POETANDO

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sabato, settembre 11

STORIE DELLA VITA E DEL MONDO: GLI SCOIATTOLI di RENATA RUSCA ZARGAR

 


STORIE DELLA VITA E DEL MONDO

Il grande pino verde di nome Verpì, nelle sere di luna piena, raccontava, alle mille orecchie in ascolto, storie della vita e del mondo. 

Mille occhi lo osservavano attenti e mille corolle di fiori si riaprivano un poco per non perdere neppure un sussurro.

GLI SCOIATTOLI

C’era una volta, un tranquillo villaggio tra le montagne. I prati tutto intorno erano verdi, l’erba frusciava cantando con il vento e un torrente di acqua limpida scorreva tra i sassi. 

Vicino a quel villaggio, viveva una famiglia di scoiattoli. 

C’erano tutti: il nonno, la nonna, la mamma, il papà e una nidiata di piccoletti. 

La vita era dura ma semplice: gli scoiattoli si rincorrevano su e giù per gli alberi alla ricerca del cibo. Qualche volta, quando avevano tempo, sapevano giocare a nascondino tra le tenere fronde che lasciavano intravedere, a sprazzi, il cielo sereno e luminoso. 

Così, le stagioni si susseguivano una dopo l’altra: i piccoli crescevano e altri ne venivano al mondo. 

Era passato tanto tempo.

Il villaggio era molto cambiato: al posto delle vecchie case erano sorti altissimi grattacieli di vetro che scintillavano al sole. 

Dopo aver tagliato gli alberi del bosco, gli uomini avevano costruito una fabbrica con i suoi lunghi e ordinati capannoni dove macchine assordanti producevano milioni di pezzi al minuto.

Le sue ciminiere si alzavano qua e là e sbuffavano verso il cielo nuvoloni di fumo scuro. 

Nei campi, il contadino gettava manciate di fertilizzanti chimici e gli ortaggi crescevano, crescevano… 

Anche il torrente non cantava più tra le pietre ma serpeggiava fangoso, trasportando scarichi e spazzatura.

La grande famiglia degli scoiattoli, però, viveva ancora là. Aveva trovato rifugio tra i pochi alberi rimasti e le generazioni si avvicendavano adattandosi, anche se con fatica e paura, all’inesorabilità del progresso. 

Ora, nella tana, la scoiattola aspettava un piccolino e il padre, premuroso, si affaccendava a procurare il cibo. 

Cercava, qua e là, tra le piante, i frutti più nutrienti e i germogli più teneri anche se, qualche volta, erano ricoperti da una strana polvere nera. 

Infine, finalmente, l’erede era nato ed era una scoiattolina. Sembrava bella e paffuta mentre si riposava fiduciosa tra le zampe del papà o quando succhiava avidamente il latte e il suo sguardo si perdeva in quello felice della mamma! 

Purtroppo, però, la piccolina aveva spesso la tosse e faceva fatica a respirare. 

Lo scoiattolo dottore le aveva prescritto varie medicine ma quando il fumo delle ciminiere entrava dalla finestra della tana, di notte, si diffondeva lo strazio di quella tosse insistente e cattiva. 

La piccola scoiattolina abbandonava il capo, sfinita, sul cuscino di foglie e la mamma piangeva disperata nel vederla soffrire. 

La vita in quel luogo era ormai diventata impossibile e la famiglia aveva deciso, quindi, di trasferirsi al mare per trovare un ambiente migliore. 

Purtroppo, però, nel mare, era affondata una grossa petroliera e grumi neri di catrame si spargevano dappertutto sul litorale. 

Le case erano sorte sulla costa all’impazzata e non si trovava neppure un filo d’erba. 

Non c’era nulla da fare. 

Ovunque, il mondo era cambiato, la tosse non poteva guarire e la vita futura faceva davvero spavento. 

La famiglia degli scoiattoli non sapeva più dove andare. 

Mentre vagavano qua e là, alla ricerca di un qualsiasi riparo, una sera, per caso, avevano udito la voce di Verpì.

Seguendo il suono della sua parlata antica, erano arrivati al bosco di pini piantati moltissimi anni prima da una classe di giovani studenti.

Dunque, sulla terra c’era ancora un’oasi di pace! 

Anzi, gli scoiattoli si erano arrampicati proprio sul possente tronco di Verpì che, alla sera, raccontava, alle mille orecchie in ascolto, storie della vita e del mondo.

Renata Rusca Zargar


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