POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

mercoledì, settembre 11

PREMIO ALLA MOSTRA SETTEMBRINA di CORTEMAGGIORE (PC)


https://versiinvolo.blogspot.com/2019/09/mostra-settembrina-di-poesie-di-poeti.html



  Come già anticipato in un precedente post di cui al link qui sopra, ho ricevuto proprio ieri, in occasione del mio compleanno, la coppia e il diploma d'onore per aver partecipato con sei mie composizioni poetiche alla Mostra Settembrina esposta presso il salone della Banca di Piacenza - agenzia di Cortemaggiore. 
Ringrazio di cuore la Dott.ssa Carla Maffini, per la tempestività con cui mi ha inviato i premi. Si tratta di una bellissima coppa e di un diploma con medaglia d'oro.

Eccoli:






Le poesie esposte sono le seguenti:


Amalia Guglielminetti si racconta

È stato il mio un destino un po’ beffardo,
rispecchiato -  forse - ne “Le vergini folli”
Fui infine già in vita dimenticata e ne soffrivo
dagli storici della letteratura che mi van citando
non per i miei meriti letterari, ma a motivo
della mia intensa, infelice relazione sentimentale
col di me più famoso post-decadente Gozzano,
principe dei poeti crepuscolari, mio re personale.

Disgraziatamente, ero proprio il tipo di donna
che a Guido non piaceva: nei famosi versi
de «La signorina Felicita» forse da me ispirato
si fece beffe delle “intellettuali gemebonde”,
che leggono Nietzsche e trattano con baldanza,
dando la preferenza alle donne semplici, convinto,
(anche quelle al limite della più crassa ignoranza)
ma piene di buon senso e di pratico istinto.

Dopo un romantico inizio, imboccò il nostro rapporto
il piano inclinato del rapido logoramento;
Guido cominciò a negarsi, a latitare, m’impegnai
a inseguirlo, tentai per lungo tempo d’afferrarlo
per la falda della giacca, fatale errore, più l’uomo talloni
e più t’ignora; se ti defili, il suo amore si rinsalda.
Ma io testarda, non volli mai mollar la presa.
Glielo scrissi, poiché non mi sarei facilmente arresa.

Tutto questo conduce ad altri epistolari, dominati
da una tale sfasatura, e da gran differenza di livelli
sui quali noi due amanti-amici ci vedevamo collocati
come Abelardo ed Eloisa; pur se nella loro relazione,
complici le drammatiche circostanze esterne, se vale,
i fremiti passionali finirono per placarsi, in superficie,
nella contemplazione di un superiore distacco spirituale.
A me non riuscì tanto facilmente: troppa affezione.

Le  mie aspettative furono solo assurde astrazioni.
Fanno male i filosofi tutte queste cose avversare,
nel ritenerle troppo umili per le loro alte speculazioni;
e ancor peggio i palpiti del cuore disprezzare.
Essi rivelano una nobile tensione verso l’assoluto:
L’ho sperimentato sulla mia scarna pelle,
e nei recessi più profondi dell’alma mia imbelle
ché, purtroppo, molto soffrì per il di lui gran rifiuto.
oooOooo
Parto

Parto
verso destino ignoto
il peso sulle spalle
duro da sopportare
Cara mia terra addio.

Parto
come vagabonda
svuotata d’ogni bene
Unico capitale
la sorda sofferenza.

Parto
procedendo senza meta
lungo un percorso impervio
sullo sfondo nessun porto
che mi dia vero conforto.

Parto
Un viaggio senza ritorno
alle mie spalle l’Africa
la fame sete e arsura
ed ogni familiare affetto

Parto
Non porto con me rancore
pur se dentro l’anima
v’è una piaga di dolore
lacerante e purulenta

Parto
Non so dire dove sbarco
in quest’oceano in tempesta
la mia barca affonderà
Con una breccia al fianco

E nella fitta nebbia nomade
che cela l’orizzonte, con l’anima
infranta, navigo come veliero
fantasma privo di rotta.
oooOooo
Poetesse arrabbiate
(Dedicata a tutte le donne offese nel corpo e nell’anima)

Fulgide essenze le donne
A lievi e decisi passi sortite
Da un’assemblea di fate
In combattenti trasformate

Mascherate da miti sorrisi
Quelle sofferenze appese
Su nodosi rami contorti
Da gravi impietose offese

Cantano di donne violate
Uccise da amori falsati
Bruciate da quei fidanzati
Calpestate, poi annientate.

Cantano, come usignoli
Rinchiusi in dorata gabbia
Invocando libertà e giustizia
Con grida furiose di rabbia.

Cancellato ormai il tempo
Sdolcinato, tra rose e viole
Gli amari versi gridati
Squarciano le loro gole.

Vergognati, lurido verme
Deciso a strappare alla vita
Distrutta, lasciata inerme
Lei, che hai detto d’amare.

Armate di penna e di versi
Agguerrite da energico piglio 
A lottare per difender la vita   
Donne non più allo sbaraglio.

Basta con violenze e soprusi
Siate uomini e non animali
Non più assoggettate ad abusi
Onoratele come fossero altari.      
oooOooo
L’incubo di una notte
 (donne che fuggono dalla guerra)

Passò lungo la strada che si snodava
Simile a sciarpa intrisa di sangue liquefatto
la giovane donna dal vestito scarlatto.

I piedi nudi calpestavano pietre
conformi all’umana raccolta
di catastrofi,  imprevedibili e tetre.

Un puledro le trotterellava accanto,
come uscito dall’Apocalisse di Dürer.
Teneva il passo, stremato, al suo fianco.

Camminava nella notte, avviluppata
dalla stanchezza avvolta in sudario,
sconvolta, ferita, insanguinata.

Intravedevo del fango il fluire grottesco
nella luce violenta,  bagliori di fuoco
fendevano il buio Caravaggesco.

D’improvviso s’aprì un giorno limpido
D’una chiarità tagliente, il vento le sferzò
il volto tumefatto, lo  guardo liquido.

Sopra di lei, nell’angelico cielo trasparente,
vagavano, alla deriva, nuvole effimere,
e correva veloce, come Furia splendente.

Mi desto. La luce sporca del mattino
batte sul mio viso unto d’insonnia
Un pensiero cupo mi sfiora molesto.

La vita è un azzardo avvolto nel mistero.
Dovrei scrivere forse un trattato
sulla disperazione delle cose. Ma è vero?

Rappresenta il sogno uno degli enigmi
più irrisolti della umana  abominazione,
capace di sopravvivere alla dannazione?
oooOooo
Delicate suggestioni
(col cuore in Syria)

Danza scalza

Avvolta da impalpabili veli.
i piccoli piedi  posati su intrecci
di  tappeti afshar delicati.

Amuleti preziosi tintinnano
ai suoi polsi diafani
e cavigliere d’oro
come il pizzicar di cembali.

Profumi d’oriente
ambra, nardo e sandalo
aleggiano nell’aria dolce
della sera aleppina.

Danza scalza

Come sospesa in un cielo
di cobalto, ora come allora
in un assoluto incanto.

Sultani dai volti estatici
con cenni d’assenso
l’incitano a volteggiare
mentre bruciano incenso.

Danza scalza

Rapita dal loro sguardo
di diopside stellato
li asseconda smarrita.

Il sogno d’improvviso si dissolve
coi piedi insanguinati s’incammina
lungo le vie di Haleb devastata
dalla  feroce guerra intestina.
oooOooo
Effluvi dal passato 
In campagna la fragranza dell’erba
da poco falciata stesa a riposare
su covoni di fieno al sole essiccato,
a piluccare acini verdi d’uva acerba
così aspra e acidula da far salivare.

La lingua lambendo - gattino ferito -
il gusto ferroso del sangue sortito
da piccoli graffi, ustioni da fuoco,
unito al sale dei lacrimoni amari
a cagione d’un imprudente gioco.

Cola sull’abitino il mieloso succo
di more colte dai rami di gelso
a ombreggiare l’assolata strada
coperta di polvere simile a gesso.

Andar a piedi, sotto raggi roventi
sull’umida pelle il sudore a stille.
Odorare il fresco profumo dell’aria
all’apparire delle prime timide stelle.

Efffluvi e sapori emersi dai meandri
della mia storia, negli anni risucchiati
nel gorgo del Tempo, quali naufraghi
d’un’onda anomala, di colpo riversati
sulla bianca spiaggia della Memoria.


Danila Oppio

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