Ho ricevuto dall'autore, splendido artista milanese, questo suo libro, che ho letto con curiosa avidità. Racconta della sua vita, che comprende anche un po' di storia del "MIlan l'è un gran Milan". Non mi riferisco alla società sportiva, ma proprio alla città nella quale lui vive e opera, come pittore, scultore e mosaicista.
E' un libro scritto con brio, si beve come la Milano da bere, si legge d'un fiato e si possono ammirare alcune sue opere.
Scriveva Alberico Sala,(Vailate, 11 marzo 1923 – Vailate, 25 novembre 1991) che è stato uno scrittore, poeta e critico d'arte italiano, e che l'autore ha voluto riportare in quarta di copertina:
Dietro le esperienze di Nastasio, fedele a ragioni di fondo, sensibile al mito e ai simboli, ma con una misura di concretezza, di chiarezza e capacità di sintesi che non si possono non chiamare lombarde, per inconfondibili lumi dal versante del segno e della parola, rinviene attiva, dialettica, la lotta eterna fra carne e spirito, fra ragione e passione, fede e interrogazione.
Per dare un saggio della sua scrittura, trascrivo l'ultimo brano del suo libro:
Qui l'altro giorno mi ha sorpreso il tondo compleanno degli ottanta e mi è venuta l'idea di mettere insieme questo piccolo archivio dei ricordi allineandoli, me ne rendo conto, su uno scaffale piuttosto disordinato. Ma se le confessioni di un ottuagenario furono quello splendido bluff anagrafico che Ippolito Nievo non ancora trentenne scrisse prima di essere inghiottito dal buio del mare e del mistero, i miei ottant'anni non sono una finzione letteraria.
Li ho vissuti tutti intensamente, come uno di quegli artisti bohémien che si riscaldavano all'ardore delle loro passioni.
Un fuoco che a questo punto inoltrato dell'esistenza può anche aver bruciacchiato qualche casella della memoria.
Alessandro Nastasio
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