Ad alcuni miei recenti post, dove parlavo di
sincerità e di correttezza nelle amicizie, una persona si è sentita chiamata in
causa, reagendo in modo inappropriato anche se non parlavo di lei. Se uso il
sostantivo persona, posso riferirmi indifferentemente a un uomo o a una donna.
E in quell’articolo, proprio per par condicio, non ho specificato se mi
riferivo a maschio o femmina!
In ogni caso, depenno anche questa dalle mie
amicizie, perché se tale persona si è risentita per quanto ho scritto, significa che ha la
coda di paglia. Infatti, i miei veri amici hanno apprezzato il contenuto
dell’articolo, e lo hanno supportato. Chi ha la coscienza tranquilla, non si
sente preso di mira!
Anche la lettera ad uno stronzo, era impersonale.
Infatti il termine stronzo è al maschile, ma potrebbe anche essere rivolto al
sesso femminile. Certo, si usa dire “sei una grandissima stronza!” ma non è
corretto, si dovrebbe dire: “sei come un grandissimo stronzo!”: Giusto per
usare bene la nostra lingua.
Cari saluti ai veri amici, a coloro che mi hanno
dimostrato il loro affetto sincero, che apprezzano la mia scrittura, sia in
forma poetica che in prosa.
Uno dei modi di dire più utilizzati è “Avere
la coda di paglia”. Con tale espressione si intende non avere la
coscienza pulita, essere consapevoli di aver fatto qualcosa di sbagliato,
ma che potrebbe essere scoperto facilmente. Per questo motivo la persona che ha
la coda di paglia tende a non essere trasparente e giustifica le sue azioni per evitare
ogni tipo di critica o accusa che potrebbe smascherarla.
Da qui l'origine del modo di dire dal proverbio toscano “chi ha la coda di paglia, ha sempre paura che gli pigli fuoco”, che a sua volta riprende l'antica favola di Esopo.
Da qui l'origine del modo di dire dal proverbio toscano “chi ha la coda di paglia, ha sempre paura che gli pigli fuoco”, che a sua volta riprende l'antica favola di Esopo.
Favola di Esopo
Il racconto narra la sventura di una volpe che
disgraziatamente rimase intrappolata in una tagliola. Sofferente e impaurita la
bestiola riuscì in gran parte a liberarsi, ma durante fuga la coda venne
deturpata dalla morsa, tanto che la volpe rimase menomata e priva della sua
bellezza. Vergognosa e imbarazzata si costruì una coda di paglia sperando
di non essere scoperta dagli altri animali. La voce però giunse
attraverso un gallo all'orecchio dei contadini che, per proteggere i pollai,
accesero dei fuochi di fronte alle stie. Da quel giorno la povera volpe non
poté più cacciare per paura di bruciarsi la coda di paglia ed essere
quindi scoperta.
Danila Oppio
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