POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

giovedì, febbraio 17

LA PELLE NON DIMENTICA: poesie dedicate alle donne violate, maltrattate, uccise di DANILA OPPIO

 Tanti anni fa ho scritto una poesia con la quale ho partecipato al Concorso Letterario LA MOLE di Torino, che ha ottenuto il secondo posto pari merito con altri partecipanti. Sono contro ogni tipo di violenza, soprattutto se sono le donne e i bambini a subirla. La poesia premiata nel 2013 è titolata proprio violenza. In seguito ho partecipato all'antologia LA PELLE NON DIMENTICA con tutte queste poesie:



a questo link:
https://lapellenondimentica.social/2016/09/15/danila-oppio/

Delicate suggestioni

(Col cuore in Syria)

Danza scalza

Avvolta da impalpabili veli.

i piccoli piedi  posati su intrecci

di  tappeti afshar delicati.


Amuleti preziosi tintinnano

ai suoi polsi diafani

e cavigliere d’oro

come il pizzicar di cembali.


Profumi d’oriente

ambra, nardo e sandalo

aleggiano nell’aria dolce

della sera aleppina.


Danza scalza

Come sospesa in un cielo

di cobalto, ora come allora

in un assoluto incanto.


Sultani dai volti estatici

con cenni d’assenso

l’incitano a volteggiare

mentre bruciano incenso.


Danza scalza

Rapita dal loro sguardo

di diopside stellato

li asseconda smarrita.


Il sogno d’improvviso si dissolve

coi piedi insanguinati s’incammina

lungo le vie di Haleb devastata

dalla  feroce guerra intestina.


La guerra dei Roses

(dedicato agli uxoricidi)

Quale sadico piacere

hai provato nel prendere

a scudisciate la mia anima

ammantata dal tuo odio?

Come fosse macchia d’olio

sgocciolata dalla usurata coppa

d’un trabby scalcagnato.


Come fosse catrame

spalmato su una dissestata

strada periferica.

Hai vinto tu, ed io perso.

Ho perso la fiducia in te

e non bastasse, ho perduto

la stima di me stessa.


Nelle mie vene plebee

ormai sclerotizzate

scorre lento sangue blu.

Solo la carotide pulsa piano

con un leggero battito.

Ecco, ti porgo la mia gola.


Prendi questo stiletto

completa il tuo lavoro

e facciamola finita.

Mentre esalerò l’ultimo

mio respiro, sarò

Sempre ancora lì

A implorar per te il perdono.


Ululato

(Dedicata alle guerre sanguinarie)

Ulula l’affamata lupa

lungo i muri roventi

e sotto gli umidi anfratti

uggiola il cucciolo

udendo i suoi lamenti.


In questo tempo uggioso

volano ubriachi i falchi

irrisione ulteriore

nell’ultimo tramonto

Ugualmente una prece

sale uniforme ad altre

universale pianto

per una civiltà urtante.


Urgente occorre aiuto

in quest’usurato tempo

travolto da uragani

di guerre tanto inutili

E’ l’anima dell’umanità

ustionata da crimini

cruenti brutali sanguinari

di devastante disumanità.


L’arsura della Terra

Urla il suo tormento

che nulla può uguagliare

resta dunque mera utopia

ogni desiderio di pace

Racchiuso dentro un’urna

sepolta nella melma

nauseabonda e putrida

ubriaca di sangue

Violenza

(In memoria di Jyoti Singh Pandey e di tutte le donne violate e uccise da esseri ignobili)

Hanno straziato il suo cuore

mandandolo in frantumi

sminuzzato in coriandoli

in mille schegge di sangue

rappreso, ormai bluastro

Poiché il rosso è scomparso

dentro vene di cemento

Ora indurita e ripiegata

in se stessa gelida

statua di pietra serpentina

di quel cuore raccoglie

il poco che ne è rimasto

Qualche briciola dimenticata

da ghignanti iene bavose

e famelici avvoltoi rapaci

Tutti fanno festa al banchetto

di ciò che di lei rimane

ubriacandosi e schiamazzando

in volgarità e insipienti lazzi

Trasformata in freddo marmo

lacrima gocce di piombo

lentamente spirando.

Poetesse arrabbiate

(Dedicata a tutte le donne offese nel corpo e nell’anima)

Fulgide essenze le donne

con lievi e decisi passi sortite

da un’assemblea di fate

in combattenti trasformate.


Mascherate da miti sorrisi

quelle sofferenze appese

su nodosi rami contorti

da gravi impietose offese.


Cantano di donne violate

uccise da amori falsati

bruciate da quei fidanzati

calpestate, poi annientate.


Cantano, come usignoli

rinchiusi in dorata gabbia

invocando libertà e giustizia

con grida furiose di rabbia.


Cancellato ormai il tempo

sdolcinato, tra rose e viole

gli amari versi gridati

squarciano le loro gole.


Vergognati, lurido verme

deciso a strappare alla vita

distrutta, lasciata inerme

lei, che hai detto d’amare.


Armate di penna e di versi

agguerrite da energico piglio

a lottare per difender la vita

donne non più allo sbaraglio.


Basta con violenze e soprusi

siate uomini e non animali

non più assoggettate ad abusi

onoratele come fossero altari.

Danila Oppio

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