Io sono un
sasso
una pietra
sul selciato
a cui tu
puoi
tirare un
calcio
tanto,
pensi,
lui non soffre.
Io sono una
pietra,
che tu dici
priva di
vita
che puoi
calpestare
scalfire,
gettare
dentro un
fiume
per farla
rimbalzare
Io sono un
masso
che non
riesci
a smuovere
perché
conficcato
nella dura
terra
da millenni
dimenticato
Io sono un
macigno
uno spuntone
di roccia,
che un giorno
lontano, i
celtici
piantarono
nel terreno
e fui ara,
altare,
un simbolo
divino.
Io sono un
dolmen,
un menhir,
un nuraghe
una tomba
megalitica
preistorico
simbolo
d’una antica
civiltà
segno di
sacralità
Io son
pietra miliare
sono
colonna, monolito
obelisco,
monumento
sono re del
regno
minerale,
eppur dici
che sono
irrilevante
privo
d’interesse
Sono solida rupe, stabile
simbolo di
gravità razionale
mi dai per
scontata,
il tuo
sguardo
non mi
degna, miri ad altro.
Michelangelo
mi comprese
e divenni
David
Raccoglimi,
osservami,
i miei anni
sono eterni,
quindi valgo
più di te, uomo
i cui anni
sono contati
rispettami, io sono pietra
la tua casa,
i tuoi monti
sono sempre
io.
Non tirarmi
contro
la gente,
lapidandola
e dai ponti
delle
autostrade
Non ridurmi
A strumento
del male
Pretendo il
dovuto rispetto.
Danila Oppio
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