POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

mercoledì, novembre 7

CASA di ANGELA FABBRI



Palafitte al Lago di Ledro

E allora, Dani, mi viene un seguito…

Nella lettera precedente ho nominato 3 volte la parola ‘CASA’. E’ per noi così importante che, anche se siamo nel mezzo di un disastro, una telefonata a casa (così facile oggi, con i cellulari) ci rincuora. E se siamo molto lontani e sono i nostri cari in zona-pericolo, la loro risposta “Qui a casa stiamo tutti bene”, ci fa respirare di nuovo.
CASA vuol dire un luogo sicuro.
Anche se siamo girovaghi, io lo sono stata per decenni, e la casa l’abbiamo abbandonata da un pezzo e ci torniamo poco e ripartiamo di corsa, ci sta dentro al cuore. E’ quella che il linguaggio dei media di oggi chiama ‘le nostre radici’.
Questo mi riporta agli alberi sradicati, tirati appunto fuori con violenza dalla loro terra e buttati via.
Gli alberi sono sempre stati simbolo di stabilità, di invecchiamento felice che svetta verso il cielo e si fa un baffo di neve di vento di bufera. Nel mondo antico ogni pianta era una persona, dentro ognuno ci abitava un piccolo essere soprannaturale che, nonostante questo, l’aveva scelta come sua tranquilla dimora.
E non è forse vero che c’era la tradizione di piantare un nuovo albero alla nascita di un bimbo?
Ci hanno mostrato in tv quelli che erano miriadi di alberi arrampicati dai monti alle vallate, strappati via da un tempo terribile, un dolore infinito soprattutto perché inevitabile.
E ci hanno anche mostrato cosa è successo al verde della Capitale d’Italia. 
Mi spiace per gli alberi di Roma, mal gestiti, mal nutriti, persino mal vestiti, e soprattutto MAI curati perché da quelle parti la natura inglobata in città deve saper cavarsela da sola.
Mi spiace da Ferrara dove gli alberi sono seguiti, controllati, misurati, talvolta anche abbattuti, ma state tranquilli che un piccolino della stessa specie viene piantato subito nei pressi. Certo col vento forte volano via rami anche da noi e frullano nel vento e non c’è comunque la certezza di riuscire sempre e bene a mantenerli, i nostri alberi, ma sappiamo di averci dedicato molta cura.
Solidità, sicurezza: i nostri progenitori costruivano la loro casa sugli alberi, di antichi villaggi su palafitte l’Italia è piena.
Casa, appunto.

Angie - ANGELA FABBRI
(Da Ferrara, notte fra 6 e 7 novembre 2018)

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