POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

domenica, settembre 26

FRONTI, FRONTIERE E RIBELLIONI DAL SAHEL di P. MAURO ARMANINO



Fronti, frontiere e ribellioni dal Sahel

Non ci fossero, bisognerebbe inventarle. Le frontiere sono fatte così come si fa col nemico: non ci fosse dovremmo inventarlo. Senza di lui sarebbe impossibile o perlomeno difficile giustificare la politica, l’economia, le religioni, le guerre e persino il turismo. Cadrebbe come un castello di sabbia vicino al mare il sistema sul quale si fondano le nostre civilltà. D’altra parte, lo sappiamo bene, le parole non sono mai ‘innocenti’ e la parola frontiera, almeno nelle lingue neolatine, lo dimostra. Frontiera deriva dal latino frontis, fronte. Fronte popolare, fronte di resistenza, andare al fronte…è andare allo scontro diretto col nemico. Le frontiere diventano limiti oppure ‘border’ in inglese che significa linea reale, artificiale o immaginaria che separa aree geografiche, politiche o sociali tra loro. Frontiere e nemici compongono gli elementi dell’immaginario sul quale si costruisce la quotidiana esistenza dell’umanità. Le armi, i mercenari, i passaporti, i permessi di soggiorno, gli esuli, i migranti e financo i pass sanitari, sono un tutt’uno con le frontiere e il nemico. Tutto si regge col binomio frontiera e nemico. Non ci fossero, dovremmo inventarli.

Fortuna ci sono loro, i trasgressori di frontiere. Che poi sono coloro che non si lasciano determinare né dalla storia né dalla geografia imparata a scuola fin dalla tenera età. Paesi, continenti, mari, fiumi e deserti con altipiani a disegnare i contorni che solo le politiche e i rapporti di forza hanno deciso di delimitare. Ai migranti, tutte queste divisioni non dicono nulla e, anzi, sono una spinta per disobbedire ai dettami della vecchia saggezza di un tempo passato. Mogli e buoi, si diceva, dei paesi tuoi, e allora perché andare lontano, correre inutili rischi, morire a centinaia e arrivare infine dove si troveranno altre frontiere da smantellare. Non ci fossero, dovremmo inventarli, i migranti e non solo perché danno lavoro a tanta gente che ha l’ambizione di assisterli, organizzarli, consigliarli e infine classificarli tra i vulnerabili. Sarebbero da inventare perché senza di loro pure noi, fintamente stanziali, saremmo perduti per sempre a noi stessi. Grazie allo straniero, infatti, diventiamo ciò che non avremmo mai pensato di essere. Essi sono il nostro più autentico specchio quotidiano. Loro hanno imparato a loro spese che le frontiere servono solo per essere tradite.

Non ci fosse, andrebbe inventata. La fronte è la regione anatomica corrispondente all’osso frontale, compresa tra le sopracciglia e la radice dei capelli. E’ parte della rivelazione del volto nel suo insieme, espressione dello stato d’animo e dell’umana coscienza. Un fronte, a fronte con l’altro che la comune vulnerabilità umana racconta secondo le stagioni della vita. Fortuna che quanti passano le frontiere si trovano poi a dialogare da fronte a fronte, ognuno con le sue paure e le proprie attese. 

Anche la ribellione abbisogna di fronti, che si scontrano e s’incontrano nell’unica offensiva che vale la pena raccontare. Nel Sahel, invisibili ai più, gli unici sovversivi non sospetti sono i migranti che partono senza tornare, con la loro fragile fronte come solo documento di viaggio.

                                              

  Mauro Armanino, Niamey, 26 ottobre,

 giornata mondiale dei migranti e rifugiati

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