Nell’ultimo quarto del XVII secolo,
l’olandese Antonie Philips van Leeuwenhoek inventò il microscopio ottico e per
primo osservò e descrisse gli organismi microscopici che denominò animalcules.
Successivamente, l’entomologo milanese
Agostino Bassi dimostrò che la moscardina, una malattia infettiva del baco da
seta, è causata da un micete che sarà chiamato in suo onore Beauveria bassiana.
Nel 1874 egli poté concludere che non solo gli insetti ma anche gli animali superiori
e l’uomo, in particolare, possono contrarre malattie contagiose quali il
morbillo, la sifilide e la peste bubbonica, a partire da microrganismi.
Nel 1878 Louis Pasteur nella sua opera «Les Microbes organisés, leur rôle dans la
Fermentation, la Putréfaction et la Contagion» dimostrò definitivamente che
la fermentazione è causata dalla crescita di microrganismi non per generazione
spontanea [dalla materia inorganica]
ma per biogenesi [da un altro essere
vivente] («Omne vivum ex vivo»).
Nel 1883 Emile Roux pubblicò la sua tesi di
dottorato «Des Nouvelles Acquisitions
sur la Rage» in cui descrisse il lavoro che aveva svolto assieme a Pasteur
e la realizzazione del vaccino contro la rabbia, malattia la cui causa, però,
non venne identificata.
Nel 1884 Charles Chamberland, nel bel mezzo
di un’epidemia di febbre tifoide, ideò un filtro a partire da una candela di
porcellana porosa, che consentiva di separare [più propriamente filtrare] i
microrganismi dal liquido in cui essi erano presenti.
Nel 1890 Robert Koch pubblicò i suoi
postulati che sanciscono i criteri necessari per poter sostenere l’esistenza di
un rapporto di causa – effetto tra un microrganismo ed una malattia. Secondo
essi, perché sussista tale rapporto, occorre che un microrganismo:
·
sia rinvenibile in
grandi quantità in tutti gli organismi ammalati e non in quelli sani;
·
sia isolabile dagli
organismi ammalati e sviluppabile in colture pure;
·
quando coltivato, induca
la stessa malattia se inoculato in organismi sani;
·
sia di nuovo isolabile
dagli organismi a cui era stato inoculato ed ai quali aveva causato una
malattia sperimentale e sia riconosciuto identico all’agente causale originale.
Si erano gettate così le fondamenta della
teoria microbiologica delle malattie infettive, però mancava l’essenziale… cioè
la terapia. Ed è a questo punto che entrò in scena Paul Ehrlich, ematologo,
immunologo e farmacologo tedesco.
Nell’anno 1900 Paul Ehrlich, mentre
lavorava all’Istituto di Terapia Sperimentale [Institut für experimentelle Therapie]
elaborò l’ipotesi della «Pallottola
magica» [zauberkugel], cioè di
un individuo chimico in grado di eliminare l’agente causale di una malattia
infettiva senza danneggiare o danneggiando poco l’organismo ospite, così come
un buon tiratore di pistola colpisce con una pallottola il suo bersaglio
specifico e non un altro non voluto.
Nel 1905 Fritz Schaudinn e Erich Hoffmann
individuarono la causa della sifilide nel Treponema
pallidum, un batterio spiraliforme Gram-negativo dell’ordine delle
Spirochete.
Nel 1908 finalmente la pallottola magica
diventò realtà: nel laboratorio di Paul Ehrlich, il chimico ed immunologo
giapponese Sahachiro Hata scoprì il Salvarsan
(o arsfenamina o composto 606), un composto arsenicale
in grado di distruggere il Treponema pallidum e guarire la sifilide.
Questa molecola, il primo farmaco attivo
per via sistemica contro un microrganismo, fu il capostipite di una nuova
classe di farmaci: i chemioterapici. Ma a causa dei suoi effetti collaterali,
talora gravi, nel 1943 si sperimentò contro la sifilide una nuova molecola: la penicillina. Fu un successo enorme.
Addirittura, nelle prime ore dalla sua somministrazione, si poteva verificare la
distruzione massiva dei batteri che esitava in un peggioramento della
sintomatologia. Tale fenomeno prese il nome di reazione di Jarisch–Herxheimer, dal nome dei due
dermatologi che la descrissero ed era dovuta alla risposta dell’organismo infettato
alle grandi quantità di endotossine derivanti dai «cadaveri» dei batteri uccisi dalla penicillina.
Oggi, per
fenomeni di evoluzione e selezione naturale, si riscontrano nuovi ceppi di Treponema
pallidum che risultano resistenti alle penicilline standard e per i quali si
cercano nuove pallottole magiche. L’insorgenza di ceppi microbici resistenti
agli antibiotici a cui prima erano sensibili costituisce un fenomeno
preoccupante della medicina moderna. C’è perfino chi teme che potremmo rimanere
a corto di «pallottole magiche» per alcune infezioni!
Per i suoi studi
e per i suoi risultati clamorosi Paul Ehrlich è considerato il padre ed il fondatore
della chemioterapia antimicrobica moderna e nel 1908 fu insignito del
premio Nobel per la Medicina.
Dr. Silvio
Coccaro
medico -
chirurgo
ex allievo
1972-73
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