Chi
sostiene la bandiera della sua libertà, deve comprendere che la sua finisce
quanto calpesta quella altrui.
Non è
pensabile affermare a parole di voler bene qualcuno, se poi si pretende di fare
quel che ci pare, e guai se l’altro gli fa presente che non può pensare solo a
se stesso, ma provare a entrare della sfera dell’altro, e convincersi che
l’altro non è un burattino che segue passivamente gli improvvisi cambiamenti
del proprio umore.
Se vale
una scelta, deve esserlo per tutti.
Forse
questo discorso parrà poco chiaro, e allora cercherò di porre qualche esempio.
Se io
sto attraversando un momento di crisi personale, e dico a un amico che non me
la sento di corrispondere o di parlare con lui, per varie ragioni, la
situazione deve valere anche nei confronti di altri. Se desidero estraniarmi,
lo faccio con chiunque, altrimenti non corrisponde a verità, quanto sostenuto.
Se
davvero voglio bene a una persona, cerco di uscire dal mio guscio e mi occupo
anche di lei.
Se poi però
agisco al contrario, significa che non ho il coraggio di dire apertamente a lei,
che non me ne importa un fico secco. Per strane ragioni, preferisco non rompere
i rapporti, perché in fondo mi fanno comodo.
Un altro
esempio? Se m’ interesso a mille cose, trascurando la persona che mi vuol bene,
e le sputo in faccia che della mia libertà lei non deve occuparsene, credo che
l’offesa sia davvero grave. Non posso tirare la corda, facendo i cavoli miei e
tenendo l’altra in standby, dicendole di pazientare. E se quella persona, alla
fine, mi chiede ragione di tale comportamento, perché si accorge che quei
silenzi sono solo rivolti a lei, poiché con gli altri mi comporto in modo
differente, forse qualche dubbio dovrebbe sorgere, sulla sincerità delle mie
parole.
Se alla
fine quella persona mi dice apertamente che ho sbagliato con lei, e invece di
chiedere scusa, la aggredisco con un piglio violento, dicendole di allontanarsi
da me, che non voglio più sentire sue parole, beh, allora metto in atto il mio egoismo e presunzione, rasentando la
cattiveria.
Non
dobbiamo essere auto-referenziali, invece è necessario comprendere che tutti
dipendiamo in qualche modo dagli altri.
Se
frequento amici che m’invitano spesso a pranzo o a cena da loro, se mi
accolgono di frequente nella loro casa al mare, sulla loro barca, o al lago, se
mantengo amicizie perché mi tornano comodo, in quanto ricevo da loro svariati
aiuti o servizi di vario genere, allora
non si tratta di vera amicizia,
soprattutto se prendo quel che loro mi offrono, e non ricambio a volte
neppure con un “grazie”.
Ma la
cosa peggiore è quando, dopo aver esasperato all’inverosimile il mio prossimo,
che nei miei confronti ha avuto una santa pazienza - tanto che alla fine mi fa
presente dove ho sbagliato - mi rivolgo a lui insultandolo, in modo risentito,
e lo allontano da me. Perché mai? Perché
mi ha svelato una verità che non ho gradito? Perché ha messo in luce quello che
avrei preferito restasse nell’ombra? Non mi sono chiesta il motivo per la secca
reazione dell’altro? Non ho pensato che avevo tirato troppo la corda, e quella
si è spezzata? Ovvero, chi ha sbagliato sono stata io, e accuso gli altri per
avermelo fatto capire, invece di chiedere scusa per i miei errori?
Ecco, ci
sono persone che agiscono così: presuntuose, egocentriche, dotate di falso
orgoglio. Certo, perché l’orgoglio è una brutta bestia, che acceca, che non fa
vedere dove hanno superato i limiti, dove hanno calpestato i sentimenti degli
altri, pensando solo ai propri, molte volte inquinati da ragioni egoistiche.
Penso
che ogni essere umano sia imperfetto, e per questo motivo ho sempre cercato di
accettarlo nella sua totalità, convinta che anche sul piano opposto ci fosse il
mio stesso modo di vedere. Ma arriva il momento in cui si deve dire “basta”.
Non un “basta” senza una vera motivazione, solo per dispetto, un “basta” perché
se una persona ci fa soffrire, alla fine trasmette il negativo che c’è in lei,
toglie serenità, crea stati d’animo che fanno male davvero.. Personalmente non amo
trovarmi in queste situazioni, cerco sempre di mediare, di trovare un accordo,
ma se l’altro non è disposto a venirmi incontro, se non esce dal suo bunker per
guardarsi intorno e comprendere che al mondo ci sono anche “gli altri” che a volte
non capiscono, che non possiedono il suo stesso punto di vista, che sono
diversi da lui, ci si trova in un vicolo chiuso. Si sbatte contro un
muro di gomma.
E allora
sbotto anch’io…reagisco in una forma che non mi appartiene, divento un'altra IO,
quella che non vorrei mai essere. E la colpa non è mia, ma dell’altro che mi ha
esasperato, che ha fatto di tutto per rendermi insopportabile, irritabile,
perfino cattiva.
Bene,
queste persone che mi tolgono la serenità, la tranquillità dell’anima, che mi
causano sonni agitati, e lo sguardo torvo, quando io sono di norma solare, le
considero un danno da evitare.
Se poi
scopro che codeste persone sono anche false, bugiarde, prive di scrupoli, le
cancello dalla mia vita con la scolorina! I veri amici...MAI!!
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