A me non sarebbe bastata l'umiltà, ci vuole molto di più, per ammettere che sono proprio negata nella lettura della musica. Leggo le note come un'analfabeta o un alunno di prima elementare. Così: dunque, questa nota è nello spazio, quindi FA LA DO MI. Quest'altra nota è sul rigo, quindi, MI SOL SI RE FA. E magari ho anche sbagliato. Ah, se poi vado a guardare le crome, le biscrome, le pause, le chiavi di violino o di Sol, o di La, sono già fritta in padella. A scuola c'era un'ora di musica la settimana, ma non ci insegnavano a suonare un solo strumento. L'unica cosa che l'insegnante ci fece imparare è il solfeggio, in quattro quarti, tre quarti, battendo i tempi sul piano del banco, e sollevando la mano agitandola come una farfalla. Da morire dalle risate!
E
la chitarra la suonavo a orecchio, dopo aver imparato gli accordi di accompagnamento con la
posizione delle dita sulle corde. In questo modo, per l'accompagnamento, è l'accordo in FA e
quell'altro in LA. E più in là non sono andata. Vi ho divertito? Lo
sapevo che vi sareste fatti quattro risate! E questa è autoironia.
Eppure ricordo Franco, che mi insegnava con infinita pazienza i primi accordi, e anche Anna (Melato) che già sapeva accompagnare il suo canto suonando la chitarra. Ma più in là di qualche strimpellata stonata, non sono riuscita ad andare. Era qui, nella nostra piazza Mirabello dove, seduti su di una panchina, facevano casino con i nostri canti. (meglio dire, i loro!)
Ben vengano i musicisti, i cantanti che mi allietano con la loro musica e le canzoni. Non li invidio, li ringrazio dal profondo del cuore. La musica è compagnia, piacere, meraviglia.
Era una pretesa, chiamarla piazza. Corrispondeva ad uno spazio rientrante tra alcuni caseggiati, ed era affiancata da via Montebello. Queste sono foto recenti, allora non era così curata. Nella casa di fronte vi era l'abitazione della famiglia Melato.
E anche allora c'era l'edicola, e qui sotto, c'era il nostro bar dell'Oreste. Che da anni non esiste più.
Io abitavo qui sotto, nella via parallela a questo bar.
Al primo piano, dove ci sono le piante verdi, e uno stabile più in là, era abitato dalla famiglia Melato, e da quella della cara amica egiziana Nabila. (detta Nadia).
Ogni tanto ricado nei ricordi.
Danila Oppio
Nessun commento:
Posta un commento