POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

lunedì, febbraio 22

LA VOCAZIONE DEL BAMBÙ di DANILA OPPIO

LA VOCAZIONE DEL BAMBÙ...

           In un magnifico giardino cresceva un bambù dal nobile aspetto. Il Signore del giardino lo amava più di tutti gli altri alberi. Anno dopo anno, il bambù cresceva e si faceva bello e robusto. Perché il bambù sapeva bene che il Signore lo amava e ne era felice.

           Un giorno il Signore si avvicinò al suo amato albero e gli disse: "Caro bambù, ho bisogno di te". Il magnifico albero sentì che era venuto il momento per cui era stato creato e disse, con grande gioia: "Signore, sono pronto. Fa di me l’uso che vuoi”.

           La voce del Signore era grave: "Per usarti devo abbatterti!". Il bambù si spaventò: "Abbattermi, Signore? Io, il più bello degli alberi del tuo giardino? No, per favore, no! Usami per la tua gioia, Signore, ma per favore, non abbattermi". "Mio caro, bambù", continuò il Signore, "se non posso abbatterti, non posso usarti".  Il giardino piombò in un forte silenzio. Anche il vento smise di soffiare. Lentamente il bambù chinò la sua magnifica chioma e sussurrò: "Signore, se non puoi usarmi senza abbattermi, abbattimi".

              "Mio caro bambù", disse ancora il Signore, "non solo devo abbatterti, ma anche tagliarti i rami e le foglie". "Mio Signore, abbi pietà. Distruggi la mia bellezza, ma lasciami i rami e le foglie!". "Se non posso tagliarli, non posso usarti". Il sole nascose il suo volto, una farfalla inorridita volo via. Tremando, il bambù disse fiocamente: “ Signore, tagliali”:

         "Mio caro bambù, devo ancora farti di più. Devo spaccarti in due e strapparti il cuore". Il bambù si chinò fino a terra e mormorò: "Signore, spacca e strappa".

          Così il Signore del giardino abbatté il bambù, tagliò i rami e le foglie, lo spaccò in due e gli estirpò il cuore. Poi lo portò dove sgorgava una fonte di acqua fresca, vicino ai suoi campi che soffrivano per la siccità.

          Delicatamente collegò alla sorgente un’estremità dell'amato bambù e diresse l'altra verso i campi inariditi. La chiara, fresca, dolce acqua prese a scorrere nel corpo del bambù e raggiunse i campi. Fu piantato il riso e il raccolto fu ottimo. Così il bambù divenne una grande benedizione, anche se era stato abbattuto e distrutto.

          Quando era un albero stupendo, viveva solo per se stesso e si specchiava nella propria bellezza. Stroncato, ferito e sfigurato era diventato un canale, che il Signore usava per rendere fecondo il suo regno.

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Questa splendida parabola ci spiega molte verità. È difficile uscire dal proprio EGO. Si dice che la prima persona che amiamo siamo noi stessi. Va bene, giusto amarci, lo dice anche Gesù in questa sua illuminante affermazione: "Ama il prossimo tuo come te stesso". Non nega che dobbiamo amare prima di tutto noi stessi, poiché se non ci amiamo, men che meno sapremo amare gli altri. 

Non dico che dobbiamo giungere alla completa abnegazione del nostro IO, e arrivare fino al martirio, ma costa poco dedicarci ai nostri simili con l'ascolto, l'aiuto, una buona parola, anche se questo a volte richiede un gran spirito di sopportazione. Pure in questo Gesù disse, nelle opere di misericordia spirituali: sopportare pazientemente le persone moleste. 

Le persone moleste non sono solo quelle che ci tormentano nel corpo e nell'anima, ma anche quelle che si aspettano solo di essere comprese, di poter liberare le proprie emozioni, condividendo il loro sentire con gli amici, sia nella gioia che nel dolore. E se anche ci intrattengono con i loro sfoghi, sappiamo che in quel momento stiamo svolgendo un'opera di carità. Non sempre fare un'azione caritatevole significa donare cose o denaro. Le persone che non hanno problemi economici non chiedono cose materiali, molto più di frequente necessitano di una parola buona, di un paziente ascolto, di non essere ferite con insulti, spregi, o scrollate di spalle. Come noi stessi abbiamo talvolta bisogno di una parola affettuosa, di una parola che aiuti a risolvere qualche problema interiore, così dobbiamo a nostra volta offrire lo stesso supporto morale. E denigrare, mostrare indifferenza, ignorare, non è solidarietà. E' una spada che spezza il cuore.  Accusare ingiustamente qualcuno, è non solo una riprovevole calunnia, ma uccide la speranza. 

Quindi, mettersi al servizio, come ha fatto il bambù, per il bene comune, è un gesto di solidarietà ammirevole. 

Prima di tutti, dovrebbero essere i Governanti delle Nazioni, a prendersi cura del bene pubblico, ma se, immersi nel proprio Ego, si occupano solo di se stessi anche nella vita privata, mai nasceranno i veri Giusti, quelli che prima di sé mettono in luce le vere necessità di un intero popolo.

Chiaro il concetto? Dobbiamo lavorare su noi stessi, uscendo al nostro guscio e allargando la propria limitata visione, spostandola dal nostro IO al NOI. E' così difficile da comprendere e mettere in pratica?

Danila Oppio


1 commento:

  1. TRE URRAH! per il BAMBU' e poi per chi ha scritto la storia...
    Angela Fabbri

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