Ciao! Mi presento.
Sono Linda, una minuscola goccia d'acqua.
Poco tempo fa, pressata da infinite miriadi di
mie sorelle, sono stata sospinta nelle tiepide acque del Rio delle Amazzoni per
raggiungere l'oceano immenso. Qui speravo di aver trovata la pace e me ne stavo
beata a crogiolarmi al tepore dei raggi del Sole, quando, improvvisamente,
incomincio a lievitare nell'aria, leggera, eterea.
Il vento mi spinge con la sua forza possente fino
alle estreme propaggini della Norvegia, dove precipito sotto forma di un bianco
e soffice fiocco di neve. Ancora una volta i raggi solari mi individuano e mi
sciolgo al loro caldo abbraccio.
Di nuovo liquida, vengo inghiottita dal terreno e
poi trapelo in una grotta. Lì, mi trovo intrisa di minerali, che deposito su
un'enorme stalagmite, sulla quale nel tempo si sono infrante milioni di mie
sorelle. Anch'io subisco lo stesso destino e quando dal fondo della grotta vedo
la nostra opera collettiva, mi gonfio di orgoglio.
Ma la distrazione mi fa scivolare nel rigagnolo
che defluisce dalla grotta e che si getta in un lungo fiordo. Questo ambiente
gelido mi intristisce e mi induce a vagabondare nella corrente. Così posso
vedere rocce frastagliate schiaffeggiate dai marosi e imponenti onde risalire
il fiordo. A cavalcioni di esse alcuni pesci spiccano salti fantastici mentre
gli uccelli marini si calano dall'aria per agguantarli.
Sono così presa da tutti questi avvenimenti che
non mi accorgo dell'arrivo di un bel salmone che mi inghiotte e non posso più
vedere il Sole. In pochissimo tempo faccio parte del sangue del salmone col
quale raggiungo ogni parte del suo corpo e mi fermo un pochino, a prendere
fiato, nell'occhio destro. All'improvviso vedo le maglie della rete da pesca
diventare sempre più grosse e sempre più vicine, fino a che il salmone ne
rimane prigioniero.
Lasciamo il mare e siamo scaraventati su un
battello da pesca, dove il pescato è subito messo in lavorazione. Faccio appena
in tempo a scappare dall'occhio ed a raggiungere la muscolatura del salmone
quando ad esso viene recisa la testa con un colpo netto. E torna di nuovo il
freddo.
Con un aereo raggiungo un supermercato svizzero
dove sosto per un'ora e poi raggiungo con la borsa della spesa uno splendido
chalet. E lì, circondata da una grande quiete riposo alcune ore e poi
incomincio a sudare per il gran caldo. Un caldo che diventa sempre più
insopportabile e del quale scopro subito la causa, ci troviamo in un tegame
sopra i fornelli.
La pietanza è servita a tavola, in una nuvola di
profumo che stuzzica l'appetito. Entro di nuovo nel corpo di un essere vivente,
questa volta una donna. La mia ospite indossa un bell'abito bianco, un trucco
sobrio e sapiente le esalta il viso simmetrico, il suo portamento elegante
attrae lo sguardo dell'uomo che è con lei. I due consumano il pasto
scambiandosi brevi frasi e si guardano negli occhi. Poi l'uomo le prende le
mani, le bacia e sussurra alla donna alcune parole. Il cuore della donna
incomincia a battere velocemente, il suo respiro si fa più corto e gli occhi si
fanno più umidi. È la magia dell'amore.
Esco dai suoi occhi per essere espulsa dalla
ventola dell'impianto di riscaldamento. Di nuovo nell'aria!
Un vortice improvviso mi butta in un fosso. Che
vergogna, sono nel fango! Cerco di fare del mio meglio per uscire da questa
brutta situazione, ma vedo tante mie sorelle che soffrono e non riescono
neanche loro ad allontanasi. Poi, di nuovo, mi salva il Sole. I suoi raggi
fanno asciugare il fango e dalla terra appena umida sboccia un fiore, uno
splendido fiore giallo che apre i suoi petali alle api. Mi arrampico sui suoi
petali ed un brivido mi percorre la schiena: vedo due terribili lame di una
forbice avvicinarsi e recidere il fiore che va a comporre un fascio per una
lapide, in un cimitero.
Commossa, spicco di nuovo il volo e raggiungo una
nuvola. Il vento mi trasporta leggera, pura. Con le mie sorelle ci stringiamo
la mano e volteggiamo in moti irregolari fino a che la catena si allunga troppo
e precipitiamo nel mare, da dove sono partita. Anche questo viaggio è terminato,
ne ricomincerò un altro, diverso, come diversi sono stati tutti quelli che ho
compiuto sinora.
Come è complesso il mondo, come è bella la vita!
Quante situazioni e scenari! E ci sono sempre io, Linda! È vero, sono proprio
necessaria!
Ciao!
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