile appetito di gioia. Sì, anche una crosta ammuffita e una scodella di legumi sono buon cibo per la nostra fame.
Ricordiamo, Maria, ricordiamo! Il ricordo è del fatto come una pittura: pittura bella, se impressa bene nell’anima buona, anche di cose non belle. Il ricordo è poesia, e la poesia non è se non ricordo.
Hai scelto delle parole inusitate, Danila, di quest'uomo che fu l'unico a trovarci d'accordo essere un POETA, fra i tanti che erano stati nominati da tanti...
RispondiEliminaAngela
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RispondiEliminaSi, Pascoli lo sento vicino a me. E' stato forgiato dal dolore, ancora piccolo, per il turpe assassinio del padre, quando aveva solo 12 anni, e la madre morì di crepacuore, l'anno successivo. Perse anche i fratelli in quello stesso periodo, e gli rimasero solo le due sorelle Maria e Ada.Maria rimase con lui, nubile come lui e celibe, mentre Ada si era sposata. Tutte queste tragedie non hanno però piegato lo spirito del poeta. Per questo mi piacciono le sue poesie, piene di delicata sensibilità. ciao Danila
RispondiEliminaDelicata sensibilità? Quel che scrive Pascoli ha per me sempre + spesso dell'incredibile. Mi sembra quasi che preparasse un nuovo modo di esprimersi in lingua italiana. Sì, se Dante l'ha inventata, Pascoli stava reinventandola...
EliminaAngela