Mio cugino Ivo Oppio, che vive in Canada fin da ragazzo, con Matteo Salvini, perché lui alla sua Patria d'origine ci tiene!
E
finalmente il grande affabulatore, il parolaio, quel tale che si è sempre
riempito la bocca di promesse che non ha mai inteso mantenere, è sceso dal
treno dove più passeggeri gli hanno dato del buffone.
Nessuno
ad applaudirlo, niente giornalisti o fan di quel Matteo che a mani vuote è
arrivato e a mani vuote è uscito dalla scena.
E
finalmente mi auguro che gli italiani pecoroni, o “capra” come direbbe Sgarbi,
abbiano aperto gli occhi. E quelli che non l’hanno fatto, continueranno a
incensare un pagliaccio bravissimo a raccontar favole ai creduloni. Peggio per
loro.
Di
proverbi ce ne sono una bella raccolta e, pescandone uno a caso - si fa per
dire - cito “chi troppo vuole nulla stringe” trovo che gli calzi a pennello.
La
fiaba “I vestiti nuovi dell’Imperatore” di Hans Christian Andersen pare
scritta per lui. Tutto il popolo, pur di ossequiarlo, gli diceva quanto fossero
belli gli abiti che indossava (una splendida metafora) e solo gli occhi d’un
bambino, che vedevano la reale situazione dell’Imperatore a passeggiare nudo
tra il popolo che lo acclamava, si è accorto di quanto fosse ridicolo e lo
disse ad alta voce.
Abbiamo
dovuto toccare il fondo, prima di accorgerci che Renzi era un fantoccio di
pezza, manovrato da Berlusconi?
Era
riuscito a imbambolarci tutti quanti, con la sua logorrea sput-acchiante, e ci
voleva sput-tanare alla grande. Beh, ora sembra che sia finita la sua corsa al
potere. Con le sue mani, che non hanno mai dato nulla agli italiani, ha solo
preso a man bassa. Ora ab-bassa solo la cresta di gallo cedrone. Addio chiacchierone!
Per amore
del vero, aveva inizialmente incantato anche me. Un giovane al governo! era ora
che ci fosse un volto nuovo a sostituire i soliti noti. Ma non è durato a lungo il mio incantamento. I fatti
non hanno dato seguito alle promesse, e quel Matteo, cresciuto alla scuola
berlusconiana, ha seguito a fotocopia le stesse azioni del suo predecessore.
Non mi
faccio illusioni, con questo nuovo governo, ma se almeno il 10 percento di
quanto promesso da Di Maio e Salvini
sarà realizzato, lo considererò un successo.
Sono
persuasa che per risalire la china, tutti indistintamente debbano sacrificarsi.
Così come sono convinta che chi s’arricchisce in modo esponenziale, non lo può
aver fatto onestamente. Le tasse le devono versare tutti, in proporzione al
loro reddito, non solo i poveri dipendenti cui sono detratte alla fonte. Gli
appannaggi da nababbo dei politici e governanti sono un affronto per chi si
guadagna il pane con il sudore della fronte.
Quindi, che spariscano le ingiustizie e gli emolumenti esagerati, i politici devono
essere i primi a dare l’esempio. Basta con questo andazzo, fuori da ogni buon
senso civico. Si parla di un debito pubblico che è cresciuto in maniera
esponenziale, comincino loro a rinunciare agli assurdi privilegi. Tutti gli
italiani sarebbero disposti ad accettare sacrifici economici, se per primo sarà
chi governa, a dimostrare che può vivere anche con un reddito meno esorbitante, che paga le tasse, che non si fa corrompere dalla sete di potere. Non so se
chi è ora al governo si comporterà conseguentemente alle proprie promesse, ma
me lo auguro di tutto cuore. Che si possa finalmente respirare un po’ di aria
nuova, non inquinata da collusioni con la mafia, da corruzioni, da personaggi
che hanno avuto a che fare con azioni contro la Legge.
Vorrei
che dopo la fiaba dei vestiti dell’Imperatore, si leggesse quella che finisce
con “ e tutti vissero felici e contenti”. Utopia? Forse, ma la Dea Spes è
l’ultima a morire.
Danila
Oppio
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