Beh, non ho visto solo questa, anche se è stata un'esperienza meravigliosa, sdraiata per ore su una pelle di renna, stesa su una coltre di neve, in attesa del grande evento. E poi? Poi, trasformata in un ghiacciolo, sono stata accolta nella enorme tenda Sami, per degustare un the bollente con qualche biscotto, offertoci da questo gentile signore che era la nostra guida. I tronchi fungevano da tavolini.
La tenda era poco illuminata, se non dal fuoco che ardeva nel centro, senza provocare fumo, perché questo tipo di tenda, detta lavvo, ha un buco nella parte alta, che lo aspira. Le panche di legno, rivestite da pelli di renna, erano molto confortevoli. Ovviamente, questa tenda è una riproduzione esatta, in misure molto più grandi, della tenda Sami. Qui sotto una foto dei primi del 1900.
Una famiglia Sami, davanti alla sua tenda.
Tipici costumi Sami, indossati per i turisti
I sami (sámit o sápmelaš in lingua autoctona) o, tradizionalmente, lappóni o làpponi, sono una popolazione indigena di circa 75.000 persone stanziata nella parte settentrionale della Fennoscandia, in un'area da loro chiamata Sápmi, che si estende dalla penisola di Kola fino alla Norvegia centrale includendo anche le regioni più settentrionali della Finlandia e Svezia, nella regione della Lapponia. I sami hanno la loro storia, lingua, cultura, attività professionali, modo di vivere e identità. Il Sápmi è diviso dalle frontiere di quattro stati: Norvegia (40.000 sami), Svezia (20.000), Finlandia (7.000) e Russia (2.000
I Lapponi mantengono una forte identità culturale e, pur usufruendo dei servizi che i diversi contesti statali nei quali sono inseriti forniscono loro, hanno evitato, nel corso degli ultimi decenni, di cadere vittime di un processo di totale assimilazione ai modelli svedesi, norvegesi o finlandesi. Solo dopo il secondo conflitto mondiale, del resto, tali governi hanno messo in atto serie politiche di rispetto dell'identità saami, promuovendo per esempio lo studio e l'insegnamento delle lingue native.
La loro abitazione tradizionale era costituita o da una tenda portatile, costruita con pelle di renna, oppure da una capanna fissa. Il loro mezzo di trasporto tradizionale era la slitta trainata dalle renne, anche se hanno utilizzato sin dall'antichità gli sci, dei quali è stato rintracciato un esemplare datato al 1500 a.C.
Vivono in un ambiente particolarmente inospitale, a causa delle temperature rigide e per l'assenza totale di luce solare durante la stagione invernale, per un periodo che varia da uno a due mesi.
Procopio di Cesarea narra che i bambini non venivano allattati dalla madre perché alla nascita erano avvolti nelle pelli e appesi a un albero con un pezzo di midollo animale da succhiare, mentre il padre e la madre si allontanavano per andare a caccia.
Le renne rappresentavano, tradizionalmente, pressoché l'unica risorsa dei sami, visto che da essa ricavavano le pelli per gli abiti e per le dimore, la carne, le bevande, le ossa e le corna per realizzare strumenti e utensili.
Tradizionalmente, i sami trascorrevano l'inverno nelle terre in pianura, trasferendosi nei pascoli montani nei mesi più caldi.
NELLA REGIONE DELL’ HARJEDALEN – Nella nostra zona ci sono due comunità dei Sami che vivono di turismo, artigianato e allevamento delle renne . Adesso non sono più nomadi – moderni e stanziali seguono le renne soltanto nei periodi della transumanza e in estate su le alture, dormendo nei loro tipici “Lavvo” ovvero delle tende o capanne con il caratteristica apertura in alto per il fumo prodotto dal braciere all’ interno dello spazio.
Sopra, panorami, sotto, Polaria, un luogo dove ci sono le foche che fanno spettacoli, ma anche dove si possono acquistare libri o souvenir del Circolo Polare Artico
L'ingresso del Viking Hotel dove alloggiavo
sotto: qualche scatto passeggiando nella neve
Posti decisamente affascinanti. Grazie per averli illustrati così bene assieme alla storia degli antichi abitanti. Un caro saluto
RispondiEliminaGiovanna
Grazie a te, Giovanna, per averlo letto con attenzione. Amo la Norvegia e tutti i Paesi nordici, Scandinavia in particolare. Ora poi che il mio figlio minore vive in Norvegia da quasi 3 anni (chi lo avrebbe mai detto?!) l'amo ancora di più. Ho visitato anche Oslo, anni fa, e questa estate sono stata a Stavanger, una meravigliosa città affacciata sul Lysefjord, dove vive mio figlio. La vita in quei luoghi è decisamente diversa dalla nostra amata ma maltrattata Italia. Dalle statistiche, la Norvegia si trova al primo posto come tenore di vita. Piccolo neo: è molto più fredda dei paesi mediterranei! Un abbraccio Danila
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